CAPITOLO III

593 8 0
                                    

Il medico aveva visitato Maya, era uscito dalla stanza seguito da Mizuki
"Come sta?" chiese Masumi
"La febbre è scesa, ma la signorina è molto debole, non si è presa molto cura di sé negli ultimi tempi a quanto vedo. E' debilitata... per questo è bastato che uscisse sotto la pioggia per farle salire la febbre, le sue difese immunitarie sono al minimo... avete fatto bene a somministrargli un antiepiretico. Vi lascio un antibiotico e questo ricostituente, fate in modo che li prenda, altrimenti non riuscirà a riprendersi per la rappresentazione"
"Grazie dottore" lo congedò "Mizuki, può andare anche lei, ci sentiamo domani, per sicurezza cancelli i miei appuntamenti, non so se riuscirò a venire in ufficio"
"Come desidera... le ricordo il pranzo con la signorina Shiori"
"Mpf... Ci penserò domani..."
"Buona notte allora..."
"Buona notte Mizuki e grazie ancora. Il suo contributo è sempre prezioso"
Mizuki sorrise ed uscì, chissà che per il suo capo non fosse giunto il momento della verità... mentre attendeva che il medico visitasse Maya aveva sentito padre e figlio discutere, cosa avrebbe deciso il giovane presidente della Daito?

Masumi ora era solo nella sua stanza ad osservare quell'angelo dai capelli castani che ancora una volta dormiva nel suo letto...
Non avrebbe sopportato ancora parole d'odio da lei, l'avrebbe vegliata quella notte e poi l'avrebbe lasciata alle cure dei domestici, non le avrebbe imposto la sua presenza.

Le toccò la fronte, era fresca, anche l'antibiotico stava facendo effetto, si sedette sulla poltrona, chiamò prima Kuronuma per tranquillizzarlo sulle condizioni di Maya, poi chiamo Hijiri.
"Signor Hayami... è successo qualcosa?"
"Maya è a casa mia, aveva la febbre alta... ora sta meglio... ha avuto una brutta discussione con Yu... screzi fra innamorati..."
"Ma io non..."
Non lo lasciò finire "Comunque se lo avessi tra le mani... l'ha lasciata a piangere sotto la pioggia... Mi chiedo come..."
Stavolta fu Hijiri ad interromperlo "Scusi se glielo dico ma anche lei spesso è stato molto duro con lei..."
"Touché... comunque ti volevo solo informare, non credo che domani andrà alle prove, nel caso ti comunicherò come muoverti. Buona notte."
"Anche a lei..."
Sì, buona notte, avrebbe goduto della presenza di Maya, ascoltato il suo respiro mentre dormiva beata, avrebbe vegliato su di lei... ma gli occhi gli pesavano, le ultime ore erano state dure per lui, anche il confronto con il padre l'aveva messo di fronte alla sua debolezza, a quello che ormai non riusciva più a nascondere. Il sonno lo vinse e si addormentò sulla poltrona, le labbra leggermente increspate in un sorriso triste...

Maya intanto stava riemergendo dal suo sonno, si sentiva stanca ma riuscì ad aprire gli occhi... dov'era... non era a teatro... quel posto non gli era nuovo... il pensiero tornò a qualche anno prima... non poteva sbagliare era la stanza di Masumi!
Possibile, eppure lei ancora una volta sapeva di avere dato il peggio di sé di fronte a lui, quando si erano incontrati sotto la pioggia, il sarcasmo della sua voce, ancora una volta, non lo aveva sopportato, la rabbia aveva avuto il sopravvento e l'aveva sfogata in quello sguardo, non aveva detto nulla ma aveva visto il viso attonito di Hayami... gli aveva voltato le spalle lasciandolo lì sotto la pioggia, poi il nulla., rendendosi detestabile ai suoi occhi, più di quanto già non facesse.

Eppure lui non l'aveva abbandonata, l'aveva aiutata ancora, per lui la Dea Scarlatta era così importante, tanto da rinunciare ad una serata con la fidanzata per soccorrere una delle candidate al ruolo... Lei lo amava e gli creava solo problemi

[potremmo andarcene via dimenticarci ]

Forse la soluzione era davvero sparire, dimenticarlo, no non lo avrebbe dimenticato, ma la distanza avrebbe curato il suo cuore, saperlo felice e appagato, anche questo era amare, amare senza volere niente in cambio, respirare nel tuo buio la luce dell'altro, cullarsi nella sua gioia riflessa...

Un tuono la fece sobbalzare, il lampo che illumino la stanza le mostro la verità, lui era rimasto con lei... a tal punto si sentiva in colpa?
Dal movimento regolare del petto capì che stava dormendo, si alzò e si avvicinò a lui... sembrava un angelo, nessuno avrebbe colto il minimo segno del suo cinismo e della sua arroganza in quel momento... ne fu totalmente rapita, non riusciva a staccare gli occhi da lui... lo amava, amava tutti i suoi volti: l'affarista senza scrupoli, il ragazzo con gli occhi tristi, il prezioso ammiratore... Lo amava e non lo poteva avere, lei così insulsa, brava solo a recitare, "un buon prodotto", "una ragazzina" si accorse che ultimamente accettava perfino i suoi insulti... le bastava che si rivolgesse a lei.
Le lacrime le salirono agli occhi, pianse a lungo in silenzio, pianse per un amore impossibile, per un uomo "impossibile" come l'aveva più volte definito, ma a lui importava l'opinione di un'attricetta come lei? Glielo aveva detto nella Valle dei susini ma ora lei dubitava...

Dove si volaWhere stories live. Discover now