CAPITOLO XXVII

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Maya osservava rapita l'abito che Masumi aveva scelto per lei, non era il solito Shiromoku, né un semplice Kimono ricamato, era piuttosto una perfetta fusione tra i due, un idilliaco connubio tra antico e moderno.
Il vestito bianco in stile occidentale, leggermente scollato, al posto del classico JUBAN, il kimono rosa antico con ricamate delle rose, completato da un obi dello stesso colore.
"Mi aiuterebbe ad indossarlo?" chiese Maya, la voce ancora rotta dall'emozione.
"Sono qui per questo..." rispose Mizuki con un sorriso

La aiutò ad indossare l'abito ed il kimono...l'emozione di Maya traspariva da ogni particella del suo essere... Perfino Mizuki ne era contagiata, non poteva fare a meno di essere felice per lei, per loro.

Sul fondo della scatola c'era ancora qualcosa, una parrucca, identica a quella che Maya aveva utilizzato per interpretare Midori in TAKE KURABE... , un' acconciatura "Yuiwata", quella delle giovani donne non impegnate, sorrise, perché lo sarebbe stata ancora per poco...Stava per diventare la signora Hayami, e ancora stentava a crederci.

Per un attimo un velo di tristezza la turbò, per sposarsi entrambi avevano rinunciato alla presenza dei loro affetti più cari... ma fu solo un attimo, sentì il calore dell'amore che li aveva travolti così in fretta, avrebbero avuto tempo e modo per condividerlo con gli altri...
Ora esistevano solo loro...
Le sembrò di sentire la sua voce che lo chiamava, non era sicura che fosse reale, probabilmente il desiderio di averlo al suo fianco...PER SEMPRE...era tale da sentirne il richiamo, anche se lui non era con lei.

Le loro anime si cercavano SEMPRE...

Anche Masumi, nello stesso momento, aveva sentito la voce di Maya.
Era in un'altra stanza del tempio con Hijiri, anche lui si stava preparando per la cerimonia.
Aveva indossato un juban, una hakama leggermente meno ampia del normale, in vita l'obi con il tipico nodo, un kimono da cerimonia ed un haori entrambi con 5 mon, il tutto in varie tonalità di blu, come si conveniva per una cerimonia.
"Non credevo che ce l'avreste fatta" ruppe il silenzio Hijiri.
"Nemmeno io..." ammise Masumi "Se solo stanotte mi avessi detto che oggi l'avrei sposata ti avrei dato del pazzo... ancora non ci credo"
"I sogni si realizzano a volte, bisogna solo crederci" rispose l'uomo
Fece una lunga pausa "Non credevo che si potesse essere così felici...e la felicità era ad un passo da me... grazie per avermi aiutato ad afferrarla"
Hijiri visibilmente in imbarazzo si affrettò a glissare l'ultima affermazione "Sarà meglio che ci sbrighiamo, non vorrà far aspettare la sposa!"

Uscirono dalle stanze quasi contemporaneamente, per incontrarsi nell'anticamera del tempio.
L'aria spezzata da un unico suono, quello dei loro zori, un'atmosfera mistica interrotta solo dal loro incedere regolare.
Si guardarono per un attimo che sembrò eterno, poi si presero per mano e si diressero all'esterno del tempio per purificarsi alla fontana.
Hijiri e Mizuki li seguivano catturati dall'aura mistica che sprigionava l'unione di quelle due anime che dopo anni avevano posto fine ai loro tormenti coronando il loro sogno d'amore, attesero che Maya e Masumi terminassero il rito della purificazione, poi li imitarono.

La cerimonia stava per iniziare, il sacerdote e le Miko li attendevano nei pressi dell'altare.
Maya e Masumi entrarono nell'haiden da porte separate, come voleva la tradizione, l'una seguita da Mizuki, l'altro da Hijiri.

Arrivarono contemporaneamente al cospetto del sacerdote, che iniziò il rito della purificazione sventolando sulle teste dei due giovani un ramoscello di sakaki decorato con i tradizionali gohei; sull'altare il saké, la frutta, il sale, il riso
Un breve discorso sul matrimonio e poi la richiesta ai testimoni dell'appoggio alla coppia, mentre le Miko servivano il saké per il San San Ku Do.

Maya e Masumi bevvero tre sorsi di saké da ogni coppa, in sottofondo la classica musica di flauti e tamburi accompagnava la cerimonia.

Da quel momento erano marito e moglie...

Masumi fece un passo avanti e, per la seconda volta quel giorno, pronunciò il suo giuramento "Ti amo più di chiunque altro, lo so dal primo giorno che ti ho visto, tu sei l'altra metà della mia anima, non esistono età, aspetto, rango, quando si incontrano queste anime si attraggono vicendevolmente cercando l'altra metà di sé stesse, ansiose di trovare l'unità, implorando pazzamente l'altra, ti amerò fino alla fine dei miei giorni. Tu mi completi" fece una breve pausa poi aggiunse il suo nome "Masumi"
[Ora
Credimi ancora
Prendi un respiro
Lasciati andare
Datti la spinta per saltare
Ora
Hai le mie mani
Stringimi forte
Non guardare indietro
Non ti lascerò]
Il suo giuramento era completo ora toccava a Maya, che ancora lo stava guardando con occhi sognanti...deglutì ed in barba alla tradizione non si accontentò di aggiungere semplicemente il suo nome alla fine del discorso, ripeté a sua volta quel giuramento, guardandolo negli occhi "Ti amo più di chiunque altro, lo so dal primo giorno che ti ho visto, tu sei l'altra metà della mia anima, non esistono età, aspetto, rango, quando si incontrano queste anime si attraggono vicendevolmente cercando l'altra metà di sé stesse, ansiose di trovare l'unità, implorando pazzamente l'altra, ti amerò fino alla fine dei miei giorni Tu mi completi" assaporò la magia del momento poi disse ancora "Maya"
[Ora
Credimi ancora
Cambia il destino
Non ti voltare
Se mi vuoi
Vieni e non pensare
Ora
Hai le mie mani
Tienile ancora
Adesso puoi fidarti
Io non ti perderò]
Mizuki ed Hijiri suggellarono l'unione dei due sposi condividendo a loro volta il saké, mentre gli sposi, battendo le mani, si inchinavano alla divinità, tenendo tra le mani un ramoscello di sakaki simile a quello del sacerdote...quei ramoscelli di albero sacro rappresentavano la loro offerta al tempio, per dimostrare quanto sinceri fossero i loro sentimenti.

Nell'aria il fruscio dei gohei accompagnava i loro passi verso l'altare, sulle note di quella musica soffusa che aveva accompagnato la cerimonia.
Fu allora che Hijiri consegnò le fedi a Masumi: due anelli in platino, una rivisitazione della serie Tiffany Notes, la scritta "I Love You" incisa per tre volte su ognuno, e, in quello di Maya, era intervallata da altrettanti zaffiri...

Una lacrima sfuggì al controllo dell'ormai Signora Hayami, il colore delle sue rose l'avrebbe accompagnata per tutta la vita, quella vita che dall'incubo di pochi giorni prima, si era trasformata in un sogno.
Solo il tocco della mano di Masumi sulla sua la riportò alla realtà, le stava infilando l'anello "Questo è il simbolo del mio amore, per sempre..."
Maya gli fece eco imitando il suo gesto "Questo è il simbolo del mio amore per sempre..." poi, gli occhi ancora fissi sulle loro mani, dove spiccava il simbolo della loro unione, aggiunse tra le lacrime "Grazie..."
"Non devi ringraziarmi perché ti amo, amami, solo questo conta"
"Ti amo" Maya ormai era sicura che il teatro non avrebbe più rappresentato la sua vita, la sua vita era Masumi, nient'altro importava, in fondo si erano trovati solo perché lei aveva deciso cosa era davvero importante...e non era il teatro...il teatro con le sue maschere li aveva divisi...non lo avrebbe più permesso
"Anch'io"
Un bacio suggellò quel momento, poi Maya vinta dalla curiosità chiese "Ma come hai fatto ad organizzare tutto?"
Estitò "..." essere un Hayami aveva sempre i suoi vantaggi ma non voleva ridurre tutto ad una questione di soldi e potere, avrebbe trovato il modo di sposarla anche se fosse stato in disgrazia e sull'orlo di una bancarotta!
"Masumi? Niente segreti!" 
"Ma questo non è un segreto! E' una magia, la magia dell'amore!" scherzò lui
La abbracciò e la fece volteggiare in aria "Sei felice, signora Hayami?"
"Non immagini quanto"
La posò a terra e mano nella mano raggiunsero Mizuki ed Hijiri che erano rimasti in disparte "Grazie, non so cosa avrei fatto senza il vostro aiuto" disse Masumi rivolgendosi ai suoi fidati collaboratori.

