[2] ▪️Pinocchio chi?▪️

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Naruto aprì gli occhi di scatto, boccheggiando, e si tirò su a sedere con uno scatto felino. Non l'avesse mai fatto.
Una fitta lancinante al fianco lo costrinse a sdraiarsi di nuovo, e a serrare la bocca per non gridare: si guardò intorno, senza riconoscere il luogo in cui si trovava.
Un dubbio terribile fece capolino in lui. L'avevano catturato? Terrorizzato da quella ipotesi, il biondo tentò invano di muoversi per scappare, ma il suo corpo non gli rispondeva praticamente più.
Calmati, Naruto. Sei sveglio da trenta secondi e hai già dato di matto.
"Kurama!" Pensò il ragazzo, sollevato dal fatto di non essere completamente solo. "Da quanto sei sveglio?"
Idiota, da quando lo sei tu. Non sono così indipendente, purtroppo.
Arrossì, nell'euforia aveva dimenticato quel particolare. "Dove ci troviamo?"
Non ne sono sicuro... Credo che siamo finiti nell'occhio del ciclone.
Naruto sbiancò. "Vuoi dire che questo è... Un villaggio di lupi?"
Merda. Era nella merda. Iniziò a sudare freddo, guardandosi intorno con aria febbrile: non che vedesse poi molto, da sdraiato, eppure era ancora impossibilitato a muoversi. Fottuti Omega, alla fine avevano avuto quello che si meritavano... Sì, insomma, aveva cominciato lui rubando, ma era un altro discorso quello.
Passarono interminabili minuti, in cui Naruto osservò l'ambiente circostante, più che altro alla ricerca di una possibile via di fuga: si trovava in una stanza semplice, con pareti e pavimento in legno di pino, alla sua sinistra c'era una piccola cassettiera con su uno specchio lucido e qualche oggetto comune, come se la camera fosse stata abitata poco tempo prima. Alle sue spalle sentiva un venticello primaverile che soffiava tranquillo, segno che probabilmente c'era una finestra aperta.
L'orologio a muro davanti a lui gli fece capire che passarono circa quindici minuti, prima che potesse muovere qualche parte del corpo, e trenta perché avesse la forza necessaria per alzarsi.
Con un flebile sospiro di sollievo, Naruto si mise seduto, massaggiandosi la nuca, poi arrossì: chiunque l'avesse portato qui, lo aveva anche spogliato, perché indossava una vecchia tuta di cui ignorava la provenienza.
Cosa ti importa se ti hanno spogliato? È del tatuaggio, che dovremmo preoccuparci.
Giusto, Kurama aveva ragione. Naruto slacciò la felpa e alzò la maglietta che portava sotto, guardando preoccupato l'ipnotico tatuaggio nero che testimoniava la sua appartenenza alla razza delle kitsune.
E se qualcuno l'avesse riconosciuto? Sarebbe stata una catastrofe, la sua identità sarebbe stata svelata prima che lui potesse fuggire! Doveva andarsene da lì, e anche in fretta. Non poteva permettersi di essere catturato: era abbastanza ovvio che i lupi non lo avevano fatto prigioniero, bastava guardare dove si trovava e in che condizioni era! Lo avevano salvato e curato, tutto ciò nell'ignoranza di cos'era veramente. Se l'avessero saputo, non avrebbe avuto scampo.
A dir la verità, non ricordava nulla dopo lo scontro con gli Omega, solo dolore e sogni altrettanto dolorosi, che gli rammentavano un passato che non riusciva a lasciarsi alle spalle.
Naruto alla fine si alzò in piedi, barcollando appena, e fece qualche passo in avanti verso la finestra: affacciandosi, vide un villaggio nel pieno della sua vitalità. Decine di persone percorrevano le vie acciottolate con cura, le case erano modeste ma perfettamente curate, i bambini correvano ovunque ridendo spensierati, e qualche foglia di passaggio volteggiava per il cielo azzurro, coronato da nuvole dall'aspetto leggiadro. Era così bello, che per qualche istante il ragazzo fissò ipnotizzato quel piccolo paradiso, ridestandosi alle parole di Kurama.
Torna sulla terra. Sbrighiamoci ad andarcene, percepisco troppi lupi qui intorno.
"Certo, è un villaggio intero!" Ribattè l'altro, alzando gli occhi al cielo. Smise di appoggiarsi al davanzale e si voltò, per poi dirigersi verso la porta di legno scuro e aprirla senza esitare.
Trovandosi in un corridoio vuoto e un po' in ombra, Naruto perse tutta la sua risolutezza e deglutì invano, per nulla rassicurato: l'ansia di essere scoperto era molta, ma non poteva permettere che accecasse la sua accortezza, o la fuga sarebbe andata a farsi fottere.
In punta di piedi (nudi, tra l'altro) il giovane percorse il corridoio, andando dritto verso delle scale a chiocciola che aveva notato subito, visto che da esse proveniva la luce del piano di sotto; appena si apprestò a scendere il primo scalino, tuttavia, delle voci lo bloccarono.
«Sono a casa, Hinata-san.» Una voce maschile, quasi monocorde, giunse alle orecchie di Naruto, che imprecò mentalmente. Che tempismo di merda!
«Bentornato, Neji-san. Sono solo le dieci, come mai sei già a casa?» Questa invece, apparteneva senz'altro a una ragazza, il tono era dolce e sommesso, ma sincero.
«Sasuke sta per tornare, abbiamo rimandato la riunione a quando sarà qui.»
Un piccolo verso sorpreso accompagnò le parole di quel Neji, subito sopo il suono di una sedia che veniva spostata indicava forse che si era seduto.
