CAPITOLO XLVI

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  Nessuno di loro era riuscito a trovarlo, il telefono perennemente irraggiungibile...Hayami era intenzionato a non farsi trovare, ma non potevano rinunciare, lo dovevano a Maya e a lui... Loro non si sarebbero arresi.
Poi l'illuminazione...Le due auto si trovarono davanti alla Daito, Kuronuma Mizuki e Hijiri avevano avuto la stessa idea, Masumi poteva essere solo alla Daito.
"Avete notizie?" chiese il regista
"No..." aveva risposto Hijiri
La guardia era uscita attirata dalle voci, "Signorina Mizuki, buona sera" si era tranquillizzato vedendo la donna, non conosceva Hijiri e l'altro uomo...ebbe il sospetto che si trattasse del famoso regista, ma l'illuminazione era troppo scarsa per esserne certo.
"Buona sera Kaoru" aveva risposto Saeko
"Se sta cercando il signor Hayami, se ne è andato da un po'...era bagnato fradicio..."
Tombola lo avevano trovato
"Da quanto?"
"Una ventina di minuti. E' entrato e uscito, non è nemmeno salito in ufficio a cambiarsi, non ha preso l'auto, è andato via ... a piedi..." pensò che gli avrebbero dato delk pazzo, che gli avrebbero chiesto se aveva bevuto

"Sapeva che lo avremmo cercato qui..." constatò Mizuki
"A questo punto non so se ha ancora senso cercarlo" disse Hijiri "Riapparirà solo quando deciderà lui..."


Maya non poteva fare altro che aspettare e sperare che lui tornasse...non capiva non riusciva a capire cosa potesse essere successo...si impose di mantenere la calma, rischiava di impazzire se continuava così...

Masumi si era ritrovato davanti alla sua villa, inconsciamente aveva intrapreso il cammino che non avrebbe mai voluto imboccare...o forse sperava che suo padre fosse ancora sveglio, forse aveva davvero bisogno di una spalla su cui piangere, ma la luce della camera di suo padre era spenta, inesorabilmente spenta, probabilmente non si era nemmeno accorto della loro assenza...
Dio, non trovava la forza per varcare il cancello, figuriamoci per entrare in casa...una casa buia, vuota, arida...non sarebbero bastate le lacrime a ridare vita ad un'amore finito...
Sul viale di ingresso qualcosa attirò la sua attenzione, una rosa...una rosa scarlatta...ecco cosa rimaneva dei sette anni passati ad amare in silenzio, ecco cosa rimaneva del suo matrimonio...non si chiese neppure cosa ci facesse lì quella rosa...sì limitò a muoversi stancamente verso quel fiore abbandonato, anche il cielo non aveva più lacrime, la pioggi era cessata improvvisamente, e lui non aveva più la forza di volgere gli occhi alla volta celeste, lo sguardo basso, esisteva solo quella rosa, sola...come lui.

Improvvisamente ebbe il desiderio di fumare, cercò nella tasca della giacca le Mild Seven, che si ostinava a portare con sé, ma che ormai non toccava da giorni, l'accendino separava ancora le sue sigarette da quella che Maya le aveva offerto quel giorno a Yokohama...La prese tra le mani, se la portò alle labbra e la accese con un profondo sospiro. Ripose accendino nel pacchetto e lo rimise in tasca, poi si chinò a raccogliere la rosa...

Camminò verso la porta di ingresso e si abbandonò stancamente sui gradini,in una mano la rosa, nell'altra la sigaretta, che di tanto in tanto si portava alle labbra aspirandone il fumo avidamente.

Fu allora che Maya, ancora immersa nel tremendo buio silenzioso di quella casa immensa, si accorse di lui...aveva sentito dei passi ma non si era avvicinata subito alla finestra tanta era la paura che la sua immaginazione, schiava di una disperata speranza, le avesse giocato l'ennesimo brutto scherzo di quelle ore...
Poi si era convinta, aveva sentito davvero dei passi e non venivano dalla casa! Eisuke non era più uscito dallo studio e nessuno della servitù era ancora sveglio, non si erano accorti di niente...
Si avvicinò alla finestra e lo vide, sbattè le palpebre più volte, quasi a temere che fosse un'allucinazione, ma ogni volta che riapriva lui era ancora lì...si precipitò alla porta, poi cercò di riprendere il controllo di sé, aprì con calma la porta...

Masumi le dava le spalle, seduto sui gradini davanti all'entrata, la testa bassa, i capelli fradici, sembrava così disperato...ma perché?
Frenò l'impeto egoistico di abbracciarlo, di stringerlo a sé, prima doveva capire, scoprire cosa era successo.

Eisuke, dopo aver passato l'ultima mezz'ora a cercare di rintracciare il figlio senza successo, aveva sentito la porta aprirsi ed si era deciso ad uscire dallo studio...ci mancava solo che anche Maya sparisse nel nulla...
Si affacciò ad una delle finestre che dava sul giardino e lì vide, Maya si stava avvicinando a Masumi, lui ancora non si era accorto di niente... Sorrise Eisuke, ora che erano di nuovo insieme le cose si sarebbero aggiustate "Ora questo povero vecchio può tornare a riposare le sue stanche ossa" e si avviò verso camera sua...se solo avesse scoperto prima il calore di preoccuparsi anche degli altri, il sollievo nel vedere la felicità intorno a te, la sua vita sarebbe stata meno amara, ma grazie a Maya era certo che arebbe avuto una vecchiaia meno triste. Aveva portato il sole in quella casa.

Maya non si era accorta di essere osservata, e probabilmente non gliene sarebbe importato, ora il suo unico pensiero era per Masumi, e lui era tornato da lei.
Si avvicinò piano, lui non si era ancora accorto della sua presenza...
Si inginocchiò sul pianerottolo alle sue spalle, lui era seduto due gradini più in basso, era strano sovrastarlo per una volta, la distanza tra loro era comunque minima, l'odore del tabacco le arrivò alle narici...da quanto non fumava più? Aveva detto di non averne più bisogno...E allora?
Posò una mano sull'ampia schiena di Masumi, lui ebbe un fremito ma non si mosse,
"Non è lei, al massimo può essere mio padre o la cameriera...Eppure solo il suo tocco mi fa sentire così..."
Eppure non accennò a voltarsi...aveva paura di vedere sgretolata anche l'ultima speranza, sentì le lacrime salirgli agli occhi.
Maya non parlò, le parole le erano morte in gola, perché non voleva guardarla? Poi vide che la sua mano destra, appoggiata sul gradino, custodiva una rosa scarlatta, cercò quella mano con la sua, solo allora Masumi trovò la forza di muoversi, non si voltò, si limitò a reclinare la testa all'indietro, la sigaretta tra le labbra, le lacrime che gli solcavano il volto...E incontrò i suoi occhi...

Maya vide le sue lacrime e la sua disperazione, sentì la tensione della mano di Masumi sotto la sua, voleva capire, ma più di tutto voleva cancellare quell'espressione dal suo volto, le faceva male vederlo così, si sentiva morire.
Gli tolse la sigaretta dalle labbra regalandogli il più dolce dei suoi sguardi e, mentre avvicinava la sua bocca a quella di lui, solo una parola ne uscì "Grazie" poi il mondo cessò di esistere, c'era solo il calore di quel bacio.

