CAPITOLO XXXVI

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  Maya aspettava paziente in auto il ritorno di Masumi, non si era fatta troppe domande sul motivo per cui aveva voluto fermarsi in ufficio... in fondo lui era un uomo d'affari, amava anche questo suo lato.

Era rimasta piacevolmente sorpresa dalla reazione di Masumi alla sua decisione, per un attimo, quando aveva fermato la macchina in modo così repentino, la sua mente era tornata indietro a ... sorrise... non era passato molto tempo dall'ultimo litigio... eppure sembravano trascorsi anni luce, anni di incomprensioni svanite in un battito di ciglia, ma non rimpiangeva niente, perché era valsa la pena attendere una felicità così grande che non sarebbe stata capace di immaginare...

Un suo sguardo una sua parola la facevano volare...senza paura di cadere perché c'era lui e non l'avrebbe lasciata, ne era certa ormai.
Nemmeno la sua ultima rivelazione lo aveva fatto ritornare sui suoi passi, dopo un attimo di sbigottimento l'uomo era ritornato il dolce compagno che aveva imparato a conoscere in quei pochi giorni...il suo Masumi

[fammi respirare ancora, portami dove si vola, dove non si cade mai...]

L'aveva salvata dalla NON VITA che aveva scelto a Yokohama ed ora la appoggiava nella decisione che anche a lei sembrava incredibile, ma che sentiva essere giusta...
L'aveva stupita con la sua tenerezza, quasi si aspettava di udire ancora una volta quella cinica risata che pure l'aveva fatta sentire viva e vera, ma no, nemmeno lui aveva più bisogno di celarsi a lei...non c'erano più maschere.

Non si era accorta che il tempo passava e Masumi non accennava a ritornare, i suoi pensieri continuarono a vagare lasciandosi cullare dai soavi ricordi di quei giorni, la sua vita era appena cominciata.


Masumi dal canto suo era deciso a far cambiare idea a Maya, doveva ricordargli che tutto era nato solo grazie al teatro, ad un biglietto per la Signora delle Camelie, alla Signora Tsukikage...tutto era cominciato quel 2 gennaio di 7 anni prima e solo grazie al mondo dell'arcobaleno loro avevano trovato un tesoro da cui non si sarebbero più separati: il loro amore...

Ancora pochi minuti e qualche telefonata alle persone giuste e tutto sarebbe stato pronto. Non si era accorto dell'arrivo di suo padre, che stava lasciando l'ufficio proprio in quel momento "Masumi." Lo chiamò
Masumi sobbalzò... "Padre... sei ancora qui?!?" Chiese sorpreso
"E tu sei già qui? Insomma dove hai lasciato la tua mogliettina? Possibile che nemmeno Maya riesca a tenerti lontano dagli affari? Hai proprio imparato bene..." aggiunse con una punta di amarezza.
Un leggero velo di tristezza nello sguardo di Masumi "In realtà sono qui per Maya..."
Eisuke non capiva "Cioè..."
"Lei ha deciso di lasciare il teatro"
"Che cosa? E perché mai?"
"Dice che non ha più bisogno di essere qualcun altro per essere felice, dice che..." per la prima volta in vita sua Masumi arrossì lievemente davanti a suo padre e non riuscì a finire la frase
"Insomma ora che vi siete trovati lei pensa di non aver più bisogno d'altro..."
"Più o meno... non vuole più fingere, non vuole più indossare maschere perché per colpa delle nostre maschere di circostanza abbiamo rischiato di perderci."
"Sciocchezze, non fosse stato per il teatro ed il suo talento non vi sareste mai conosciuti!"
"Lo so..."
"E cosa intendi fare?"
"Cercare di farle cambiare idea..."
"Bene." Disse soddisfatto Eisuke
"Ma non la forzerò, se questo è quello che vuole non sarò io a obbligarla a recitare"
"Ma tu sai che non può essere quello che vuole davvero, nessuno la conosce come te...lei quando recita emana una luce non è vero? Anche io lo so bene."
"Sì è così...cercherò di riportarla nel mondo dell'arcobaleno, se lo vorrà...ma ho bisogno di un altro po' di tempo per organizzarmi..."
"Lei dov'è?"
"Qui sotto, mi aspetta in macchina."
"E da quanto?!?"
Masumi aveva perso il senso del tempo "Non saprei...da un po'... io ho fatto qalche telefonata... ho chiamato Chigusa, il ristorante, ora devo ancora sentire fioraio e avvisare il gestore del planetario..." Non sapeva nemmeno lui perché stava informando suo padre delle sue mosse
"Che animo romantico, hai organizzato tutto a puntino eh?" Lo canzonò Eisuke "Ma l'hai lasciata sola un po' troppo mi pare, ma non preoccuparti, ti aiuto io, tu organizza tutto con calma, io scendo a parlare un po' con lei" disse sorridendo, l'idea non gli dispiaceva affatto
"Grazie" Quante volte lo aveva ringraziato in quei giorni? Non lo aveva mai fatto in anni, ma ora più che mai era certo che sua moglie gli aveva regalato quel padre che non aveva mai avuto. Eisuke si allontanò lentamente, il passo incerto sostenuto dal bastone, ma l'anima leggera come mai in vita sua, solo ora capiva il significato della parola padre, e finalmente Masumi lo guardava come un figlio e non come un subordinato o un semplice collaboratore.

Maya si era finalmente accorta dell'assenza troppo prolungata di Masumi, ma si impose di non salire in ufficio, non voleva trasformarsi in una moglie troppo apprensiva, in fondo aveva sposato il presidente della Daito, non poteva pretendere che accantonasse il lavoro per lei! In fondo in quel mondo lui restava Masumi Hayami, l'affarista senza scrupoli...sorrise, sapeva che quella era solo una facciata per non soffrire...una facciata che con lei non avrebbe più sfoggiato, non aveva bisogno di fingere, lei amava il suo cuore non il suo potere.

D'un tratto sentì bussare al finestrino, si voltò di soprassalto per ritrovarsi davanti lo sguardo un po' burero di Eisuke "Maya, insomma quello zuccone di mio figlio ti ha lasciato qui tutta sola?" chiese candidamente, una bugia a fin di bene, la prima della sua intera esistenza.
"Sì, probabilmente aveva qualcosa in sospeso...ha dato la giornata libera alla signorina Mizuki così..."
"Ha seguito il mio consiglio!" disse esultante "Perché non scendi? Sediamoci su quella panchina e parliamo un po'" si accorse dello sguardo impacciato di Maya "Dai sono sempre 'il simpatico vecchietto' anche se il mio cognome è Hayami! Che tra l'altro ormai è anche il tuo!" disse ridendo di gusto "Potresti addirittura chiamarmi papà"
"Ma Signor Hayami!" disse lei sorridendo contagiata da suo suocero mentre scendeva dall'auto.
Eisuke era soddisfatto di averle strappato un sorriso, doveva esserle costata parecchio la decisione presa, "Vieni andiamo"
Eccoli seduti sulla panchina come quando si eranon conosciuti sul binario della stazione...Eisuke si era ripromesso di non intromettersi ma l'istinto ebbe il sopravvento "E dimmi come mai non sei alle prove?"
Maya ebbe un sussulto "Io ho lasciato la compagnia..."
"E perché mai?" disse Eisuke con finta sorpresa
"Io non voglio più recitare! Non voglio più fingere di essere qualcuno che non sono"
"Maya" Eisuke le accarezzò bonariamente i capelli "tu sei solo Maya, fuori dalle scene, quando non reciti...beh io non ho mai conosciuto una persona più schietta e sincera di te e quando reciti tu...tu brilli...sei sicura di quello che fai?"
"Sì Signor Hayami, sono sicura"
"E Masumi cosa ne pensa?"
"Lui proverà a farmi cambiare idea lo so, ma io ho già deciso e so che alla fine rispetterà la mia scelta"
"Sì, ma non si arrenderà senza lottare" pensò Eisuke "e nemmeno io, tanto più che questa volta è per una giusta causa"

Proprio in quel momento arrivò Masumi "Padre cosa ci fai qui?" disse con tono indagatore
"Ho visto Maya tutta sola, e ho pensato di farle compagnia. Ti spiace?"
"Ma no figurati, mi sono assentato troppo..." aveva detto con tono di scusa posando lo sguardo su di lei
"Masumi, cosa stai architettando?"
"Credevo che questa fase l'avessimo superata" disse prendendole la mano e facendola alzare dalla panchina per attirarla in un caldo abbraccio "Possibile che mi immagini sempre impegnato a preparare chissà quali trappole?"
"Dato che hai praticamente ammesso che farai di tutto per farmi tornare sui miei passi...è ovvio che nutra dei sospetti"
"Beh giocherò tutte le mie carte e poi ti lascerò l'ultima parola..."
Lei lo guardò di sottecchi
Si erano totalmente dimenticati di Eisuke, fin quando non lo sentirono ridere
Masumi d'un tratto ebbe il dubbio che Maya si fosse confidata con suo padre altrimenti non avrebbe intavolato il discorso
Eisuke si alzò e si diresse verso i garage della Daito "Ragazzi vi lascio alla vostra giornata"
"Ti accompagno?" chiese Masumi
Ed Eisuke rivide lo sguardo che ogni figlio rivolge al padre...sorrise, era una splendida novità "No, grazie, l'autista mi sta già aspettando. Tu occupati di tua moglie. A presto ragazzi" e si allontanò mentre loro risalivano sull'auto.

"Ti rifaccio la domanda Masumi. Cosa stai architettando?"
"Niente che possa danneggiarti, RAGAZZINA" le rispose ridendo
Maya Gli diede un colpetto sul braccio dicendo "Avevi promesso che..." poi si fermò "il mio terribile presidente può chiamarmi come vuole..." si arrese appoggiando la sua piccola mano su quella di lui intenta a ingranare la marcia prima di partire verso la meta ancora sconosciuta alla giovane attrice.
"O la va o la spacca" pensò Masumi mentre si dirigeva verso il tempio, incredibilmente era il giorno del festival... quanti ricordi... sorrise pensando all'ultima volta in cui Maya gli aveva chiesto cosa stava architettando...c'era sempre anche il teatro sullo sfondo dei loro incontri......posto B21 S... ma quel giorno non avrebbero visto Anna Karenina.  

Dove si volaWhere stories live. Discover now