[25] ▪️Proteggere▪️

3K 165 52
                                    

Le teste della kitsune e del vampiro cozzarono una contro l'altra, un rivolo di sangue colò da entrambe: alcune delle nove folte code del primo si avvilupparono come tentacoli intorno al corpo dell'altro, per poi scagliarlo contro i suoi sottoposti senza risparmiarsi la forza.
Naruto ruggì, mostrando i denti e mettendosi in posizione d'attacco: solo contro venti creature come quelle non ce l'avrebbe mai fatta, almeno era ciò che pensavano Kakashi e Hinata.
Gli altri erano troppo sconvolti per realizzare, ancora.
«Ehi, è uno scherzo?» Mormorò Kiba, bianco come un cencio. «Quello lì...»
«...È proprio Naruto?» Concluse Sakura per lui, altrettanto basita.
Ino aveva le mani che le coprivano la bocca e gli occhi sgranati, Choji non era messo molto meglio.
«Grazie Sakura-chan, lo terrò a mente!»
«Vi prego, non mandatemi via! Se quei due dispotici mi trovano sono fottuto!»
«Non paragonarmi a quella Rapunzel dei poveri!»
«Psst, Kiba! Ho un piano geniale per quel gavettone a Neji. Dammi retta, sarà lo scherzo del secolo!»
«Ma è fantastico! Queste patatine sono buonissime, Choji. Si può sapere come fai a trovarle tutte tu?»
«Woah. Anche un vecchio nel mio villaggio aveva la passione per gli insetti, a lui piacevano i cervi volanti e le farfalle in particolare. Avresti dovuto vedere le teche strapiene che aveva, ti sarebbero piaciute sicuramente
I sorrisi del biondo, la sua risata contagiosa, la sua vitale allegria e perenne positività, benché mischiati a una malinconia un po' triste e rara, non potevano corrispondere anche a quell'enorme bestia codata; persino gli occhi celestini, un tratto distintivo di Naruto Uzumaki, erano rossi e minacciosi almeno quanto lo erano quelli dei vampiri potenziati che doveva fronteggiare.
E guardando l'enorme volpe che si faceva strada a colpi di artigli e zanne tra quei mostri orrendi, non era assolutamente ricollegabile al giocherellone imbranato che spalleggiava sempre l'Alpha del villaggio.
Era sbagliato, era... Spaventoso.
«Avanti, non possiamo lasciare che combatta da solo.» Disse Kakashi, spezzando il silenzio tra i presenti.
«Kakashi-sensei... Lei lo sapeva, non è vero?» Chiese Sakura, ancora scossa per risultare rancorosa come avrebbe voluto.
«Questo non è il momento per parlarne.» Ribattè duramente l'uomo dai capelli d'argento. «Attaccate!»
I licantropi sguainarono le spade, la paura sembrava coglierli ancora perciò Kakashi alzò la voce perché tutti lo sentissero.
«Ascoltatemi bene! La razza a cui appartiene Naruto è diversa dalla nostra, ma lui sta combattendo per noi. Perciò adesso faremo la nostra parte e resisteremo finché l'Alpha non sarà a portata di contatto mentale.» Inclinò la katana, essa raccolse il riflesso rosso della luna e brillò. «Perché non c'è dubbio che stia tornando a casa.»
A quelle parole, un nuovo coraggio scorreva nelle vene dei licantropi che, benché indeboliti, estrassero le lame ed emisero un grido di battaglia; prima che potessero fare anche solo un passo però, una voce graffiante irruppe nelle loro menti.
Fatemi il piacere. Una presenza imponente, due grandi occhi rossi aperti nel buio e una fila acuminata di denti distesa in un ghigno sinistro: oh, quello decisamente non era Naruto. Non riuscirete nemmeno a sfiorarli, morirete in un attimo.
Kakashi non si scompose, ma gli altri parvero spaventati.
Naruto colpì con una zampata un vampiro che di rimando gli morse selvaggiamente la zampa, facendolo ruggire di dolore; sembrava che i mostri stessero aspettando il loro turno, all'ingresso del villaggio si era creata una situazione di stallo da ambedue le fazioni.
«Chi c'è?» Gridò Sakura, stringendo la spada con entrambe le mani e guardandosi intorno iniziando a sudare.
Rimanete al vostro posto, cuccioli. Questa è una questione da adulti, ribattè la bestia in tono di scherno, facendo digrignare i denti di molti dei presenti. Alcuni imprecarono.
«Kyuubi no Yoko.» Se ne uscì Kakashi, con tutta la calma del mondo. «Sei tu, non è vero? L'essere che condivide il suo potere con Naruto.»
Ci fu una breve pausa. Non ha importanza. Seguite ciò che Naruto ha detto e andatevene immediatamente.
«Altrimenti?» Lo sfidò Kiba, ricevendo una gomitata da Shikamaru.
Il ghigno della kitsune si estese in modo inquietante, vederla nel buio con l'occhio della mente era uno spettacolo raccapricciante a cui i presenti non potevano sottrarsi.
Altrimenti una volta finito con questi scherzi della natura vi divorerò pezzo per pezzo.
"Kurama, smettila." Lo rimbeccò mentalmente Naruto, conscio di non poter essere sentito da qualcun'altro oltre la volpe finché quest'ultima aveva il controllo della sua voce: i mostri iniziarono a scagliarsi contro di lui in massa, probabilmente stanchi di aspettare, e per respingerli tutti dovette usare code, zanne e artigli a trecentosessanta gradi; indietreggiò di appena un passo, digrignando i denti macchiati di sangue rancido.
"A quanto stiamo con tu sai cosa?" Chiese, scagliandosi contro un mostro e azzannandolo alla collottola: questo si dibattè come un ossesso riuscendo a scagliarlo via. "Non va bene, sono duri da fare fuori."
Dammi qualche minuto e potrai usarlo, ribattè la Volpe, digrignando i denti; quel gesto non rappresentava affatto rabbia, anzi, sembrava stesse trattenendo qualcosa che ribolliva dentro di lui.
E quel qualcosa rappresentava il loro piano di emergenza.
In quel momento Naruto si rese conto che qualcuno stava correndo verso di lui: sperò che non volessero ucciderlo, era abbastanza occupato con venti vampiri che non la finivano di morderlo e graffiarlo ovunque.
La suddetta persona, sorprendentemente, gli salì sopra e lo usò come trampolino, per poi spiccare un salto e tagliare la gola al vampiro che Naruto stava fronteggiando, affondando la lama nella carne putrida con un taglio netto; era Sakura, che atterrata in piedi tra i due colossi puntò la spada contro la kitsune, immobile con un'espressione indecifrabile negli occhi scarlatti.
«Tu! Brutto idiota!» Ringhiò la lupa, mentre anche gli altri prendevano parte alla battaglia. «Non avrai mica sperato di metterci da parte, non è vero? I licantropi sanno anche tirare di spada, per quanto sia umiliante.»
"Kurama, tocca a me parlare." Disse Naruto, grugnendo qualcosa quest'ultimo acconsentì e tacque.
Le labbra nere della Volpe si distesero in un sorriso, mentre con l'ausilio di una coda scagliava il corpo esanime del vampiro contro i suoi alleati. «Sakura-chan, sei troppo testarda.» disse, e lei sgranò gli occhi.
«Naruto...» Sorrise di rimando, il suo sguardo divenne determinato. «Hai molte cose da spiegare, ma non è il momento.»
«Amoreggiate dopo, qui abbiamo del lavoro da fare!» Fece Kiba, in difficoltà con quelle bestie tanto imponenti; Shino e Hinata corsero a coprirgli le spalle, ma Naruto fu più veloce e con uno scatto azzannò la giuguale di uno dei mostri, spruzzando sangue tutto intorno e ricoprendosi di liquido scuro; ne sputò una discreta quantità prima che il compare della sua vittima non gli saltò addosso mirando alla nuca.
L'Inuzuka lo rallentò colpendolo a una gamba e staccandola in gran parte, così il vampiro ruggì di dolore e allentò la presa: la kitsune lo scagliò contro una casa e quello, il cranio fracassato dall'urto, non si mosse più.
«Siamo ancora una squadra, anche se ci hai mentito e dovrai lavorare parecchio per farti perdonare.» Grugnì, con un sorriso storto. Sorriso che si eclissò all'istante quando vide tre bestie puntarli. «Attento!»
Naruto venne scaraventato per metri con un'unica zampata, la Luna di Sangue brillò di un bagliore sinistro e qualche lupo incespicò o perse altre forze, a tanto così dal svenire.
