XI - ERPRESSUNG

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Erpressung significa "Ricatto" in tedesco.

HANYA

Ero al computer da quasi quattro ore quando qualcuno bussò alla porta della mia camera. Avevo fatto ricerche in ogni dove riguardo le leggende sul cristallo o sui suoi poteri specifici ma, come sospettavo, il mondo degli umani è talmente ignaro della nostra esistenza che inventa cose assurde che nemmeno esistono realmente, ma non menzionano una finta lupa con un potere telepatico.
Sbuffai e andai ad aprire la porta.
Ero stanca, mi facevano male gli occhi e avevo saltato la cena, così come il pranzo.
Non male come serata.

<<S... Simon.>> Dissi leggermente tentennando quando me lo trovai davanti.
Non mi aspettavo di trovare lui.

<<Io...>> Sospirò, prima di passarsi nervosamente la mano tra i capelli. <<...Possiamo parlare?>>

Non ci eravamo più parlati da quando, due sere prima, il nostro contatto aveva letteralmente creato una scossa così forte da farmi drizzare i capelli.
Mi sentivo un po' la protagonista di un cartone animato che aveva messo le dita in una presa della corrente e, a giudicare dalla sua reazione, per lui doveva essere stato esattamente identico.

Vederlo in quello stato mi fece tentennare per un momento.
Sembrava parecchio nervoso e ansioso, e non riusciva né a guardarmi negli occhi, né a stare fermo per due secondi consecutivi.

<<Certo.>> Dissi, mettendomi da parte e facendolo passare.
Richiusi la porta alle mie spalle e lo seguii.

I suoi capelli biondi risplendevano sotto la luce artificiale, e i suoi occhi sembravano davvero molto stanchi, soprattutto con quelle enormi occhiaie sotto.
Ero sicura che quelle non fossero borse sotto agli occhi, ma enormi valigie stracolme di roba.

<<Hai un aspetto orribile.>> Mi sfuggì.

Ma perché sono così idiota? Pensai subito dopo, pentendomi di ciò che avevo appena detto.
Mi portai una mano sulla bocca, cercando di rimediare. <<Scusa, non intendevo...>>

<<Sei gentile.>> Alzò una mano in aria, bloccandomi. <<In ogni caso credo sia un complimento detto da una che ha un aspetto come il tuo.>> Ridacchiò indicandomi con l'indice. <<Davvero? La figlia di un lupo con gli occhiali?>>

Mi tolsi immediatamente gli occhiali da vista e abbozzai un sorriso imbarazzato.
Portavo sempre le lenti, ma non appena ero in camera e da sola usavo gli occhiali per far riposare gli occhi.
Non mi mancava molta vista, ma ovviamente quella che doveva essere un licantropo non avrebbe dovuto indossare gli occhiali.
I lupi non hanno problemi di vista.

La mia vita e la mia situazione erano invidiabili.
Chi non avrebbe voluto essere una non lupa mezza cieca? Io avrei fatto la fila!

Feci in automatico una smorfia di imbarazzo. Ero un caso irrecuperabile.

<<Scusa, stavo... Studiando.>> Dissi, chiudendo velocemente il computer per evitare che vedesse le mie ricerche.

<<Studiando per cosa? Per imparare a dire bugie migliori?>> Ridacchiò ancora, sedendosi sul bordo del letto.

Era chiaro che fosse nervoso, ma che comunque cercava di spezzare la tensione con delle battute sarcastiche.
Simon aveva qualcosa di diverso da tutti gli altri del branco.
Mi incuriosiva.
Avevo una curiosità malsana di sapere qualcosa in più su di lui.
Chiarivo questa stranezza a me stessa raccontandomi che era solo perché anche lui era stato cacciato via di casa.
La parte stronza di me stessa invece continuava a ripetermi "Balle, lui ti interessa e basta."

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Where stories live. Discover now