CAPITOLO XVII

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Il mattino seguente Maya salì sul treno diretto a Tokyo, soddisfatta del suo nuovo aspetto, ringraziò il cielo di aver acquistato anche una parrucca rossa e le lenti verdi, ora che Masumi l'aveva incontrata come Jane era rischioso non avere un'ulteriore "maschera", come avrebbe potuto giustificare la sua presenza al capezzale della sua maestra? Sperò solo di non incontrarlo anche lì.


[Nero e poi bianco
Muovo luce e tenebre ]

Comunque era sicura che nessuno l'avrebbe riconosciuta, aveva già ingannato Hayami con l'altro travestimento, e lui era un buon osservatore. Si beò di averlo ingannato ma era una magra soddisfazione, sapeva che non sarebbe riuscita a dimenticarlo facilmente, ammesso che ci fosse riuscita... Ebbe paura di questo pensiero, ma lo scacciò dalla mente, c'erano cose più urgenti a cui pensare.

[Saro' lupo e rondine per gli occhi tuoi]

Era certa che l'avrebbe spuntata con tutti, si sarebbe rivelata solo alla Tsukikage, se la maestra non l'avesse battuta sul tempo, lei sì che poteva riconoscerla. Solo lei...
Con il cuore in subbuglio osservava al di là del finestrino il paesaggio cambiare velocemente, come avvicinarsi alla sua maestra senza destare sospetti? Rimandò a dopo questi pensieri e controllò per l'ultima volta il suo nuovo aspetto.
Il trucco, più appariscente del solito, l'abbigliamento aggressivo, maglietta e jeans attillati, le scarpe con il tacco, l'estroso cappellino ed un paio di occhiali da sole avvolgenti a completare l'opera. Era soddisfatta del risultato, aveva pensato che un abbigliamento appariscente fosse la giusta soluzione, nessuno avrebbe pensato che Maya potesse vestirsi così, lei non voleva apparire "Sparire piuttosto." rise amaramente tra sé e sé...

[Ma con te io riproverei a spaccare il mondo, a scavare a fondo, dentro di me ]


Masumi intanto continuava a cercarla senza sosta, inutilmente... Hijiri non l'aveva più chiamato, segno che le condizioni di Chigusa erano invariate e che non c'erano notizie di Maya. Suo padre aveva mandato i suoi uomini a Yokohama ma anche loro non avevano trovato nessun indizio della presenza di Maya, un pensiero lo sfiorò e se avesse lasciato il Giappone? Avrebbe passato ogni minuto a cercarla, il lavoro che era stato la sua vita fino a quel momento, improvvisamente non solo non gli bastava più, ma aveva perso completamente importanza.

Si ritrovò davanti all'Asilo Murasaki, sorrise leggendone il nome, pensò che gli sarebbe piaciuto che i suoi figli lo frequentassero.
"Ma quali figli?" un altro sogno irrealizzabile, nonostante ciò che gli ripetevano tutti, era sicuro che Maya non sopportasse nemmeno la sua vista.
Non era gelosa, non era innamorata, altrimenti sarebbe corsa da lui sapendo che non si era sposato, e ormai lo sapeva tutto il Giappone.
Si voltò e nel cortile dell'asilo vide le maestre con i bambini, riconobbe Aika ed entrò.
Aika lo vide e gli andò incontro "Signor Hayami, quale onore!"
"E' bello qui... dovrebbero esserci più strutture come questa, so che siete tutte volontarie"
"Sì, ma amiamo il nostro lavoro"
Stava per chiederle di Jane, possibile che fosse così presente nei suoi pensieri, quando Aika gli chiese "Non ha ancora trovato la Kitajima"
"Purtroppo no..." poi non riuscì a trattenere quella domanda "Non c'è la sua amica? L'ho vista in un bar ieri sera, sembrava triste"
"E' a Tokyo per una visita di controllo al St. Luke's International Hospital"
Si preoccupò "Non sta bene?"
Aika esitò ma rispose "Ha perso la memoria in un incidente stradale, è sopravvissuta solo lei, i suoi familiari sono tutti morti, ricorda solo il suo nome..."
"Oddio, e quando è successo?"
"Non saprei, lei non ne parla molto ed io non ho indagato... per di più è qui da così poco che..."
"Capisco..."
"i bambini però la adorano già e lei dice che sta bene qui, che si sente più serena"

[Tra la gente, nei pensieri c'e sempre il suo viso ]

Anche Maya era felice con i bambini, pensò Masumi, forse Jane e la sua ragazzina si somigliavano più di quanto pensasse, forse era per quello che si sentiva strano con lei.
"Ora devo andare Aika, però voglio contribuire alla vostra attività" e così dicendo estrasse il libretto degli assegni, ne compilò uno e glielo porse.
Aika era spiazzata, un'offerta così generosa "Signor Hayami, ma è troppo"
"E' per una buona causa!" si limitò a dire lui
"Grazie..." Aika non riuscì a dire altro
"Non mi ringrazi, in Giappone servono posti come questo, ci sarebbero meno bambini infelici" se ne andò con uno sguardo triste sul volto.
"A presto Signor Hayami, torni pure quando vuole"
Masumi la salutò con la mano e tornò alle sue ricerche. Un pensiero gli sfiorò la mente...si scoprì preoccupato per Jane... anche lei era al St. Luke's...