Masumi aveva sgranato gli occhi quando aveva incrociato lo sguardo di Maya, doveva avere la febbre, lei non poteva essere lì, era certo di averla persa, ma poi aveva sentito la sua voce, la bocca morbida schiudersi sulla sua...
Era vero, era vero, era lì, a casa! Ancora una volta non aveva capito niente!
Voleva abbracciarla, sentirla vicina...ma decise di abbandonarsi alla magia di quel bacio così speciale quanto inaspettato.
Quando lei si staccò da lui, si guardarono per un attimo che sembrò infinito, poi Masumi si voltò e la abbracciò con trasporto
"Sei qui, sei qui!!! Non ci posso credere!!!" Rideva come un bambino
"Non potrei essere in nessun altro posto" disse lei mentre spegneva la sigaretta
"Non buttarla..." la supplicò
"Come?" chiese lei
"E' quella che mi hai dato tu a Yokohama, voglio conservarla."

"Masumi..." gli parlò accarezzandogli il volto "Quando mi hanno detto che eri sparito...io credevo di morire..." liberò le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento
"Io pensavo che mi avessi lasciato..." confessò mentre la stringeva a sé
"Ma perché?"
"Io... ti ho costretto a recitare, sono stato..."
Gli mise un dito sulle labbra, "Posso solo ringraziarti per quello che hai fatto stasera" disse tra le lacrime, "ancora una volta mi hai dimostrato quanto è grande il tuo cuore...se avessi smesso di recitare avrei commesso l'errore più grande della mia vita"
"Non piangere più, sono qui e non ho intenzione di andarmene" Si persero nell'abbraccio, godendo l'uno del battito impazzito del cuore dell'altra.

"Vieni entriamo in casa devi cambiarti, sei fradicio"
Lo prese per mano avviandosi verso la porta che aveva lasciato aperta, solo allora Masumi si accorse che indossava una sua camicia, solo una sua camicia...la seguì rapito...ubriaco di felicità, si sentiva esplodere.
Tante erano le emozioni che per una volta restò senza parole, la seguì verso il caminetto

"Vado a prenderti un asciugamano, tu togli quei vestiti bagnati, e meno male che ho acceso il caminetto...non guardarmi così..." disse accorgendosi della sua espressione "Lo so che non è stagione" sorrise "ma avevo bisogno di ricordare quella notte quando tutto è iniziato...il tuo primo vero abbraccio..."
Masumi allungò la mano verso di lei, ma lei stava già uscendo dalla stanza,
"Arrivo subito" e corse in bagno a prendere l'asciugamano.

Prima di tornare da Masumi chiamò Mizuki
"Sono Maya..."
"Non lo abbiamo ancora trovato..." comunicò desolata
"E' qui con me..." non aggiunse altro "Può avvisare anche Kuronuma? Grazie"
"Grazie al cielo! Ma certo! Buona notte"
"Ah dica a Kuronuma che domani sarò alle prove."

Mizuki riattaccò il telefono e si rivolse a Karato, "E' tornato a casa!"
Karato sospirò di sollievo "Finalmente le cose sembrano girare per il verso giusto. E possiamo andare a casa anche noi...da me o da te?" chiese sornione
Saeko sorrise "Decidi tu...io intanto chiamo Kuronuma"
"Agli ordini" scherzò lui

Anche Kuronuma stava ancora vagando per le buie strade di Tokyo quando il suo cellulare squillò "Kuronuma sono Mizuki, Hayami è tornato a casa, ora è con Maya"
"Ma cosa diavolo gli era passato per la testa?" aveva risposto con tono burbero
"Non lo so..."
"Mi scusi se la ho assalita..." non ebbe il coraggio di chiedere altro
"Non si preoccupi, la tensione oggi ha giocato brutti scherzi a tutti..Ah Maya mi ha chiesto di dirle che domani sarà alle prove"
Kuronuma non poteva sperare di meglio... "Grazie, ora posso tornare a casa tranquillo, in ogni senso. Buona notte signorina Mizuki"
"Buona notte" riattaccò il telefono "Allora?" chiese a Hijiri, non c'era bisogno che aggiungesse altro.
"Da me!" disse ridendo mentre l'auto sfrecciava verso casa sua.  

Dove si volaOnde histórias criam vida. Descubra agora