I-VERLASSEN

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Verlassen significa "abbandonata" in tedesco.

HANYA

Era notte fonda ormai, mentre percorrevo le vie deserte di Vienna senza una direzione ben precisa.
Ciò che regnava sovrano, in quelle strade prive di anima viva, era il silenzio, forse per l'ora (le due del mattino) o forse per via del freddo pungente invernale.
Inarcai leggermente le spalle, stringendomi un po' di più nel cappotto per cercare di vincere il ghiaccio che tentava insistentemente di entrarmi nelle ossa.
Ciò che però mi faceva rabbrividire maggiormente non era il gelo, ma i pensieri che mi affliggevano.
Mi avevano cacciata, abbandonata così, senza preoccuparsi minimamente che avrei potuto non superare la notte.
Sono cose che dai propri genitori non ci si aspetta.
La cosa più ovvia è che un genitore ami i propri figli indistintamente, senza pregiudizi, senza preoccuparsi del carattere, dell'altezza, del peso, dell'orientamento sessuale o altro.
Un genitore ti ama ad occhi chiusi, nessun amore è all'altezza di quello per il proprio figlio.
Certo, quello era ciò che pensavo io fino a quella sera.

Ero e sono pienamente conscia del fatto che non sono mai andata d'accordo con i miei genitori o con mio fratello, come sono conscia anche del fatto che mio padre non ha mai creduto che io fossi realmente sua figlia.
Vengo da una lunga generazione in cui tutti, e dico veramente tutti, hanno i capelli rossi o color carota e gli occhi verdi. 

Certo, tutti tranne me.

Io infatti sono nata con i capelli corvini e gli occhi nocciola.
Beh, è solo uno stupido colore, cosa c'è di male?
Non ho mai capito cosa realmente avessi di diverso.
Non ho mai capito come realmente volevano che fossi.
Loro, invece, non hanno mai capito che era impossibile mutare il mio aspetto o il mio carattere.

Per mio padre, infatti, avere i capelli neri non è esattamente come averli rossi, e la soluzione più logica per lui era che mia madre l'avesse tradito.

Mi ha odiata fin da subito.
La sua gioia si tramutò immediatamente in odio non appena vide il colore dei miei capelli e quello dei miei occhi.

Uno stupido colore può davvero privare qualcuno della gioia di diventare genitore?

A quanto pare si, al punto da sbattermi fuori casa nel bel mezzo della notte, e nel bel mezzo del mio ventunesimo compleanno.
Che bel compleanno che passai quell'anno: al freddo, in mezzo alla neve, senza un posto in cui andare e abbandonata dalle persone che più mi dovevano amare al mondo.
Rimasi delusa soprattutto da mia madre.
Lei, a differenza di mio padre, quando ci ritrovavamo da sole non faceva altro che dirmi quanto mi amasse e quanto fosse fiera di me.
Anche lei, ovviamente, fino a quella stupida sera.

<<Sono convinta, ora sono pienamente convinta!>> Aveva detto con voce tremante, indicandomi. <<Ho ignorato i segnali fino a questo momento, ma ora lo so! Ti hanno di certo scambiata in ospedale, tu non sei la mia Hanya. La mia Hanya è in qualche altra famiglia, chissà dove, abbandonata al mondo.>> Il suo tono era strano, forzato, come se si fosse studiata quelle parole per una vita intera.

Dopo quella frase, invece, ero stata io ad essere stata abbandonata al mondo.
Ho sempre pensato che mio padre fosse uno stupido ad odiarmi solo perchè non avevo i capelli rossi o gli occhi verdi; dopo tutto ero fermamente convinta che un vero padre ed una vera madre sono le persone che ti crescono, ti educano e ti donano tutto l'amore possibile, e non necessariamente chi ti mette al mondo.
Per i miei genitori non era così, e forse il motivo era soltanto uno: una figlia diversa da loro avrebbe fatto perdere autorevolezza e considerazione alla famiglia.

Esattamente, io non ero come loro, anche se sinceramente quella notte non sapevo se esserne felice o meno.

Mio padre era l'Alpha del branco della luna piena, il più importante e feroce di tutto il mondo.
Ed io ero... Come si può definire la figlia di un'Alpha che scopre di non essere un licantropo?
Per mio padre la definizione giusta era nullità.

Io per lui ero una nullità, perciò mi aveva cacciata via, quasi contento del fatto che forse sarei potuta morire di freddo.

Forse era quello il mio destino, o forse la vita aveva in serbo per me qualcosa di meglio di un padre del genere...


||Spazio per me||

Ciao a te che ti sei imbattuto in questa storia :) 

Questa è la mia seconda storia, viene fuori da millemila idee e non so nemmeno io come ho fatto a scartarne alcune e a sceglierne altre, ma eccola qua...
Ho deciso di ambientare questa storia tra l'Austria e la Germania, la prima perchè mi piacerebbe davvero tanto visitarla, e la seconda perchè ci vivono dei miei parenti e so per certo che ha dei paesaggi da mozzare il fiato! (tra cui molti boschi, indispensabili per dei lupi ahah :D)

Aggiornerò una volta alla settimana, perciò ogni giovedì.

Ringrazio tutti coloro che si fermeranno a leggere e a chi con qualunque gesto mi fa capire se la storia piace oppure no.
Non ho tanti capitoli pronti ma ho una trama bene in mente, perciò credo che non ci metteranno molto tempo a venire fuori!

Vi auguro una buona lettura e spero con tutto il cuore che questa storia vi piaccia :)

Bye bye ;)

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora