[6] ▪️Che gran figo▪️

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Dopo averlo riportato al villaggio sulla sua groppa (cosa che non era mai successa prima e che non si sarebbe dovuta ripetere in futuro), Sasuke rimase accanto al suo compagno per tutto il giorno.
Non aveva più dubbi, in merito, e non era soltanto l'odore, che lo aveva aiutato a capirlo: quel ragazzo era speciale, sotto ogni aspetto che lo si guardasse.
Lo aveva portato a casa sua, una villetta a nord del villaggio non particolarmente isolata, e durante la sua convalescenza aveva avuto modo di osservarlo con attenzione, cosa che logicamente durante lo scontro con l'Omega (ancora gli prudevano le mani al pensiero) non aveva potuto fare.
Il suo compagno era molto giovane, della sua età probabilmente, possedeva una pelle ambrata e lucenti capelli dorati, che parevano incanalare tutta l'energia del sole in quelle ciocche ribelli, e poi i suoi occhi. Dio, i suoi occhi. Sasuke li aveva visti bene, e ne era rimasto ammaliato: erano di un azzurro celestiale, uniforme, ma non particolarmente chiaro. In confronto, gli occhi degli Omega non erano nulla. Il loro monotono blu non avrebbe mai potuto competere con quei veri e propri diamanti.
C'era anche da dire che i vestiti del ragazzo erano davvero messi male, perciò aveva dovuto dargli i suoi... E per l'amor di dio, lo aveva anche spogliato.
Ora, Sasuke non era armato di cattive intenzioni, ma cazzo, era umano, non era fatto di legno! Quindi, aveva avuto qualche difficoltà a trattenersi, alla vista del fisico asciutto e scattante e del misterioso tatuaggio del biondo, che intanto dormiva con fare innocente... Ma alla fine ce l'aveva fatta, e l'aveva rimesso a dormire dopo avergli cambiato le bende.
Ora, era sul punto di assopirsi sulla sedia accanto al letto, l'orologio segnava le sette di sera e lui non aveva ancora chiuso occhio, era consapevole di aver trascurato i suoi impegni da Alpha (compresa la riunione, Neji l'avrebbe ucciso), ma non aveva intenzione di schiodarsi da lì fino al risveglio del suo compagno. Voleva sentire di nuovo la sua voce, quasi bambinesca, voleva che i suoi occhi celesti si aprissero per lui...
In quel momento, la porta della stanza da letto si aprì, mostrando un castano dagli occhi perlacei e l'aria imbronciata: parli del diavolo...
«Neji. Non ti hanno insegnato a bussare?» Chiese retoricamente Sasuke, infastidito da quella intrusione, ma non troppo sorpreso: gli aveva dato una copia delle chiavi qualche mese prima, e da allora ne approfittava per venire quando gli pareva.
Neji Hyuuga era l'unico, oltre i Taka, che si permetteva di comportarsi in quel modo irriverente nei suoi confronti: non che chiedesse di essere trattato con chissà quale riguardo, erano gli altri a essere semplicemente intimoriti da lui.
«Non sei venuto alla riunione.» Mugugnò Neji, scocciato. «Ti rendi conto di quanto ci metto a organizzarla? Devo sorbirmi i due Takidioti che litigano, Shikamaru che viene quando cazzo gli pare e gli altri che fanno casino come dei dodicenni, e tu non vieni?! Io ti ammazzo.»
«Non gridare, idiota.» Sibilò il moro, lanciandogli un'occhiataccia. «Ti sembra il momento? C'è il mio fottuto compagno nel mio fottuto letto, che non apre gli occhi da ieri, e tu mi vieni a parlare della riunione?»
Il Beta sbuffò sonoramente, incrociandole braccia al petto. «Non ti riconosco più... Dov'è il Sasuke dedito anima e corpo al lavoro che conosco? Non ti sarai già innamorato spero? Non avete ancora parlato!»
Sasuke alzò gli occhi al cielo. «Sei venuto qui solo per rompere le palle?»
«In realtà no. Volevo avvisarti che abbiamo sepolto l'Omega nel cimitero del branco, come volevi tu.» Assottigliò lo sguardo. «Si può sapere che diavolo ti è venuto in mente? Un vagabondo a riposare con i nostri morti...»
Nella mente di Sasuke, un enorme flashback coprì ogni cosa: il suo compagno in ginocchio accanto all'Omega, che lo accarezzava con gli occhi lucidi, scusandosi -scusandosi!- per aver ucciso i suoi sottoposti. Un'azione così straordinaria che il moro, quando ci pensava, percepiva lo stesso brivido caldo della prima volta, quando vi aveva assistito: in quel momento, avrebbe voluto solo abbracciare il biondo, stringerlo a sé, ma non aveva fatto in tempo perché aveva perso i sensi, facendogli prendere un colpo.
«...E l'abbiamo perso. Ho capito, mister Alpha, me ne vado.» Sbottò lo Hyuuga, scuotendo le spalle. «Quando connetti di nuovo i neuroni fammi un fischio, io vado a casa.» E lasciò la stanza, chiudendo la porta con una certa veemenza. Sasuke sospirò, scuotendo appena la testa: quel tizio era irrecuperabile.

[Sasunaru] ᎪNᏆᎷᎪ ᏩᏌᎬᎡᎡᏆᎬᎡᎪWhere stories live. Discover now