XLIX - RICHTIGE ENTSCHEIDUNGEN

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Richtige entscheidungen significa "Giuste decisioni" in Tedesco.

ALEXANDER

<<Come?>> Mormorò Edna con la sua solita calma, sistemandosi di fronte a me. <<Fino a prova contraria, mia cara, sua madre sono io.>>

<<Perché se tu fossi realmente la sua reale madre, non dovresti più essere umana...>> Continuò Kyle. <<E di conseguenza saresti anche tu una...>> Si mise due dita sotto al mento e iniziò a massaggiarselo con fare pensieroso. <<Bestia, giusto?>>

La donna dai lunghi capelli rossi sospirò, riportando l'attenzione su di me.
Iniziavo a sentire un'adrenalina mai provata, ma che mi ricordava i giochi che eseguivo con le mie vittime.
L'animale in me voleva vendetta, ed il problema principale era che la mia parte umana era pienamente d'accordo.
Un mix strano, perché non accadeva praticamente, ma che si poteva rivelare letale.
Continuavo a lottare contro l'istinto di ucciderla immediatamente, quello di farla prima soffrire immensamente, e quello di lasciar perdere e pensare al druido che potesse salvare Hanya, a meno che...

<<Aspetta...>> Sussurrai, preso un improvviso dubbio. <<Tu non sei il druido di cui ci hanno parlato, vero?>>

<<No, Christofer, io...>>

<<Mi chiamo Alexander.>> La interruppi bruscamente, stringendo i pugni lungo i fianchi. <<Non chiamarmi più Christofer.>>

<<Io... Pensavo che la donna a cui ti avevo affidato ti avesse lasciato il tuo nome così come da me richiesto.>>

<<Innanzitutto...>> Scavalcai Edna che stava per parlare, ma che all'ultimo momento decise di non farlo, e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso. <<Tu non mi hai affidato a nessuno, ma mi hai abbandonato, penso che tu conosca la differenza tra le due parole, giusto?>>

<<Io...>>

<<Secondo, il mio nome è Alexander. Tu mi hai solo messo al mondo, poi sei fuggita da una persona che chiamavi bestia, ma ora...>> La indicai con sguardo schifato e freddo, cogliendo la sua reazione dispiaciuta. <<Vedo che non sei molto diversa da noi, giusto?>>

<<Non lo so, suppongo di non averlo mai capito fin quando non sono stata trasformata. Io non avrei saputo come crescerti se fossi stato... Se ti fossi trasformato in...>> Una lacrima solcò il suo viso, facendomi solo infuriare ulteriormente. <<In quella cosa.>>

Ridacchiai.
Una risata che si dimostrò aspra e amara, appena prima di balzare sopra di lei trasformandomi nella ormai famosa bestia.
I momenti che seguirono furono molto confusi, tanto ero accecato dalla rabbia.
Sentii vari piagnucolii intorno a me, tra cui "Alex fermati!", "Alex non farlo!" e persino "Vi prego fermatelo!", ma nella mia testa era come se fosse scattata una molla che ormai era arruginita da troppo tempo e che non vedeva l'ora di bloccarsi sul tasto "Accensione".

Gli occhi della donna si trasformarono ben presto in due bagliori giallognoli, e quando tentai di dare il primo morso mi ritrovai solo con un ciuffo di peli rossicci tra le zampe.
Ruggii e mi voltai, vedendo un lupo rosso e affascinante, che sembrava quasi volteggiare mentre, sull'attenti, mi girava intorno.
Le orecchie erano tese ma leggermente girate verso l'indietro, la coda folta e lunga era infilata in mezzo alle zampe posteriori e il suo andamento era lento ed incerto.
Era ovvio, sotto occhio attento, che non voleva combattere, e che la sua trasformazione era avvenuta solo in seguito alla mia o per riuscire a sfuggirmi.
La sua postura, infatti, era totalmente contraria alla mia che, con orecchie dritte verso l'alto e attente cercavo di cogliere ogni singolo rumore interessante.
La coda era rigida e tendeva verso l'alto, mentre sentivo i peli lungo la schiena drizzarsi leggermente per la rabbia e la voglia di attaccare.
Tuttavia aspettai, gustandomi lentamente la sua paura circondare tutto l'ambiente.
Si chinò leggermente e si stese a pancia in su, come ad avvertirmi di non voler lottare, ma io non avevo la minima intenzione di stare a sentire una persona che mi aveva abbandonato solo per ciò che sono.
Mi chiesi per un secondo come sarei diventato se non fossi stato abbandonato; probabilmente uguale ad ora, ma questo pensiero offuscò la mia mente solo per una manciata di secondi.
Mostrai i denti e il mio ruggito circondò il fitto bosco intorno a noi, facendo leggermente vibrare gli alberi più fini e deboli.
Lei si tirò subito in piedi e indietreggiò di qualche passo, tenendo sempre il muso basso in segno di sottomissione.
Io, però, non la volevo sottomessa. La volevo morta.

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Where stories live. Discover now