Maya intanto era arrivata al St. Luke's International Hospital. Yu e gli altri stavano uscendo proprio in quel momento, parlavano di lei "La scomparsa di Maya ha provato molto la Maestra"
"Non si sa niente? Non l'hanno ancora trovata?"
E così la stavano cercando, rallentò il passo, mantenendo un'andatura decisa per sentire il seguito.
"No, sembra svanita nel nulla"
Non parlavano più... li superò, nessuno sembrò notarla, solo Yu la guardò più del necessario, o almeno le sembro così... Non l'avevano riconosciuta.
Entrò e chiese subito se poteva vedere la Signora Tsukikage
Senza guardarla l'infermiera rispose che non era possibile.
"La prego, almeno attraverso il vetro, voglio solo vedere come sta..."
"E va bene, mi segua" l'infermiera, forse colpita dal tono supplichevole di quella ragazza dal look così particolare, la accompagnò davanti alla stanza.
Si avvicinò al vetro, l'infermiera restò al suo fianco, guardò all'interno, non era la prima volta che vedeva la sua Maestra in un letto d'ospedale, ma stavolta si sentiva in colpa e la Tsukikage sembrava così pallida... era colpa sua se era lì, era stata egoista... ma non riusciva a pentirsi.

[Le facce aspettano
Ognuna ha solo un po' di sole ]

La donna come richiamata dallo sguardo di Maya aprì gli occhi e la fissò, dapprima senza capire... Maya se ne rese conto e decise che a lei, solo a lei avrebbe potuto rivelarsi.
Portò la mano davanti al viso, in quel gesto per lei così usuale prima di salire sul palco... aveva indossato la maschera.
Chigusa capì, e subito si sollevò sul letto, mettendosi a sedere, poi fece cenno a Maya di entrare. L'infermiera che aveva seguito basita la scena non si oppose.
Maya entrò e abbracciò la sua maestra, si sedette al lato del letto, parlarono a lungo di lei, di Ayumi, della rappresentazione... "La prego non dica a nessuno che sono venuta qui, so che ho scatenato l'inferno, ma io non posso tornare, anche se questi pochi giorni lontano da voi sono sembrati eterni"
"Lontano da noi?"
"Sì..." Maya non capiva quella domanda
"Hayami ti sta cercando ovunque"
Adesso capiva, come al solito Chigusa era un passo davanti agli altri, si era accorta che lei sentiva qualcosa per Masumi, in fondo gli aveva donato i diritti dell'opera e sicuramente lei lo sapeva.
"Lo so" rispose senza però ammettere nulla "E' dura perdere un buon prodotto, ma almeno i diritti sono nelle sue mani, si dovrà accontentare" disse amaramente, almeno con la Tsukikage poteva parlare liberamente.
"Sei certa di quello che dici?"
"Sì..." disse "purtroppo" aggiunse con un fil di voce
"Se è questo che credi..."
"E' la verità, non voglio più vivere di illusioni, il tempo delle favole è finito"

[Le storie si ripetono
Non c'è un'immagine
Che arrivi dritta fino al cuore ]


"Ti sei innamorata di lui?"
Ecco si era scoperta
"Riuscirò a dimenticarlo. Ci riuscirò. Ora devo andare ma tornerò presto"
Abbracciò la sua maestra, non vide l'uomo che dal vetro osservava la scena.
Hijri era appena entrato in ospedale dopo l'ennesima telefonata con il Signor Hayami, anche lui faticava a credere che Maya fosse sparita così senza lasciare traccia. Era arrivato davanti alla stanza della Tsukikage e attraverso il vetro aveva visto una ragazza abbracciare la donna, ebbe un sussulto. Era Maya? Non poteva certo irrompere nella stanza, né chiamare Hayami, avrebbe semplicemente atteso che uscisse.

Maya si alzò, rimise gli occhiali lasciò la camera... faticò a mantenere il controllo vedendo Hijiri, ma ci riuscì.

[Anche se non respiro e non mi vedo più]

Lo oltrepassò con portamento sicuro.
Hijiri la guardò "Non era lei..." constatò deluso, per fortuna non aveva chiamato il signor Hayami.

Chigusa l'aveva visto, decise che doveva fare qualcosa per aiutare Maya, muovere un po' le acque, senza però tradire la sua fiducia, in fondo era andata lì per lei. Un giorno l'avrebbe ringraziata...ne era certa.