«Alpha Sasuke-kun è già di ritorno?»
Naruto non poteva vederlo, ma il ragazzo aveva annuito. «Aveva detto che ci avrebbe impiegato qualche settimana, invece ce ne ha messa solo una per sconfiggere quel gruppo di ribelli. Non ho altre informazioni, il collegamento mentale è durato qualche secondo.»
«È proprio da lui.» Nonostante le parole, il tono di Hinata era quasi divertito. «A volte mi ricorda te, Neji-san.»
«Eh?! I-io?»
Naruto, intanto, aveva ascoltato tutto con grande attenzione, ritrovandosi presto a sudare freddo: l'Alpha era lontano dal branco e stava tornando? L'ennesima cattiva notizia della giornata.
Finché non è qui, possiamo ancora svignarcela, disse Kurama.
"Lo so. Non siamo nelle condizioni di vincere, contro un capobranco. Non ora, almeno."
È fottutamente umiliante. Pestati da degli Omega, curati da dei Beta e incapaci di combattere un Alpha! Direi che questa volta abbiamo davvero toccato il fondo.
"Lo hai detto anche quella volta al castello dei vampiri, quando ne abbiamo ucciso uno infilandogli un palo nell'occhio."
Non ricordarmelo...
«Puoi scendere. Sappiamo che ci stai ascoltando.»
Naruto battè le palpebre un paio di volte. Ci impiegò qualche secondo a realizzare che si stavano rivolgendo a lui, deglutì un altro fiotto di saliva. Fantastico.
«Non preoccuparti, non vogliamo farti del male.»
"È arrivata la notizia del secolo." Pensò il biondo, scocciato. Era stato scoperto, tanto valeva fare buon viso a cattivo gioco: avrebbe fatto il santarellino spaventato con tanto di aureola, e poi alla prima occasione sarebbe scappato. Era diventata parecchio efficace, quella tattica.
Afferrando il corrimano come se fosse la sua ancora di salvezza, Naruto scese le scale piano piano, avendo a tratti una visuale sempre migliore del piano di sotto: era relativamente piccolo, si apriva in un accogliente salotto con tanto di camino e terminava in una cucina dall'aria adorabile. Ai fornelli e seduto a un tavolo in cucina, c'erano rispettivamente un ragazzo e una ragazza, dai particolari occhi perlacei.
Bleah, licantropi. Quando impareranno a lavarsi?
"Non puzzano così tanto." In effetti, l'intero ambiente era denso di un dolce profumo di lavanda, il che significava che Kurama stava solo facendo lo schizzinoso. Tipico.
«Buongiorno.» A salutarlo con un timido sorriso fu lei, ai fornelli; in poco tempo, la lavanda venne surclassata da un invitante profumo di uova e bacon, che fece borbottare lo stomaco di Naruto. «Come ti senti?»
"Una merda." «B-bene, credo.» Da bravo attore quale era, inscenò la sua voce più flebile e insicura. «Dove m-mi trovo? C-cosa è successo?»
Sei più finocchio del solito.
Naruto abbassò lo sguardo e si morse il labbro, più che altro per cercare di non ridere al commento della volpe che, come al solito, gli rendeva tutto più facile.
Sento del sarcasmo in questi pensieri.
«Va tutto bene. Ti abbiamo trovato nel bosco qualche giorno fa, eri ferito gravemente, così ti abbiamo portato qui.» Gli spiegò la giovane, in tono così innocente che quasi il biondo si dispiacque per la sua recita. «Sei al sicuro, ora.»
Quasi.
«C-chi siete?» Domandò, immobile al suo posto, ovvero ai piedi delle scale.
«Lupi.» Fu la risposta, seccata, del ragazzo, che gli scoccò uno sguardo penetrante. Forse era più sveglio dell'altra, sarebbe dovuto stare attento. «Tu, invece? Sì può sapere cosa ci facevi in un mare di sangue, circondato da cadaveri?»
Naruto sgranò gli occhi, mettendoci tutto lo sgomento che poteva.
«Neji-san! Non essere così rude, non vedi in che condizioni è?» Esclamò Hinata, voltandosi quasi di scatto.
Si riferisce al fatto che sembri un tossico. Con la felpa che indossi, avrei anch'io dei dubbi.
«N-no, è okay. Io... Io sono stato attaccato.» Mormorò, tenendosi le spalle e guardando il vuoto. Un colpo di freddo lo fece tremare, perfetto. «Erano Omega, come me. Volevano le mie provviste, così sono scappato, ma mi hanno inseguito. Poi...» La sua voce si affievolì, alzò lo sguardo verso i due con fare spaesato e addolorato. «Non mi ricordo. Mi dispiace, io... Non mi ricordo più niente.»
«Non importa, va bene così.» Lo rassicurò la ragazza. «Dai, non restare lì impalato, siediti con noi.»
Ti piacerebbe, tesoro. Così magari percepisci il mio odore, eh? Naruto, inventati una scusa e leviamo le tende.
Il biondo annuì impercettibilmente, e subito si morse la lingua per quel gesto automatico: gli occhi di Neji si affilarono, ma non gli diede il tempo di rispondere.
«Io... Ecco, d-devo andare in bagno. Arrivo subito.» Sussurrò, con finta espressione imbarazzata. «Signorina, potreste dirmi... Insomma, dove...»
«Seconda porta a sinistra, non puoi sbagliare.» Gli rispose teneramente. «E non chiamarmi signorina, avremmo la stessa età!»
«G-grazie.» Chinò il capo mestamente, e corse via senza voltarsi indietro. Salì le scale rapidamente, con un ghigno in volto, e tornò nella sua camera chiudendosi la porta alle spalle senza un rumore. Da lì, andò alla finestra, e si affacciò un'altra volta: la strada non era così affollata, ma c'era comunque qualcuno in giro.
Naruto sogghignò, amava le sfide.

