CAPITOLO VIII

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Maya aveva osservato la macchina andare via a gran velocità, ammise che dentro di sé aveva quasi sperato che lui incrociasse il suo sguardo.
Non si aspettava di vederlo uscire dal suo ufficio così presto, poi ricordò, il giorno successivo si sarebbe sposato!
Sorrise e lei che aveva chiesto al notaio di convocarlo per l'indomani mattina... Che stupida! Ma non le importava, aveva fatto ciò che doveva, gli aveva regalato un sogno ed ora il momento era arrivato "Addio Mondo dell'arcobaleno" pensò mentre si allontanava dalla Daito.

[Potremmo dirci bugie tranquillamente

potremmo andarcene via dimenticarci ]

Aveva lasciato tutto alle spalle, ora doveva trovare il coraggio di fare quello che aveva deciso, lasciare quella vita... per una nuova.

Arrivò davanti alla sartoria Shangrilà, dove tante volte era andata con Rei e compagne a cercare costumi di scena, non le avrebbero fatto domande, la conoscevano da tempo, non avrebbero sospettato nulla...
"Ciao Maya!" la salutò la signora Saeko
"Buona Sera!" rispose con finta allegria lei, non poteva certo mostrarsi triste il giorno successivo alla sua vittoria! In fondo doveva resistere ancora per poco.
Saeko esordì candidamente "Pensavamo di non vederti più! Il nostro è un negozio modesto e dopo la tua vittoria puoi ambire a ben altro!"
"Io mi sono sempre trovata bene da voi! Il resto non conta!" disse sorridente
"Dimmi, cosa posso fare per te?"
"Dunque ho bisogno di una parrucca bionda corta e una rossa, lenti colorate per gli occhi, azzurre e verdi... non prendo ancora i costumi perché sto solo facendo un esperimento, la prego di non dir niente a nessuno altrimenti mi rovinerà la sorpresa" sperava di essere stata abbastanza convincente.
"Tranquilla Maya, puoi fidarti" rispose Saeko "Ma possibile che tu pensi sempre al teatro? Hai deciso di non goderti per niente il successo? Sei proprio incorreggibile." le disse porgendole le parrucche e le lenti colorate.
"Sì, sono incorreggibile..." disse con scarso entusiasmo, poi ritrovò le forze per regalare l'ultimo sorriso a quella simpatica signora che tante volte l'aveva aiutata a scegliere il costume più adatto per le sue interpretazioni...
Pagò il conto sempre con il sorriso sulle labbra "Arrivederci Maya, torna presto a trovarci", fece un cenno con la mano e uscì, non poteva mentire a Saeko e non poteva dirle cosa stava per fare, non parlò e si sentì meno in colpa, ma anche il suo silenzio era una bugia. Sapeva che non sarebbe mai più tornata.

C'era ancora qualcosa che doveva fare per salutare la vecchia vita, prima di dire addio al mondo dell'arcobaleno.
Si fermò per l'ultima volta al parco e lasciò lì, la rosa che aveva comprato, sulla cara vecchia altalena, come se quello fosse stato il luogo in cui seppellire la sua vecchia vita... e quella rosa l'ultima testimone di qualcosa che ormai era morto.

Conservarla sarebbe stato troppo doloroso, era l'unica rosa scarlatta che non aveva ricevuto da lui, era la rosa dell'addio, della disperazione, quella che aveva comprato perché nel momento cruciale della sua vita il suo ammiratore aveva schivato i suoi passi, l'indomani si sarebbe legato ad un'altra e lei sarebbe stata solo un ricordo, il ricordo di una stupida ragazzina che gli aveva regalato quei diritti che inseguiva da sempre....

Andò al cimitero sulla tomba di sua madre e le rivolse preghiere di perdono, "Un giorno forse tornerò, quando il mio cuore sarà guarito, perdonami se puoi, ti ho dato solo dispiaceri, se non fossi scappata di casa tu saresti ancora viva ed io non avrei voglia di non essere mai nata".

