CAPITOLO XIX

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Maya aveva quasi corso fino all'asilo, sapeva che avrebbe dovuto andarsene... anche se era consapevole che quei pochi giorni erano stati sufficienti ad affezionarsi a quel posto, ad Aika, ai bambini, ma lui era ancora sulla sua strada e lei non poteva sopportare di averlo accanto amore...

Hayami era troppo potente, solo fuori dal Giappone avrebbe avuto speranza di sottrarsi al suo controllo, solo lontano da lì avrebbe cessato di essere un buon prodotto e sarebbe tornata padrona della sua vita... forse... il suo cuore era tra le mani di chi non lo voleva.
Non stava fuggendo da sé stessa, stava fuggendo dal dolore di non poterlo avere.
Mentre rifletteva accese una sigaretta... sperava che il tempo avrebbe curato le ferite della sua anima, ma ogni giorno sembrava peggiore del presidente.
Aspirò avidamente il fumo come se da quel gesto dipendesse la sua intera esistenza, spense ciò che rimaneva della sua Mild seven ed entrò in casa... per l'ultima volta, prima che lui capisse tutto.

Lo immaginò ridere del suo amore, lei non lo avrebbe sopportato, ne sarebbe morta, preferiva mettere chilometri su chilometri tra loro!
Non erano molte le cose che aveva portato con sé, né quelle che aveva comprato a Yokohama, la sua borsa da viaggio bastava a contenere tutto.
Si accorse di non avere più il segnalibro, forse era un segno del destino, l'ultimo filo che la legava al suo passato era reciso, sarebbe tornata per l'ultima volta sulla tomba della madre e poi avrebbe lasciato il paese.

Aika la sorprese mentre le stava lasciando un biglietto
"Jane?... Che succede?"
"Io... vado via... ti stavo scrivendo..."
"Te ne saresti andata come una ladra nel bel mezzo della notte lasciandomi un misero biglietto? Credevo di meritarmi qualcosa di più"
"Io non sono stata sincera con te..."
"Anche le attrici si innamorano e allora è difficile recitare, vero Maya?"
Maya sbarrò gli occhi
Aika sorrise debolmente "Allora ho ragione! Hai confermato i miei sospetti. Devo ammettere, sei irriconoscibile, ma nonostante l'aspetto quando Hayami ha incrociato i tuoi passi il tuo equilibrio ha cominciato a vacillare. Subito non ci ho fatto caso, in fondo anche io ho subito il suo fascino, poi, dopo la tua reazione di stasera quando ti ho parlato della visita di Hayami ho cominciato a capire...
Sei apparsa quando è scomparsa Maya, una donna senza passato, molto astuto da parte tua. Hai conquistato i bambini con le tue favole, perché tu non le racconti, le vivi... Poi quella visita medica proprio all'ospedale in cui era ricoverata la signora Tsukikage... Tutti i pezzi del puzzle sono tornati a loro posto."
"Perdonami, io volevo solo ricominciare, ma in Giappone non mi è possibile..." Maya stava piangendo
"Non capisco perché sei fuggita? Eri all'apice del successo..." Aika era incredula
"Sono fuggita perché tutto quello per cui avevo lottato d'un tratto aveva perso importanza, ero stanca di essere la gallina dalle uova d'oro della Daito... e Maya era solo questo, ma ora Maya non c'è più"
"Hayami ti cerca da giorni! Mi chiedo ancora come abbia fatto a non riconoscerti..."
Sorrise amaramente "Ha fiuto per i buoni prodotti... sono così brava che ho ingannato anche il grande Hayami della Daito" il suo tono era ironico "per questo sarà dura per lui accettare la sconfitta." concluse
"Ma di cosa parli?"
"Del fatto che non reciterò più per la Daito"
"Credi di essere solo un affare per lui? Io non ho visto un manager che cercava l'attricetta di turno per riportarla negli studi a recitare, io ho visto un uomo innamorato! E lo ammetto sono stata gelosa, Masumi Hayami è innamorato di Maya Kitajima, DI TE!"
"Non dire assurdità, lo capisco quando un uomo si interessa a me come DONNA" ripensò a Yu, perché non si era innamorata di lui?
"Sei cieca! E qui per te e non perché sei la punta di diamante della sua società!" Aika stava gridando
"Sciocchezze! Risparmia il fiato, non c'è niente che tu possa dire per convincermi, ho già chiamato il taxi" tagliò corto Maya, poi si accorse di aver usato un tono troppo duro, Aika in fondo avrebbe solo voluto aiutarla, ma non poteva, aggiunse "Perdonami se puoi" e si avviò verso la porta
"Pensa a quel che fai, non buttare via la felicità" Aika non le disse altro

Maya senza voltarsi disse solo "Grazie di tutto Aika" ed uscì in strada ad attendere il taxi che aveva chiamato poco prima. Un'altra sigaretta, il suo modo di sentirsi vicino a lui, ecco perché non riusciva più a farne a meno, lei che aveva solo sfiorato la felicità e l'aveva inesorabilmente persa.

Il taxi era arrivato, non salì subito, avrebbe finito la sua sigaretta.
Si appoggiò ad uno dei ciliegi in fiore del viale, chiuse gli occhi, assaporò l'aroma del tabacco con ogni fibra del suo essere, quasi come fosse in trance.

Non si accorse di niente. Fu un attimo, l'auto si fermò davanti a lei e lui la imprigionò contro l'albero. Le prese la sigaretta e la scaraventò a terra con rabbia.
"Ma cosa..." Aprì gli occhi e se lo ritrovò davanti, nonostante le scarpe con il tacco, superava di poco la sua spalla "Signor Hayami..." disse con sguardo interrogativo "Potrebbe spiegarmi cosa succede, è ancora ubriaco?"
"Da quando fumi?" le aveva preso un polso, tanta era la paura che fuggisse ancora.

"Scusi? Credo proprio di non capire... Da quando mi dà del tu?" Nessuna traccia del panico che la aveva invasa trapelava dal suo tono di voce, era ancora Jane, doveva superare la prova più dura. Affrontare il signor Hayami, quello che lei conosceva, quello cinico e freddo, non l'uomo affascinante e gentile del giorno prima.

[Cambio spesso regole
Non perdo mai
Nero e poi bianco
Muovo luce e tenebre per vincere ]

Lui non aveva nessuna intenzione di lasciarle il polso né di permettere che lei glissasse la domanda "Ti ho chiesto quando hai cominciato a fumare! E smettila di parlarmi con quella voce, non sono stupido come credi...Jane!"
"Non penso che sia stupido... e comunque non credo che siano affari suoi" oddio pensava la avesse scoperta, invece forse era solo arrabbiato perché l'aveva lasciato solo al bar, forse lo infastidiva il tono suadente con cui gli si rivolgeva... ma quella era la sua voce, la voce di Jane.

"Non sono affari miei?!?" Masumi era fuori di sè "Ti faccio un'altra domanda" la guardò, una luce strana negli occhi, Maya non sapeva cosa pensare "Hai scelto il tuo nome a caso o c'è un motivo particolare? Eh RAGAZZINA?" aveva sottolineato apposta l'ultima parola, e se ancora avesse avuto dei dubbi ora erano svaniti. Maya aveva sgranato gli occhi, stava tremando, ecco la risposta a tutte le sue domande. L'aveva trovata ed ora non l'avrebbe lasciata andare tanto facilmente. No, non l'avrebbe lasciata andare affatto.

Era un incubo, possibile che lui avesse capito tutto? E quando? Prima al bar non sembrava... Non aveva più scampo, la mente affollata di domande, Maya non riusciva a parlare...

Hijiri era ancora sull'auto, osservava la scena pietrificato, il travestimento di Maya avrebbe ingannato anche lui... un'altra volta.

"Non parli più ora?" Gli stava gridando in faccia tutta la sua frustrazione, lo sapeva, ma non riusciva a fermarsi, lei aveva la testa bassa, stremata da quei giorni di tensione, proprio ora che aveva pensato andarsene dal Giappone, lasciandosi definitivamente alle spalle il passato.

Masumi non sopportava che lei non lo guardasse, non lo aveva mai tollerato, non chiedeva molto in fondo "Guardami! Almeno questo me lo devi!" le sollevò il mento con la mano libera e incatenò gli occhi a quelle due iridi azzurre a lui sconosciute, occhi che non erano di Maya, erano di Jane gli occhi che lo avevano incuriosito e confuso, ora era tutto chiaro."Giocato da una ragazzina" stava pensando amaramente.

Una pausa di silenzio interminabile, ma Maya ancora non riusciva a proferire parola. Fu lui a spezzarlo "Ti sei divertita abbastanza?" Ecco glielo aveva detto, il suo orgoglio ferito gridava vendetta "Ora il gioco è finito, torniamo a Tokyo" la tirò verso di sé, per condurla alla sua auto.

Neanche stavolta era riuscito ad aprirle il suo cuore, la rabbia era stata più forte. Così vicini e così lontani.

La risposta questa volta non si fece attendere, Maya aveva ritrovato la voce, la sua vecchia voce, le sembrò di sentire qualcun altro parlare... invece era lei ad aver pronunciato quella semplice parola "No" il tono di lei era fermo
"Cosa hai detto?" Il suo sguardo era duro, non riusciva a liberarsi dalla rabbia che provava. Doveva aspettarselo, nonostante l'aspetto diverso quella era la sua ragazzina testarda.

"Signor Hayami non tornerò a Tokyo, non voglio, lei non può obbligarmi" il tono di Maya era calmo, apatico.

Hijiri avrebbe voluto fare qualcosa per loro ma restò in macchina, sapeva che Masumi non avrebbe fatto del male a Maya nonostante la rabbia, e sapeva anche che avrebbero dovuto chiarirsi da soli...

Masumi senza lasciarle il polso, con l'altra mano le toccò i capelli "Credi davvero di poter recitare un ruolo per sempre?" e scaraventò a terra la parrucca "La vita non è un palco, lo avrai già capito vero RAGAZZINA?" voleva ferirla "Non puoi scappare per sempre!" poi con una punta di soddisfazione nella voce "E comunque per me sarebbe facile trovarti, ovunque ti nasconderai, sarebbe solo una questione di tempo..."

Aveva completamente dimenticato tutti i suoi buoni propositi, tutta la paura che aveva provato era svanita nel momento che si era reso conto di essere stato ingannato, il suo amore era nascosto dalla rabbia...
Sapeva che avrebbe semplicemente dovuto ringraziare il cielo di averla trovata... che avrebbe dovuto confessarle una volta per tutte il suo amore, invece ora aveva un solo desiderio, cattivo, che lei provasse anche solo per un momento il dolore che gli aveva inflitto scomparendo nel nulla!

"Non piangerò" si ripeteva Maya, "non piangerò" ritrovò la voce ancora una volta "Perché non mi lascia in pace!" gridò "Ora ha quello che ha sempre voluto! Voleva quei dannati diritti! Ora sono suoi! Voleva un'attrice che non la intralciasse, Ayumi è la migliore che potesse avere! Mi lasci... la prego" non lo guardava più era troppo.

"Tu! Tu!" Gridò in tono minaccioso "Cosa ne sai di quello che voglio!!!" Lo sapeva...a lei interessava solo liberarsi di lui, ma no, questa volta non glielo avrebbe concesso! Si sarebbe giocato il tutto per tutto, sentiva che ormai non aveva più niente da perdere. In un attimo si avvicinò di più a lei, i loro corpi si toccarono, Maya era in trappola, non capiva, stava succedendo tutto troppo in fretta.

[Fammi respirare ancora
portami dove si vola
Dove non si cade mai ]

Masumi rimandò a dopo tutte le domande, non era tempo di parlare, lei era lì e nient'altro importava. La imprigionò tra le sue braccia e la baciò con tutta la passione che le aveva celato in quei lunghi anni, la baciò come se da quel bacio dipendesse tutta la sua vita.
Maya sentì tutto il suo calore , le sue labbra che si schiudevano esigenti sulle proprie, il bacio di qualche giorno prima... non era degno di quel nome... Le mani di lui tra i suoi capelli, sui fianchi, le gambe le cedettero, se non fosse stata imprigionata tra il corpo di Masumi ed il ciliegio alle sue spalle, sarebbe caduta in ginocchio per l'emozione.
E tuttavia era paralizzata, non credeva possibile che quello fosse un bacio d'amore, anche se tutto il suo essere le gridava il contrario, la sua mente rifiutava l'idea.
Masumi la strinse tanto da farle quasi male, quella passione celata così a lungo era esplosa in un attimo "Ora sai cosa voglio!" disse deciso staccandosi leggermente da lei.
Lui l'aveva baciata... Perché? Perché si divertiva a tormentarla? Cercava l'avventura di una notte? Forse c'era qualcosa di peggio, lui aveva capito che lei lo amava ed ora si prendeva semplicemente gioco di lei, aveva capito di averla completamente in sua balìa. Il suo peggior incubo era diventato realtà, lo attaccò "Certo che ho capito! Vuole quello che vuole ogni uomo!".
Non c'erano dubbi quello che aveva mosso Masumi, era solo desiderio di rivalsa... non era amore, lui le aveva solo dimostrato che era ancora il padrone dei giochi.

"Non paragonarmi agli altri! Guardami per Dio!" Masumi, gli occhi carichi di desiderio, sentiva che lei era in suo potere, anche lei lo sapeva... azzerò ancora una volta la distanza tra loro, lei questa volta provo a respingerlo ma lui era più forte... la baciò ancora, la baciò con una passione che non credeva sua.
Maya era invasa da sensazioni contrastanti, aveva sognato quel momento, quanto lo aveva sognato, ma non così... non così...
Era convinta che lui volesse solo dimostrarle che era il più forte, che lei non riusciva neanche a ribellarsi... Tutto quello che aveva fatto per nascondergli i suoi sentimenti non era servito, ora si sentiva nuda di fronte a lui. E lui comandava ancora il gioco, come sempre, dal loro primo incontro.


[Cambio spesso regole
Non perdo mai
Nero e poi bianco
Muovo luce e tenebre per vincere ]

Masumi interruppe controvoglia quel bacio aveva bisogno di guardarla, ma lei non riuscì a sostenere quello sguardo e non potè cogliere tutto l'amore che lasciava trapelare, non colse la disperata speranza di essere ricambiato, voleva solo andarsene, staccarsi da lui prima di sentirsi deridere da lui. Quanto conosceva bene la sua risata sardonica, non voleva sentirla quella sera, non voleva sentirla mai più.
Non riusciva a sollevare gli occhi sui suoi, non dopo quel bacio, non dopo che lui le aveva letto dentro.
Presa dalla disperazione gli gridò con gli occhi a terra "Adesso sarà contento, di aver dimostrato tutto il suo potere! Di avermi umiliato ancora una volta!" Maya cercava di divincolarsi da lui, una lacrima sfuggì al suo controllo "Mi lasci, la prego..."
Era troppo, tutto quello che aveva fatto per fuggire, ed ora se lo trovava davanti a sventolare la sua vittoria, era troppo.
Sapeva di essersi scoperta, lei non lo aveva respinto, mentre lui si chiedeva perché gli chiedesse di lasciarla, aveva desiderato tanto baciarla che aveva pensato solo a sé stesso, a sentire il suo sapore, ma lei?
Lui aveva gettato la maschera alla fine... la teneva ancora tra le braccia e lei si ostinava a tenere il viso basso..."Non ti lascerò fuggire, mi devi delle spiegazioni." disse gelido "Se mi odi dimmelo, ma non..." Sentì la presa di Maya sulla sua giacca diminuire lentamente, la sentì cedere a lui, troppo...

[le gambe vanno via da qui, da te
cosa mai puoi dirmi
per ritornare sui passi miei
tornare a quello che non sei, che non sei]

"Maya! Maya!" era svenuta tra le sue braccia, lo detestava dunque fino a quel punto? la sua vicinanza la faceva stare addirittura male...
Masumi l'aveva sorretta e dolcemente era scivolato con lei ai piedi del ciliegio, i petali volteggiavano nell'aria fresca della sera.
Non era pentito di quel bacio, ma ora il suo impeto aveva lasciato spazio a qualcosa di più profondo, se il suo amore distruggeva Maya allora avrebbe vissuto solo con il ricordo di un momento di passione.
Aveva giocato a carte scoperte, puntato il tutto per tutto e aveva perso. Aveva perso in partenza, non avrebbe dovuto ascoltare assurde farneticazioni sul presunto amore di Maya per lui, si era cullato in quell'idea e forse aveva anche cominciato a crederci, a sperare... ora avrebbe vissuto l'inferno, e quell'inferno aveva un nome: l'odio che Maya nutriva per lui.

"Ti ho ferita di nuovo, perdonami... io ho perso la testa... apri gli occhi... ti prego... Maya" un dubbio lo afflisse, forse lei amava davvero Yu e adesso sentiva di averlo tradito! La sua voce così dolce, sentiva il respiro accarezzare il suo viso, riuscì ad aprire gli occhi e lo vide, vide il suo sguardo, non c'era più ira, il presidente della Daito era sparito, definitivamente, al suo posto c'era solo Masumi.
Non riuscì a parlare, sentì le sue dita sulla guancia "Grazie al cielo ragazzina... stai meglio?"
Maya era troppo confusa per parlare, annuì solamente. Com'era dolce adesso la voce del Signor Hayami, anche il suo abbraccio.
La aiutò gentilmente ad alzarsi, "Scusami è tutta colpa mia" le disse, era così diverso da prima che per un momento aveva creduto di aver immaginato tutto, ma no, ne era sicura, lui l'aveva baciata.
"Appoggiati a me, ti aiuto ad alzarti, non possiamo stare seduti sul marciapiede..." Le rivolse un sorriso che le sembrò triste, e la aiutò a rimettersi in piedi.

[E poi non parlo solo per me
il sole è spento e che per te
non negare, negare, negare, negare più ]

Maya era incerta sui suoi passi, un vortice di emozioni si era scatenato dentro di lei e senza rendersene conto si appoggiò all'uomo che aveva deciso di lasciare alle sue spalle, si aggrappò per l'ennesima volta all'amore impossibile, che nonostante i suoi sforzi, non riusciva a dimenticare.
Masumi si accontentò che alla fine lei non fosse fuggita, in fondo Maya lo aveva preso a schiaffi per molto meno, si sorprese a chiedersi perché non stavolta, poi ricordò le lacrime di lei dopo che l'aveva baciata...
Fece un cenno a Hijiri che scese dall'auto e si avvicinò subito "Accompagnala alla macchina, io arrivo subito", e così dicendo si staccò da lei per lasciarla alle cure del fidato uomo ombra.

Dove si volaWhere stories live. Discover now