11. Incontri insoliti

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Il modo in cui Helena Burren aveva baciato Rafe Ellington poteva essere classificato, in città, tra i sobborghi e perfino nell'alta società americana, come il modo in cui una sgualdrina baciava un libertino. Rafe aveva colto una passione devastante nei movimenti di lei, nella sua bocca, nella sua lingua, nel suo sguardo appannato dal desiderio…
E lui non era stato da meno. Come diavolo aveva potuto lasciare che accadesse? Che cosa avrebbe pensato, Helena, di quella notte? Non voleva che lo ritenesse un farabutto come aveva, presumibilmente, fatto fin dal primo istante in cui i loro occhi si erano incrociati. Come aveva potuto essere tanto imprudente? La verità era che non aveva aspettato altro che quello per giorni interi. E, che Dio l'aiutasse, lo avrebbe fatto ancora. Avrebbe ripetuto quello sbaglio in eterno, se avesse potuto. Lei era innocente, inesperta, così tenace quanto delicata. Non poteva davvero averla paragonata a una comune sgualdrina.

Non avrebbe dovuto lasciare che ricapitasse; la reputazione di Helena valeva molto di più.
E quando l'aveva vista piangere… Perché aveva pianto, poi? Il suo bacio l'aveva disgustata al punto da farla pentire di essersi lasciata trasportare? Oppure era stato perché lui l'aveva intrappolata sotto di sé, non lasciandole via di scampo? O forse…
D'un tratto seppe con certezza cosa l'aveva indotta a versare quelle lacrime. Era accaduto qualcosa, la sera prima, quando l'aveva vista allontanarsi lentamente dal suo corpo. Qualcosa che aveva mandato in frantumi la solida risoluzione di tenerla a debita distanza.

«Helena?» la chiamò gentilmente. I suoi capelli, sciolti e increspati, erano ondeggiati dal vento caldo di quel mattino. Quei capelli erano così morbidi, nonostante tutto, avrebbe voluto intrecciarseli alle dita ancora e ancora…
Aveva immerso i piedi nel laghetto e fissava un punto imprecisato al centro dell'acqua. Non aveva emesso un suono quando Rafe le aveva comunicato di aver trovato una sorgente. E non stava fiatando nemmeno adesso.
«Helena?» tentò di nuovo, mentre si arrotolava le maniche della camicia. Avrebbe voluto maledirsi per avere quel tono sottomesso, così dipendente da lei!

Helena si passò la lingua sulle labbra, spazzando via un po' della loro secchezza, inspirò ed espirò a lungo senza guardarlo. Quello che sentiva, al di là dei rumori della natura selvaggia, era un senso di colpa indicibile. Non si trattava di pentimento, no: non si sarebbe mai pentita di aver baciato Rafe. Quel bacio era stato così profondo, così reale, così bello… non c'erano altre parole per descriverlo. Era stato tutto quello che lei aveva sempre sognato, e anche di più. Dolce, passionale, rude a tratti, ma anche gentile, delicato. Non si era aspettata una tale gentilezza da parte di un uomo come Rafe. Sua zia diceva che le apparenze ingannavano, e aveva ragione. Lei lo aveva capito solo la notte precedente.

Ciò che la rendeva triste, amareggiata e rabbiosa verso se stessa, era il fatto di non essere riuscita a resistere, convinta di aver fatto un torto imperdonabile a Bayard Mellins, il suo promesso sposo. L'avrebbe accettata ancora, se avesse saputo che aveva baciato un altro uomo e aveva provato nuove sensazioni tali da sconvolgerla? In fondo, però, non c'era ragione per cui avrebbe dovuto saperlo; e questo, tuttavia, la rendeva ancora più colpevole. Lui si era preso qualcosa che sarebbe dovuto spettare a Bayard, eppure Helena era felice che fosse stato Rafe a baciarla.

Sentì che lui la chiamava e si riscosse con un sussulto.
«Che cosa c'è?»
Aveva la voce flebile, come se fosse rimasta sepolta troppo a lungo nelle corde vocali.
Rafe le si avvicinò e le porse una tazza di caffè, sedendosi al suo fianco.
«Dove lo avete… ?»
«Sono un uomo dalle mille risorse» la interruppe lui con un leggero sorriso. Lei amava quando sorrideva. Quel piccolo movimento di labbra faceva crollare quella corazza di sgarbo e cinismo che l'avevano tanto spaventata in un primo tempo.
Accettò il caffè con educazione, rivolgendogli un cenno del capo.
Lui si chiese se stesse per dargli del bastardo — cosa che in fondo era - e si preparò ad incassare il colpo. Che però non arrivò.
«A proposito della notte scorsa, Helena… »
«Non dovrà ripetersi mai più.»

- IN REVISIONE - Cuore selvaggio Where stories live. Discover now