Uscì dal cancello principale quasi correndo, come se avesse avuto paura, paura di non avere il coraggio di andare fino in fono, come se avesse temuto (o forse sperato) che qualcuno la fermasse alla fine...
Nessuno aveva tentato di fermarla, era stata molto brava a sparire, si complimentò mentalmente con sé stessa... la solitudine l'aveva resa più sicura, più forte...senza rendersene conto era arrivata alla sua meta: la stazione Shinjuku.
Entrò nella biglietteria troppo affollata perché qualcuno potesse notare una ragazzina insigificante come lei, notò con rammarico che quella definizione continuava, nonostante tutto a rimbombarle nella testa...
Si mise in coda, e la tensione per l'attesa la fece dubitare, ma non si sarebbe più tirata indietro, non a quel punto.
Ecco toccava a lei finalmente, non avrebbe retto un minuto di più. Dove fare quello che aveva deciso e doveva farlo in FRETTA.
Acquistò un biglietto per Yokohama, SOLO ANDATA, ovviamente. Aveva saputo che un gruppo di volontarie aveva fondato un asilo, troppi bambini erano esclusi dai servizi sovvenzionati dal governo, troppe madri dovevano rinunciare alla carriera lavorativa, da qui era nata l'idea di quest'"Isola Felice", era così che definivano quel posto. Il solo pensiero la fece inspirare a fondo come se anche l'aria di Tokyo fosse più leggera.
Lei si era sempre trovata bene con i bambini, forse non sarebbe stata felice ma avrebbe ritrovato almeno un po' di serenità.
Doveva solo cercare il modo più discreto possibile di entrare a far parte del gruppo, le serviva una nuova identità, un NUOVO passato, sorrise, era strano associare queste due parole.
Il treno sarebbe arrivato solo dopo mezz'ora così approfittò del tempo a disposizione per prepararsi, e non solo psicologicamente.

[Perchè ormai sono stanco, spento, finto]

Ai Kid's studio Kuronuma e Masumi stavano aspettando Yu. Masumi in cuor suo sperava di vedere la sua ragazzina fare il suo ingresso in sala e magari fargli anche una delle sue scenate epocali. Amava anche questo di lei, il modo in cui le teneva testa, la sua franchezza, anche se gli faceva male, era pazzo di lei... l'unica che lo faceva sentire vivo, vero.

[Ma con te io riproverei a spaccare il mondo, a scavare a fondo, dentro di me
Quello che sei se non ho capito e non ho ascoltato]

La porta si spalancò, Masumi si voltò di scatto, possibile che le sue speranze si fossero materializzate... poi nel buio mise a fuoco la figura che stava avanzando verso di loro.
Era Yu "Ho fatto prima che potevo. Ci sono novità?"
"No... è letteralmente scomparsa" disse Masumi con tono grave.
Yu non si dava pace "Io l'ho trattata malissimo... Non potevo sopportare che fosse innamorata di un uomo che non ha nemmeno il coraggio di rivelarsi!""Sakurakoji non dire sciocchezze non si ama un'ombra" disse Masumi
"E se per lei non fosse un'ombra? Ci ha pensato?..." Masumi ascoltava ad occhi spalancati, cosa diceva quel ragazzino? Cosa sapeva? "Io.. io non riuscivo più a sopportarlo, mi faceva troppo male, volevo che lei capisse quanto... e l'ho ferita!" si fermò, Masumi capì che Yu non sapeva nulla, era solo sconvolto, sconvolto quanto lui "Se le succedesse qualcosa..." La frase fu interrotta dallo squillare insistente di un telefono...
Masumi estrasse il cellulare dalla tasca interna della giacca, aveva sperato che fosse Hijiri...
"Hayami" rispose deciso
"Presidente sono Mizuki, ho appena ricevuto una telefonata da Kobayashi..." lo informò la segretaria
"Il notaio?" chiese lui sorpreso
"Sì la convoca per domani mattina alle 9 nel suo ufficio"
"A che proposito?" sempre più perplesso.
"Non ha voluto dirmi altro, e ha chiesto il massimo riserbo" rispose Mizuki
"Comunque non mi interessa, non ho tempo da perdere con cavilli legali." Mizuki non credeva alle sue orecchie "Maya è sparita da ieri sera, la stiamo cercando, purtroppo ancora senza risultati"
Ecco cos'era successo! "Ma io non ne sapevo nulla!" disse allarmata
"Neanche io, è Hijiri che se ne è accorto, i suoi amici la cercano da stamattina ma niente da fare"
"Non può essere sparita nel nulla Signor Hayami!" sentenziò la donna "...La sua vita ha subito una svolta... Sarà andata da qualche parte a riflettere... E' stato al parco?"

