Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.

V- DEUTSCHLAND

Deutschland significa "Germania" in Tedesco.

HANYA.

Non appena riaprii gli occhi pensai veramente di sognare.
No, mi correggo.
In realtà non pensai subito di sognare.
Inizialmente pensai di essere morta, e che davvero ci fosse qualcosa dopo.
Subito dopo arrivò l'idea del sogno.

Decisi che, qualunque fosse la giusta risposta, tanto valeva dare un'occhiata.
Mi trovavo in una stanza non molto grande, ma accogliente.
Ero sdraiata su un divano parecchio ampio ed ero avvolta da una coperta di lana caldissima e morbidissima.
Allungai una mano e la strinsi in un pugno.
Sembrava fatta a mano, ed era davvero confortante avvertire quello strano senso di amore e di calore.
Davanti a me c'era un meraviglioso caminetto di mattoni dall'aria un po' antica, e all'interno di esso due tronchi di legno ardevano provocando una bellissima atmosfera e un meraviglioso tepore.
Mi sentivo stanca e affamata.
Sensazioni reali, giusto?
Nonostante questo, però, ciò che avevo intorno mi sembrava troppo per essere vero.
Restavo fermamente convinta sull'idea del sogno.

Mi misi a sedere e guardai il resto della stanza.
Un lungo tavolo di legno stava posizionato al centro, e varie credenze colme di libri si trovavano lungo quasi tutte le pareti.
Tutto aveva l'aria di essere molto antico e l'insieme di cose rendeva l'ambiente molto casereccio; sembrava quasi di essere nella casa dell'amico poliziotto di mio padre, fatta tutta di legno e soggetta a molti problemi durante il tempo proprio a causa di questo.
Questa casa, però, a differenza di quella sembrava più robusta, e dava molto di più il senso di accoglienza.
Varie finestre tonde e contornate da tende color pastello si trovavano qua e là e, a differenza di tutto il resto, la porta era possente e simile a quelle blindate.
Delle scale a chiocciola che facevano venire il mal di testa solo a guardarle si trovavano in un angolino della stanza, mentre altre due porte (anch'esse di legno) si trovavano vicino alle librerie.

Riportai l'attenzione sul fuoco, e allungai distrattamente le mani per ricevere la sensazione di calore dovuta alla brace.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalle immagini dei miei ultimi ricordi: il bosco, la neve, i lupi.

I lupi...

Sentivo ancora chiaramente le voci all'interno della mia testa, senza aver bisogno di passare attraverso i timpani.
Le voci di quelle bestie maestose e meravigliose si trovavano a lottare insieme alla voce dei miei pensieri, che purtroppo non taceva mai.

Mi alzai e mi diressi verso una finestra, scostai la tenda e guardai fuori.
Mi accorsi che il tramonto era vicino, e che intorno alla casa non c'era altro che un infinito ammasso di alberi, cespugli e piante.
Sembrava quasi una casa costruita in mezzo al bosco, o in mezzo al nulla.
Un accenno di luna si mostrava timido nel cielo che iniziava ad imbrunire, e non c'era l'ombra di nuvole.
Sentii delle voci in lontananza farsi sempre più vicine, perciò mi avvicinai lentamente al divano su cui mi ero svegliata e attesi, curiosa di sapere chi avrei incontrato.
Riconobbi subito la prima voce, mentre la porta si spalancava, facendo entrare l'aria gelida invernale.

<<No, Kyle, non puoi uccidere animali o persone innocenti solo per cibarti. Abbiamo abbastanza cibo in congelatore da poter sfamare un esercito.>> Disse la stessa voce roca e anziana che avevo sentito nella mia testa, e riconobbi anche quel nome, Kyle, perché quella stessa voce l'aveva già nominato altre volte.

Un'anziana ma giovanile signora entrò nella stanza, si tolse la sciarpa di lana evidentemente fatta a mano e l'enorme cappotto invernale e li appese in uno strano attaccapanni appeso al muro.
I capelli biondo chiarissimo erano raccolti ordinatamente in una crocchia, e a tratti erano bianchi.
Gli occhi erano grandi e chiari, tendenti al cielo, e le labbra sottili e incurvate leggermente verso l'alto.
Sembrava una donna dolce e gentile, anche se nei miei ricordi era un lupo grigio non tanto grande ma ugualmente bellissimo.