L'impatto fece molto più male del colpo in sé, la volpe sbattè la testa e la sua vista si oscurò per qualche secondo, svantaggio mortale in quanto i nemici l'avevano già raggiunto per finirlo; e stavolta era ben lontano dal campo di battaglia, nessun aiuto esterno per lui.
Con un ringhio si tolse i calcinacci di dosso e cadde sulle quattro zampe, disorientato ma non abbastanza da mollare qualche unghiata: percepì un rivolo di sangue colargli dalla fronte e macchiargli il muso, nemmeno le chiazze bianche che si sovrapponevano al cielo notturno non sembravano un buon segno.
Oh Santo Iddio. Ti dò il cambio, visto che non reggi nemmeno una bottarella, Sbottò Kurama, quasi con uno spintone mentale. Naruto non si oppose, sapeva che non lo diceva con cattiveria, d'altronde era utile avere qualcuno con cui scambiarsi: tornata bipede, la volpe ruggì e tornò a combattere, gli artigli sguainati.
Il suo stomaco pareva leggermente ingrossato, come se il qualcosa di poco prima si agitasse per uscire.
I lupi intanto, cominciarono ad arretrare: la loro forza nonostante la luna rossa era ammirevole, tuttavia non potevano andare avanti così ancora per molto.
E Naruto sapeva che difenderli tutti per lui era impossibile: diamine, non era certo Sasuke.
Sasuke... Se avessero avuto il Contatto, pensò mentre veniva morso a una delle code, forse avrebbe anche potuto contattarlo.
Aveva sentito Kakashi durante il suo discorso, secondo lui l'Alpha stava tornando indietro, ed era anche probabile, ma a piedi come un normale essere umano non sarebbe arrivato molto presto: era inutile rimuginare, il biondo doveva occuparsi della faccenda per conto suo, guardando senza fiato quelle persone che, sparse sul campo di battaglia, erano sdraiate scompostamente a terra senza più respirare.
"Li dovevo proteggere." Pensò terrorizzato. Respirava in modo irregolare. "Li dovevo proteggere per lui, invece sono morti. Sono un incapace, io..."
Non dire puttanate, ringhiò Kurama, rotolando a terra con un vampiro particolarmente grosso; entrambi erano feriti seriamente, ma la kitsune in particolare rasentava l'esausto, anche a causa dell'energia trattenuta per il colpo che -speravano- avrebbe messo fine a quell'inferno.
"È la verità. Sasuke li avrebbe salvati tutti in un colpo solo, mentre io sto solo radendo al suolo il villaggio. Non sono bravo in questo."
La forza di un licantropo sta nel suo branco, altrimenti non varrebbe nulla. L'Uchiha riuscirebbe a tenerti testa solo perché è un Alpha fuori taglia, quei tuoi amichetti Beta invece li faresti fuori in un morso, a meno che non si unissero tutti contro di te.
"Me lo ricordo." Sospirò mentalmente il ragazzo, osservando la battaglia dagli occhi della volpe come in trance. "Lo diceva Iruka-sensei. La forza di noi kitsune sta nel singolo, siamo rallentati quando siamo in gruppo."
Kurama sbuffò a fatica. Detesto dissacrare la memoria di quel tizio, ma è una cazzata. Ascoltami bene perché non lo ripeto, moccioso: tu hai la forza di proteggere chi ti pare, e sai perché? Perché hai già perso tutto una volta, al contrario di questi qui che il branco ce l'hanno sempre avuto. Non arrenderti.
Dopodiché tacque, e gli diede il cambio un'altra volta. Naruto sorrise con gli occhi lucidi. "Grazie."
Ricevette in risposta un basso grugnito e un borbottio. Il colpo è pronto, potrai usarlo solo una volta visto come siamo conciati.
"Lo so."
E se c'era una cosa che il biondo amava, era usare quell'attacco.
«Ascoltatemi, adesso!» Ruggì, correndo. La sua voce era un po' più tonante del solito, ma sempre riconoscibile, tanto che in molti non momentaneamente occupati a combattere si voltarono verso di lui. «Dovete indietreggiare, vi voglio tutti dietro di me! Spero di metterli k.o. con un colpo, prima che arrivi Sasuke.»
«Ma che diavolo sta farneticando quel baka?» Borbottò Kiba, con il fiato grosso e la fronte imperlata di sudore. La Luna di Sangue aveva un effetto particolarmente brutto su di lui, sarebbe dovuto essere escluso dal combattimento già da un po', ma la sua resistenza nel non farlo notare era incredibile.
Hinata, d'altro canto, aggrottò la fronte. «Il soffio della volpe...» Mormorò, per poi sgranare gli occhi. «Kiba-kun, Shino-kun, fate come dice! Dobbiamo fidarci di Naruto-kun!»
«Eh?!» Esclamò l'Inuzuka. «Sul serio? Non è che hai davvero capito cosa vuole fare, Hinata?»
La ragazza annuì. «Sì, ma ora non c'è tempo. Dobbiamo fare tutti qualche passo indietro, o saremo coinvolti in prima persona.»
«Lo avete sentito?» Gridò Kakashi per farsi ascoltare. «Tutti indietro, portate con voi i compagni che non possono più camminare e i cadaveri.»
Peccato che i vampiri rimasti non fossero così docili da lasciare che le loro prede se la svignassero, perciò Naruto dovette attuare il suo piano di emergenza: corse in mezzo al nemico, cosicché si attirò addosso almeno cinque di quei mostri, dopodiché giocò d'astuzia e, scagliandogli contro uno dei loro, li raggirò in modo da averli tutti sotto tiro.
"E adesso bruciate, stronzi."
Gonfiò il petto fino a sentirsi ardere lo stomaco, dopodiché sputò un enorme fiammata scarlatta contro i vampiri, che vennero investiti in pieno da quell'impressionante getto di fuoco.
Si udirono versi disumani e strilli acuti, prima che la kitsune non esaurisse il combustibile e cessasse di bruciare, il corpo tremante dalla fatica; appariva più magra e smunta, come se quell'epico gesto le avesse tolto non solo le forze, ma anche i liquidi del corpo.
«Questo è il soffio della volpe.» Ripetè Hinata, una mano al petto mentre l'altra teneva la spada. «Avevo letto qualcosa del genere nella biblioteca, ma... Di persona è un'altra cosa.»
«Andiamo, mi prendi in giro?» Sbottò Kiba, con la bocca spalancata. «Mi stai dicendo che sputa anche fuoco? E che cazzo!»
«È finita?» Ebbe il coraggio di chiedere Ino. Si reggeva la testa, aveva le mani impregnate di sangue suo e non, ed era una fra i presenti messi meglio.
Kakashi assottigliò lo sguardo, nel silenzio totale. Non volava una mosca, i guerrieri rimasti che non sorreggevano i feriti o trasportavano poco lontano i morti trattennero il respiro; nell'esatto momento in cui qualcuno fece un timido passo avanti però, la quiete si ruppe.
«Fermi!» Abbaiò Naruto, ancora in guardia.
Un ruggito spezzò la notte, e dalle ceneri di quella doccia di fuoco uscirono caracollando altri tre vampiri, la pelle ustionata e il pelo bruciato, ma vivi: il capo, quello più grosso e incazzato, spuntò dal corpo di uno dei suoi sottoposti, evidentemente usato come scudo per evitare l'attacco diretto.
Oh, era ferito dai licantropi e dalle fiamme, ma era ancora in piedi così come i suoi amici.
Naruto ringhiò, senza riuscire a ricambiare il grido di battaglia, e si mise con fatica in posizione d'attacco, pur sapendo di non potersi muovere più: ormai era una lotta di facciata, doveva fingere di poter ancora combattere sperando di intimorirli e indurli alla fuga.
Ebbe la forza di ruggire un'ultima volta, lo fece in modo tanto potente che i vampiri quasi chinarono le orecchie, pur mostrandogli i denti; si guardarono negli occhi, rosso contro rosso, per attimi eterni.
"Andiamo... Andatevene, cazzo." Pregò il biondo, mentre le zampe posteriori iniziarono a cedere. Se avesse incespicato avrebbero capito immediatamente che era senza forze, e per il branco sarebbe stata la fine.
Il capo degli ibridi grugnì qualcosa, e fece un piccolo passo indietro.
Ma proprio quando Naruto si concesse un debole sorriso soddisfatto, le sue zampe cedettero e lui cadde riverso su un fianco, in un tonfo raccapricciante.
"Kurama, dannazione!" Fece il biondo disperato, mentre muoveva disperatamente gli occhi verso mostri, ora immobili a fissarlo.
Spiacente moccioso, la voce della volpe era esausta, di rado si faceva sentire quando era messo così male, Hai idea di quanto ci sia voluto per usare il soffio? Ci ho messo il mio potere là, credo proprio che... Chiuderò... La baracca... Il contatto tra i due si interruppe, l'umano imprecò in modo colorito.
Se la volpe svaniva, anche la trasformazione subiva la stessa sorte; infatti, in qualche raro gemito di dolore e ossa spezzate, Naruto ritornò umano.
Indossava solo i suoi pantaloni, stracciati per di più, ed era coperto di sangue e ferite; tossì un po' del liquido rossastro, udì Hinata gridare.
«Naruto-kun!» Ignorando i richiami degli altri, la ragazza dai capelli violetti corse verso di lui, con le lacrime agli occhi e le mani protese per afferrarlo.
«Hinata, no!» Inaspettatamente Kiba scattò insieme a lei, entrambi avevano lasciato perdere la spada; nello stesso momento i vampiri si diressero, con un urlo disumano, verso i tre.
A correre per raggiungerli in realtà furono molti: Kakashi, Sakura, Choji, Ino, persino Shikamaru, tutti con la mano protesa verso il ragazzo dai capelli color grano, che con gli occhi celesti semichiusi respirava debolmente, infuriato nel suo subconscio.
Quelli stessi occhi si sgranarono, quando una presenza familiare schiacciò l'ambiente circostante.
Il tempo parve fermarsi. I vampiri, i licantropi, la kitsune in mezzo a loro: tutto assunse una strana conformazione opaca, offuscata, come di poco conto rispetto alla figura che, camminando, fece il suo ingresso nel villaggio.
Ogni passo rimbombava nella notte, ogni respiro era intinto di fatica, come una corsa appena interrotta, e lo sguardo... Be', lo sguardo non era di gelida irritazione, quella che di solito manifestava nei momenti di rabbia. No, la sua maschera si era infranta in mille pezzi, ora il volto diafano era contratto dalla collera, gli occhi neri brillavano di un bagliore sinistro, il mantello scuro era leggermente accarezzato dal vento, subito venne tolto dal suo padrone e scagliato via.
Il tempo tornò a scorrere, i vampiri si voltarono di scatto, la saliva che colava copiosa dalle loro zanne compì un disgustoso arco a sinistra, i muscoli si tesero e i pochi peli rimasti si drizzarono.
Quello non era un Beta, né un Omega, lo percepirono; se per questo, non pareva nemmeno un comune Alpha.
Sakura lasciò cadere la spada, con le lacrime agli occhi che si affrettò a cancellare. «Ce ne hai messo di tempo...»
«Sas'ke...» Biascicò Naruto, voltandosi con fatica ancora sdraiato.
Sasuke era immobile davanti ai mostri, li studiava, come un falco prima di chinarsi sulla preda. E poi avanzò lentamente verso di loro, mentre il capo del gruppo gli ruggiva in faccia e lo raggiungeva; era ferito, i suoi sottoposti furono più veloci, ma trovarono pane per i loro denti.
Tre schegge si contrapposero al loro cammino: rosso, bianco, viola. Ognuno di loro armato di spada, ognuno di loro con uno sguardo simile a quello dell'Alpha, anche se decisamente meno incollerito.
«Come se vi permettessimo...» Iniziò Karin, mostrano i denti non affilati in assenza di trasformazione.
«Di toccare Sasuke.» Completò Suigetsu, con un ghigno.
Juugo si limitò ad aumentare la presa sulla spada che bloccava la bestia.
Sasuke non battè ciglio né si fermo, mentre i Taka si occupavano dei pesci piccoli; ancora un vampiro lo stava aspettando, ormai l'impatto era prossimo, ben pochi metri li separavano ormai.
«Teme, che diavolo fai?!» Raspò Naruto, tentando almeno di reggersi in piedi da solo, visto che Kiba gli aveva fatto mettere un braccio intorno alle sue spalle per reggerlo.
Quest'ultimo scosse la testa. «Siamo al sicuro adesso.» Sembrava dura per lui ammetterlo, il biondo non capiva.
Eppure, nonostante non riuscisse a non preoccuparsi, in fondo condivideva il pensiero dell'amico. Sasuke era terrificante, ma sembrava proprio un falco che apriva le ali per proteggere il suo nido dai predatori; si sentiva al sicuro vedendolo, era una sensazione completamente nuova per lui.

[Sasunaru] ᎪNᏆᎷᎪ ᏩᏌᎬᎡᎡᏆᎬᎡᎪWhere stories live. Discover now