💮💮💮

Intanto, al piano di sotto, Hinata sospirò, scuotendo la testa.
«Non sta andando in bagno, vero Neji-san?» Chiese, aggiungendo condimento al bacon in padella.
«Ha mentito tutto il tempo. Quell'idiota si è scordato che siamo in grado di sentire il suo battito cardiaco.» Ribattè Neji, aspramente.
«Dobbiamo lasciarlo andare?»
Il ragazzo si passò una mano fra i lunghi capelli castani, poi annuì. «Lascia che se ne occupi Sasuke. Se quel tizio ha davvero ucciso tre Omega da solo, è un pericolo e va eliminato.»
E lanciò un'occhiata tagliente alla cugina, con una smorfia. «Questa è solo colpa tua, Hinata-san, lo sai vero? Sei troppo compassionevole.»
Lei non rispose. Piuttosto, volse lo sguardo fuori dalla finestra, guardando con espressione indecifrabile gli abitanti del villaggio più in fermento del solito: i bambini correvano ovunque, i negozi esponevano la loro merce migliore e i passanti avevano almeno l'ombra di un sorriso spensierato sulle labbra. C'era cui fischiettava, chi rideva e chi chiacchierava amabilmente con gli altri. Erano tutti sereni, e Hinata li capiva: dopotutto, l'Alpha stava tornando a casa.


Zona Autrice:

Mi stavo dimenticando di pubblicare, accidenti!
Ohayo, minna-san!
Riuscite a intravederlo, vero? Il trash, parlo del trash.
L'umorismo scadente di Kurama farà breccia nei vostri cuori come ha fatto nel mio: non è una promessa, ma un dato di fatto XD

Inutile ripeterlo: gruppo Telegram, me e Vanessa_Butterfly_, bla bla bla XD

Non ho niente da dire, spero che il capitolo vi piaccia!

Sayonara💕

- C_Andy

[Sasunaru] ᎪNᏆᎷᎪ ᏩᏌᎬᎡᎡᏆᎬᎡᎪWhere stories live. Discover now