"Non dimentichiamoci le foto!" disse Mizuki e chiese cortesemente ad una delle Miko se poteva fare loro qualche fotografia

"Signorina Mizuki, se non ci fosse bisognerebbe inventarla!" disse Maya raggiante.
Mizuki nascose abilmente l'imbarazzo per quella affermazione e fece cenno ad Hijiri di tornare alla macchina.
Hijiri colse il suo gesto e si rivolse a Masumi "Se non avete più bisogno di noi..."
"Ma certo, andate pure, ho approfittato anche troppo del vostro tempo"
"Ehm, c'è qualcosa a cui non abbiamo pensato..."
"Dici?"
"Come divulghiamo la notizia?"
"Hijiri, sarò anche innamorato, ma non ho perso il mio tocco, ho già organizzato una conferenza stampa per domani, non preoccuparti, ora tornate pure a Tokyo...ce ne andiamo anche noi" disse guardando Maya.


Shiori era ancora agli studi della Daito, aveva quasi consumato il pavimento della hall camminando avanti e indietro mentre aspettava l'autista! Ma che fine aveva fatto, doveva agire in fretta, non c'era più tempo per passare a casa, doveva assolutamente parlare con Masumi e convincerlo a tornare sui suoi passi. Ma doveva comunque parlare con suo nonno, una telefonata poteva bastare.
Aprì la borsa per cercare il suo cellulare "Ma dove è finito?" disse ad alta voce stizzita "L'ho usato non più di un'ora fa, non posso averlo perso!"
La receptionist fu subito da lei "Signorina Takamijia qualcosa non va? Posso aiutarla?"

"Ho perso il mio cellulare e sto aspettando una telefonata di vitale importanza!"
"E' sicura di averlo avuto con sé? Magari lo ha lasciato a casa..." azzardò la donna
"Ma certo che sono sicura! Ho telefonato al mio autista non più di un'ora fa e non mi sono mossa da qui!" le aveva letteralmente urlato in faccia
"Mi scusi... non intendevo..." non terminò la frase, temeva di peggiorare la situazione, poi suggerì "E' andata per caso in bagno nel frattempo?"
"Effettivamente sì..." ricordò improvvisamente e con un tono più vicino a quello amabile che usava solitamente aggiunse "Sono andata a rifarmi il trucco..."
"Allora potremmo controllare nella toilet..."
"Oh grazie..." Shiori aveva parzialmente ritrovato il suo controllo

Entrarono in bagno, eccolo il cellulare era lì appoggiato sul tavolino del trucco
"Non so come ringraziarla" disse alla receptionist con un sorriso radioso "E mi scusi se prima l'ho assalita"
"Non si preoccupi." Rispose rincuorata la donna "Ora se permette torno al mio lavoro" e ritornò al bancone.

Shiori afferrò il cellulare pronta a chiamare suo nonno quando notò una scritta sul display "5 chiamate perse"
"Cinque chiamate perse" controllò la lista delle chiamate senza risposta, erano tutte chiamate del suo autista! Cosa diavolo era successo? Perché non era ancora arrivato? Perché l'aveva chiamata ripetutamente?

Non fece in tempo a comporre il numero che un rumore all'esterno attirò la sua attenzione, l'autista aveva appena parcheggiato l'auto davanti all'entrata della Daito.
Si precipitò all'esterno, avrebbe chiamato suo nonno lungo il tragitto, in fondo non aveva certo bisogno del suo permesso per riprendersi Masumi, o almeno così pensava, si sentiva solo in dovere di avvertirlo dei suoi spostamenti per evitare che si preoccupasse.
Lei doveva semplicemente cogliere l'attimo, approfittando del fatto che Maya fosse sparita nel nulla, nessun telegiornale aveva dato più notizie sull'argomento... Era la sua grande occasione.

Non sapeva che Maya Kitajima non esisteva più, da poco più di mezz'ora era diventata la signora Hayami, quella sarebbe stata la notizia bomba nei telegiornali del giorno successivo...


Dove si volaWhere stories live. Discover now