CAPITOLO I

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CAPITOLO 1
[Cosa mi aspetto da te cosa ti aspetti da me?]

Una rosa, l'ennesima rosa... non le bastavano più, aveva bisogno di lui, non delle battute sarcastiche del presidente della Daito... invece sì le bastavanbo anche quelle, ma in fondo cosa si aspettava da Masumi Hayami.
Lui l'aveva sostenuta nell'ombra perché, nonostante tutto, lei sapeva che era un uomo generoso.

Lei dal canto suo non riusciva a calarsi nella parte della dea scarlatta, il dolore del suo cuore dopo la festa di fidanzamento, era diventato insostenibile, non riusciva a diventare Akoya, aveva paura di quello che avrebbe potuto significare.
Se avesse indossato la maschera di Akoya non avrebbe potuto più toglierla, aveva paura che il dolore l'avrebbe distrutta per sempre, l'avrebbe uccisa...
Ma a lei non restava che il teatro, con o senza dea scarlatta.
Non poteva sentirsi viva se non sul palcoscenico.

Lui apprezzava le sue doti di attrice, al punto di spingerla ad ottenere il ruolo della Dea Scarlatta, ed i diritti dell'opera a cui lui teneva tanto!
In cuor suo era certa che non avesse secondi fini...

[Cosa sarà ora di noi, cosa faremo domani?]

Non le importava più di quei maledetti diritti! Quelli che non le permettevano di scorgere il vero lui, quelli che le impedivano di mostrarsi a lui senza più paura.
Non sapeva se correre da lui e confessargli tutto... o sparire per sempre dalla sua vita... La Daito l'avrebbe rimpiazzata presto, in fondo il Giappone era pieno di giovani talenti.

[potremmo andarcene via dimenticarci ]

Non poteva rivelarsi a questo Ormai era tardi, lui stava per sposarsi... Lei doveva solo dimenticarlo...

"Ma certo devo solo dimenticarlo" si sorprese a ridere tra se di quella frase così semplice eppure tanto assurda.
Avrebbe dovuto rinnegare sé stessa quello che era diventata, non poteva farlo... non fino alla prima!
Decise che anche lei poteva fare qualcosa per lui nell'ombra, certo a lui non importava il suo amore, ma quei diritti sì... ebbe paura di sé stessa, avrebbe fatto qualunque cosa per il cinico Hayami.
Sarebbe scomparsa se lui glielo avesse chiesto, avrebbe abbandonato le luci della ribalta... avrebbe dato la sua vita per lui se glielo avesse chiesto, gli doveva tutto ciò che era diventata.
Non la recitazione certo, ma la fama ed il successo sì, di quelli a lei non importava.
Lo avrebbe amato in silenzio, cercando di ricambiare nell'ombra tutto quello che aveva fatto per lei dall'ombra...

Erano venti minuti che fissava lo specchi dinanzi a se, persa in questi pensieri, il cuore in tumulto.
Sentì bussare alla porta...si era dimenticata di averla chiusa a chiave, andò ad aprire...
Sakurakoji era davanti a lei"Maya, c'è qualcosa che non va? Perché ti sei chiusa in camerino? Sono 5 minuti che busso..."
"Volevo stare un po' da sola!" lo aveva detto con un tono secco, troppo
"Scusami, ero solo preoccupato... levo subito il disturbo." Sakurakoji non era abituato a sentirsi parlare in quel modo da lei
"No scusami tu, è che sono stanca e non sono soddisfatta delle prove..."
"E' solo questo?"
Maya non rispose
"Ho capito, non ti importa che io ci sia sempre per te vero? Te ne stai lì a sospirare per qualcuno che nemmeno conosci! E' assurdo!"
"Yu! Tu non hai il diritto di giudicarmi!"
"Ma io TI AMO!"
Maya era stupita dal suo impeto, aveva capito i suoi sentimenti...sapeva ormai di non poterli ricambiare
"Non sopporto di vederti così, per uno che non ha il coraggio di incontrarti!"
"Non parlare di cose che non sai!"
"E tu cosa sai? Hai sentito cosa ti ho detto?"
"Sì... ho sentito"
"E..."
"Non ti dirò che ti amo anch'io, non è così, non voglio illuderti..." Il viso di Maya si fece triste "so che sono egoista ma non voglio perdere la tua amicizia..."
Yu non era pronto a quello che lei chiedeva, non ancora e dubitava che mai lo sarebbe stato
"Se ti serve solo una spalla su cui piangere allora non contare su di me!" Era stato più duro di quanto volesse ma non poteva sopportare oltre.
Uscì dal camerino prima che lei potesse fermarlo, lei corse per raggiungerlo prima che uscisse
"Sarò il tuo partner sulla scena e poi ognuno per sé" prese il casco ed uscì.
Fuori pioveva a dirotto.

Una macchina della Daito era parcheggiata fuori dai Kid's Studio, Masumi Ayami e la fidata segretaria Mizuki erano già passati nello studio di Onodera ora Masumi sperava di poter chiedere anche a Kuronuma come andavano le prove. In realtà sperava solo di incontrare Maya.

Stava per scendere dall'auto quando vide Yu uscire dal teatro, da solo...
Lo sguardo del ragazzo era duro, non lo credeva capace di uno sguardo simile, non fuori dal palcoscenico
Poi la vide, MAYA...lo stava chiamando disperata, in lacrime "YU!!! YU!!! Ti prego! Ti prego!"
Mizuki colse lo sguardo attonito del suo capo, anche lei aveva sentito...
Ti prego? Cosa era successo? Lei era in ginocchio sotto l'acqua torrenziale e lui sembrava non curarsene! Dove diavolo era finito il ragazzino adorante che le girava intorno ogni secondo?

Yu aveva infilato il casco ed era sfrecciato nella notte senza degnarla di uno sguardo... Masumi era attonito, cosa doveva fare?
Maya era ancora a terra davanti al teatro
Vide la disperazione negli occhi della ragazza un grido spezzò il rumore della pioggia scrosciante "Maledetta Dea Scarlatta! Maledetta!"

Masumi non credeva a quello che aveva appena sentito.
Maya nonostante lo sfogo era ancora immobile sotto la pioggia, doveva andare da lei.
Lasciò Mizuki sull'auto, scese e si avvicinò a Maya.

"Ragazzina, cosa sta facendo sotto la pioggia?" esordì come niente fosse.

Lei trasalì, non poteva sopportare le sue battute non quella sera, aveva perso l'uomo che amava ed il suo migliore amico non ne voleva più sapere di lei era SOLA SOLA SOLA...
Quella parola rimbalzava nella sua testa. Lui era l'ultima persona che avrebbe voluto trovarsi davanti, l'unico che poteva salvarla, l'unico a cui non avrebbe chiesto aiuto... Amare voleva dire lasciare libero l'oggetto del tuo amore, lei lo sapeva ed era quello che avrebbe fatto, ecco tutto.

[Cosa mi aspetto da te cosa ti aspetti da me?]

Il suo corpo si mosse senza che lei se ne rendesse conto... si era alzata e aveva gelato Masumi con uno sguardo, anche se non lo meritava... in fondo in che altro modo avrebbe dovuto rivolgersi a lei? UNA RAGAZZINA... lui non vedeva altro.

Lui sgranò gli occhi, che rabbia, che odio sul viso della sua ragazzina... Quello sguardo avrebbe potuto uccidere... e lo aveva rivolto a lui...

Dove si volaWhere stories live. Discover now