Il parco ma perché non ci aveva pensato prima? Che stupido! Maya si rifugiava sempre lì quando aveva bisogno di pensare.
"Grazie Mizuki" riagganciò il telefono e si avviò all'uscita.
Kuronuma lo fermò "Presidente, c'è qualche novità"
"Forse so dove cercarla..." non voleva dare loro troppe speranze "ma è solo un'idea. Vi terrò aggiornati. Voi fate lo stesso se dovessero esserci novità."

Masumi salì in macchina per andare al parco, forse c'era una speranza, non chiedeva altro...

[Cammino e ripenso a te, a questa notte come se fossi qui]

Scese rapido dall'auto, si avviò verso il parco, verso "Il posto di Maya", se quell'altalena avesse potuto parlare, quante cose avrebbe potuto raccontargli sulla sua ragazzina...
Fu allora che la vide.... una rosa, sull'altalena immobile, una rosa scarlatta, come quelle che avrebbe voluto regalarle per la sua vittoria, e non lo aveva fatto, non ne aveva avuto il tempo... mentiva a sé stesso, non era il tempo che gli era mancato, era il coraggio...

Maya era stata lì ma quando, quando? La rosa era fresca, quindi non doveva essere passato molto, cosa stava combinando Maya? Era all'apice della carriera e non se ne curava? Ma in fondo lei amava solo la recitazione, non le luci della ribalta. Questo lo aveva sempre saputo.
"Dove sei finita?" cominciava a temere per lei "Proprio adesso..." guardò il cielo "Dio, fa che non sia tardi..."

[Una questione di vita e gioco la mia partita
E tutto senza preavviso

Io sempre troppo indeciso
Tra la gente, nei pensieri c'e sempre il suo viso]

Chiamò Hijiri "E' stata al parco, da poco credo... Yu non sa dove sia, i suoi amici nemmeno, sembra essersi dileguata!"
"Vada a casa continuo io a cercarla, la aggiorno domani..." propose Hijiri
"Hijiri ho un brutto presentimento... la cercheremo insieme stanotte, domani mattina dovrei anche andare da Kobayashi, temo che i Takamiya mi abbiano già fatto un regalino, diciamo che non hanno gradito l'annullamento delle nozze"
"Cosa? Dal notaio?"
"Hijiri lascia perdere il notaio, se stanotte non troviamo Maya, non passerò certo la mattinata nel suo studio. Al diavolo lui ed i Takamya, non so nemmeno perché te ne ho parlato" concluse Masumi
"A che ora?"
"Ti ho detto che è solo una scocciatura. Comunque ho appuntamento alle 9"
"Signor Hayami, sono stato convocato per la stessa ora... non capivo il motivo, in più Kobayashi mi ha chiesto di non parlarne a nessuno..."
"Dove vuoi arrivare?"
"Io credo che ci sia Maya dietro a tutto questo"
"Maya?!?" Masumi era incredulo "Ma cosa stai dicendo, Maya da un notaio? E per fare cosa?..." Non era più certo che l'intuizione di Hijiri fosse così assurda, il dubbio si insinuò in lui, il panico lo colse "Hijiri, andiamo da lui, subito!"
"Presidente sono quasi le otto!"
"Non ti ho chiesto che ore sono, ti ho chiesto di venire con me dal notaio!" Gridò Masumi con un tono che non ammetteva repliche "Ci vediamo là!"  

Dove si volaWhere stories live. Discover now