[Niente da dire, niente da fare
forse c'è un tempo per riprovare ]

Fece un cenno ad Hijiri, l'uomo si voltò verso l'infermiera che era ancora fuori dalla stanza. "Vada pure, ma non si trattenga molto, la signora deve riposare."
Hijiri entrò nella stanza e si avvicinò al letto.
"Lei lavora per Hayami vero?" chiese senza tanti giri di parole
"..."lo aveva colto di sorpresa, era molto acuta. Era degna della sua reputazione.
"Non c'è bisogno che parli, gli dica che io sto bene e che..." ebbe un attimo di incertezza, poi continuò... era la cosa giusta da fare "... che è difficile cercare chi non vuole farsi trovare"
Hijiri ebbe un sospetto "Chi era quella ragazza?"
Bene, pensò Chigusa, questo ragazzo è abbastanza sveglio da capire senza che io mi esponga troppo. "Una ragazza come tante, a prima vista... Ora voglio riposare, tu vai e fa quello che devi"
Hijiri sgranò gli occhi, ora era tutto chiaro, era chiaro perché avevano setacciato Yokohama senza successo, quella che era uscita ... nessuno avrebbe scorto in lei la goffa ragazzina con la passione del teatro che tanto avevano cercato in quei giorni. "Grazie signora..." disse Hijiri
Chigusa lo congedò con un cenno del capo ed Hijiri si precipitò fuori dalla camera. Si rivolse all'infermiera "Ha visto dove è andata quella ragazza che era qui prima?"
"Ehm, no, ho solo visto che è uscita..."
"Grazie lo stesso"
Corse fuori dall'ospedale ma di lei nessuna traccia, l'aveva persa! Dannazione! Doveva chiamare il Signor Hayami ed in fretta.

Masumi era tornato alla stazione di Yokohama, ancora niente, stava fumando una sigaretta quando suonò il cellulare "Hijiri che succede, la Tsukikage è peggiorata?"
"No" Hijiri era trafelato
"Cosa c'è Hijiri?"
"Era qui, Maya era qui!"
"Cosa? E perché non la hai fermata? Sta bene?"
"Signor Hayami, io... io non la avevo riconosciuta, sfido chiunque a riconoscerla"
"E allora come puoi essere sicuro che fosse lei?"
"Me lo ha fatto capire la Tsukikage, certo non direttamente, ma era chiaro, probabilmente Maya le aveva chiesto di non dire niente. Ora la ho persa di vista, ma credo che userà i mezzi pubblici per muoversi."
"Se prende un treno per Yokohama non la farà franca, sono alla stazione!"
"Cerchi di non assalirla, Chigusa mi ha detto di dirle che - è difficile cercare chi non vuole farsi trovare -"
Ancora quelle parole, possibile che lui le facesse così tanta paura? Lui che la amava con tutto sé stesso. Glielo avrebbe detto, al diavolo tutto, niente sarebbe stato peggio che crederla morta, o non avere la minima idea di dove trovarla. Era stanco di dubbi ed incertezze.
"Come era vestita?" Chiese Masumi
"Beh non la ho osservata con attenzione, ma le assicuro che è difficile non notarla" deglutì al pensiero della reazione che avrebbe avuto il signor Hayami alla descrizione che stava per fornirgli, si fece coraggio "So di non esagerare dicendo che era molto molto appariscente, cappello, occhiali, jeans attillati, trucco pesante e scarpe con tacco vertiginoso."
"Cosa?" Masumi non credeva alle sue orecchie
"Adesso capisce perché non ho pensato che fosse lei?"
"E' proprio decisa a non farsi trovare come mi dicono tutti..."
"Ah dimenticavo."
"Che altro c'è?"
"Ha i capelli rossi..."
Gli venne da sorridere un travestimento magistrale, poi per un'attrice del suo talento non doveva essere difficile trasformarsi "Grazie della descrizione, ora so chi cercare... magari l'avrò pure incontrata in questi giorni, ma se era vestita così... io cercavo una ragazzina..." - "...La mia ragazzina" aggiunse mentalmente.
"Si scordi la vecchia Maya, posso assicurarle che la nuova non passa inosservata, in lei non c'è niente della ragazzina cui siamo abituati..."
"Ci sentiamo dopo Hijiri, grazie di tutto."


Aveva davvero fatto tutto questo per fuggire da lui? Perché gli aveva servito i diritti della Dea Scarlatta su un piatto d'argento se non sopportava neppure di vivere nella stessa città? Non era per Shiori, perché Shiori ora non faceva più parte della sua vita, eppure lei continuava a sfuggirgli.
Avrebbe controllato tutti i passeggeri provenienti da Tokyo, se fosse scesa a Yokohama non l'avrebbe lasciata scappare di nuovo.
Ricordò la promessa fatta a Yu, ma sapeva che, se lo avesse chiamato, il ragazzo si sarebbe sicuramente precipitato a Yokohama e lui aveva bisogno di parlare a Maya da solo, senza interferenze. Non poteva, non voleva più rimandare.

Dove si volaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt