_Flyer_ Lo dedico a te, sei completamente pazza sorella🌸
«Siate cauti, mi raccomando.» Disse Sasuke, davanti alla squadra pronta a partire.
Neji, Tenten e un ragazzo con una bizzarra tuta verde e i capelli a scodella, di nome Rock Lee: decisamente, uno dei team più forti del villaggio, al pari dei Taka e forse a tratti anche superiore. Quei tre erano degni di fiducia al cento per cento, ogni missione che gli veniva affidata era sempre completata, erano dei veri veterani anche grazie al loro ex sensei, un vecchio amico di Kakashi piuttosto singolare.
«Non preoccuparti, torneremo in un battibaleno.» Fece Tenten, le mani sullo zainetto celeste. Era una ragazza piuttosto carina, aveva i capelli castani legati in due chignon e dei grandi occhi nocciola: era la compagna di Neji, anche se i due avevano un rapporto più conflittuale che altro. Un po' come Sasuke e Naruto, però, in fondo tenevano l'uno all'altra e si guardavano le spalle; con Rock Lee poi, erano amici da sempre, e ciò aveva solo rafforzato il legame della squadra.
«La foresta Nera dista almeno un giorno di viaggio da qui sotto trasformazione.» Continuò l'Alpha, serio. «Se entro tre non riceverò alcun messaggio, verrò a cercarvi di persona. Ho provato sulla mia pelle cosa sono in grado di fare quei vampiri.»
Ancora gli prudevano le mani al pensiero: la notte in cui aveva aggiustato tutto con Naruto, era partito alla ricerca di alcuni Omega rissosi che creavano problemi, di norma mandava sempre Suigetsu o qualcuno dei suoi, ma in quel periodo voleva distrarsi dalle questioni di cuore. Poteva solo ringraziare il suo desiderio, visto che probabilmente chiunque altro non sarebbe uscito vivo da quella infernale lotta con una ventina di succhiasangue potenziati.
«Non avremo problemi.» Lo rassicurò Neji. «Dobbiamo solo reperire informazioni, terremo un profilo basso e saremo qui prima di domani sera.»
«La forza della giovinezza è con noi, torneremo sani e salvi!» Proruppe Lee, gli occhi a palla che brillavano della consueta luce energica.
L'Alpha si abbandonò alla sedia, incrociando le braccia al petto. «Allora andate, e riferitemi tutto su quei figli di puttana.» Li congedò così, i tre annuirono e lasciarono l'ufficio, in direzione della foresta.
Rimasto solo, Sasuke si massaggiò il volto, che era il ritratto della preoccupazione, e sospirò: aveva offerto su un piatto d'argento alcuni fra i suoi uomini migliori al nemico, e ciò lo angosciava non poco.
Non dubitava di Neji e gli altri, d'altra parte quei vampiri potevano essere un serio problema... Si disse che era questo il motivo per cui li aveva mandati a indagare a così poco della riunione tra i Quattro Grandi Branchi, ma non riuscì ugualmente a tranquillizzarsi.
In quel momento, il corvino percepì dei passi goffi e pesanti venire verso di lui, insieme all'odore di Naruto, ed ebbe appena il tempo di sbuffare che il biondo spalancò la porta con ben poca delicatezza: indossava dei calzoncini blu, una orripilante maglietta arancione fluo e sorrideva raggiante, con un logoro pallone da calcio sottobraccio.
«Yo, teme! Stiamo per iniziare la partita, vuoi venire?»
«Di che diavolo stai parlando?»
Naruto sembrava più euforico del solito, a stento riusciva a stare fermo. «Della partita di calcio che abbiamo organizzato io e Kiba!» Fece, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Prima dovrai uccidermi e trascinare il mio cadavere fin là.» Grugnì il lupo, già orripilato al pensiero di doversi sorbire la puzza di fango e sudore per un intero pomeriggio; all'improvviso aveva la mezza idea di seguire Neji, Rock Lee e Tenten oppure spezzarsi l'osso del collo. Entrambe le opzioni risultavano comunque più appetibili della prima.
La kitsune si imbronciò. «Che palle! Dai, cosa ti costa? Sakura-chan e le ragazze stanno anche preparando un rinfresco, almeno così mi ha detto April... Avanti teme, fammi contento! Quando ero piccolo mi facevano sempre stare in porta, invece stavolta ci hanno messo un certo Choji.»
«Ho detto di no.» Chiuse il discorso, secco. «E togliti dalla mia vista, che quell'arancione non si può vedere.»
Naruto sbuffò, roteando gli occhi celesti. «Abbiamo la stessa età, ma tu sembri mio nonno.» Iniziò a fare qualche palleggio sul ginocchio con la grazia di un elefante, sbracciandosi appena per mantenere l'equilibrio. «Guarda eh... Sono un po' arrugginito, diamine...»
«Non puoi solo andartene, Usuratonkachi?» Sbottò Sasuke, irritato oltre ogni dire. «Hai la coordinazione di un tombino, se rompi qualcosa ti taglio un piede.»
Lui smise di palleggiare e afferrò il pallone che ritornò sotto il suo braccio per circa qualche secondo, prima di rotolare a terra; imprecando a bassa voce, Naruto si chinò a raccoglierlo, era finito sotto un vecchio mobile.
Lo sguardo di Sasuke saettò alla velocità della luce sul fondoschiena del biondo, fasciato in modo magistrale dai pantaloncini sportivi: in quel momento poi, piegato verso terra con il bacino in alto, sembrava invitarlo a fotterlo. L'Alpha, dopo un momento di contemplazione, si chiese se mai quel dobe lo stesse facendo apposta, e dal risolino a stento trattenuto che fece quando incrociò il suo sguardo, ebbe una risposta più che chiara.
«Ti godi il panorama?» Chiese in tono falsamente innocente, rimettendosi dritto con un ghigno.
Sasuke si picchiettò il labbro inferiore con le dita. «Quando è così pittoresco me lo concedo. Per farmi eccitare però, dovrai impegnarti di più.»
Quelle parole accesero una scintilla di malizia negli occhi di Naruto, che lasciando perdere il pallone appoggiò le mani sulla scrivania, chinandosi in avanti. «Oh, ma davvero? E se venissi dietro di me, in questo momento, ti ecciteresti?» E appoggiò il mento sul legno lavorato, sempre con la parte inferiore del corpo rigorosamente in alto. Inarcò la schiena in modo osceno, sghignazzando.
Sasuke sogghignò, sentendo un brivido percorrerlo, e si avvicinò al suo viso per baciarlo. Coinvolse immediatamente le loro labbra in un bacio bagnato, al quale seguì l'incontro tra le lingue; i due umidi muscoli si avvinghiarono come serpi voraci, assaporandosi e succhiandosi con avidità mentre i loro padroni intrapresero una lotta di supremazia a dir poco epocale.
A terminarla per abbandono fu Sasuke, che lasciò le labbra rosse della Kitsune per sussurrargli lascivamente all'orecchio: «Sta arrivando Kiba. Assumi una posizione decente, Usuratonkachi.»
L'altro ricambiò allo stesso modo, ansimante per l'aria non ancora recuperata del tutto. «Altrimenti? Cosa mi fai, Sas'ke?»
La temperatura della stanza stava salendo inesorabilmente, questo era evidente; il lupo sapeva di doversi fermare, avevano ancora pochi secondi prima che quell'imbecille di Inuzuka li interrompesse, e poi... Per quanto fosse eccitante ed allettante insieme, la loro prima volta non poteva essere sprecata in un ufficio.
Ci sarebbe stato tempo per quello.
Nonostante tutto questo, Sasuke non resistette e soffiò un'ultima volta, mordendo il labbro inferiore di Naruto. «Altrimenti potrei seriamente prendere in considerazione l'idea di sculacciarti.»
La situazione si fa scottante come un piatto di pasta, Commentò Kurama, vagamente disgustato, Stai attento con le false promesse. Lupo feroce, lupo precoce, se col limone ce l'ha duro il suo uccello è prematuro.
Naruto non diede ascolto alla volpe, sentendo l'entità tra le sue gambe pulsare e la gola seccarsi all'improvviso: le pupille dilatate e il cuore martellante nel petto, fece appena in tempo ad alzarsi in piedi e a prendere un respiro profondo, che la porta venne spalancata senza permesso o grazia per la seconda volta, rivelando Kiba con la stessa divisa del compare.
«Mio Dio, sei più lento di mia nonna, Uzumaki! Ci sei o no?» Si lagnò, grattandosi la nuca e infrangendo in mille pezzi l'aria scottante che si era creata. L'occhiata omicida che l'Alpha gli rivolse non fu abbastanza da fargli capire che aveva interrotto qualcosa. «Sapevo che Sasuke avrebbe detto di no. Mi devi quei soldi.»
Naruto grugnì. «A quanto pare.»
A quel punto però, il corvino si alzò in piedi, scostando leggermente la sedia e attirando così l'attenzione dei due. «Ho cambiato idea proprio ora.» Esordì, tossicchiando. «Ma scordatevi che starò nella vostra stessa squadra, non cadrò così in basso.»
Il biondo si illuminò, iniziando a saltellare e sfottere Kiba. «LO SAPEVO! RIUSCIREI A CONVINCERE ANCHE DIO A BESTEMMIARE, CAZZO.»
Gli basta vederti in faccia e ci sei riuscito.
L'Inuzuka sbuffò, visibilmente infastidito per la sua sconfitta, e tornò verso la porta. «Allora vado a prenderti la maglia degli altri, capo. Per tua fortuna, Suigetsu e Juugo si sono offerti di giocare.» Disse, borbottando qualcosa sul fatto che avrebbe dovuto vendere il suo rene, e sparì nel corridoio del quartiere generale a grandi passi.
Rimasti soli, i due si concessero di sospirare, più rilassati ora che l'intimità era stata ristabilita.
«Posso sapere cosa ti ha spinto ad accettare, principessa?» Domandò Naruto, facendosi nuovamente malizioso e calciando il pallone in un angolo della stanza.
Un ghigno increspò le labbra sottili di Sasuke, che sorpassò la scrivania e si avvicinò al compagno, attirandolo a sé per la vita. «Una scommessa, Usuratonkachi.»
Lui inclinò la testa da un lato, ora seriamente curioso. «Uh? E cosa vorresti scommettere?»
Il lupo era ormai a pochi centimetri dalle sue labbra, ci passò lentamente la lingua facendo trasalire l'altro; l'umido muscolo trovò ben presto spazio tra le labbra del biondo, ora schiuse, e andò alla ricerca dell'altro per coinvolgerlo in una danza molto più volgare della precedente. Afferrò una natica del ragazzo, tastandone la morbidezza facendolo gemere, e frizionò i loro bacini.
«Tu cosa vorresti scommettere?» Mormorò, beandosi dei respiri sconnessi del compagno.
Naruto si morse il labbro inferiore, combattendo l'eccitazione che per la seconda volta lo stava consumando. Espirò, dopodiché si passò il pollice sul lembo di carne che teneva intrappolato tra i denti. «Io scommetto la mia bocca. Non sulla tua, ma dove pensi che ci stia meglio.»
Sasuke trattenne il respiro per un momento, nonostante sperasse in qualcosa del genere; togliendo di mezzo denti e pollice, si fiondò sulle labbra di Naruto un'altra volta.
E ancora, le loro lingue si trovarono come attirate da una forza superiore; le braccia della kitsune finirono intorno al collo dell'altro, che di rimando usò anche l'altra mano per stringergli il fondoschiena, come se non ne avesse mai abbastanza.
«Accetto la sfida.» Disse, con voce roca e graffiante. «E scommetto la mia mano. Non intrecciata alla tua, ma dove pensi che potrà farti godere.»
Chi vincerà questa sfida? Il gelataio o il falegname?
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[Sasunaru] ᎪNᏆᎷᎪ ᏩᏌᎬᎡᎡᏆᎬᎡᎪ
Fanfiction[IN CORSO] - [PRESTO IN REVISIONE] In un mondo assai spietato e crudele, dove le leggende usate per spaventare i bambini hanno lasciato i libri di favole e hanno preso vita, due giovani anime sono destinate a intrecciarsi in modo indissolubile. Da...
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