CAPITOLO 30 ※ La vera verità. ※

28 4 0
                                    

«Fallo Cristal! Uccidilo!»
«State zitti schifosi mostricciattoli! Sparite dalla mia mente!»
Sentii la sua voce ed aprii gli occhi guardandola... Lei si era pugnalata l'occhio destro costringendo alle serpi di abbandonare il suo corpo... Sotto i piedi di Cristal si creò un cerchio rosso che la illuminó mentre il suo occhio destro sanguinava ella lo tenne chiuso al contrario di quello sinistro che si tinse di colore rosso. Katia aprì la bocca ed indietreggió, le serpi cercarono di fuggire ma non appena si mossero vennero bruciate all'istante da delle fiamme rosse. Il suo sguardo era serio e rivolto verso Katia mentre il suo petto si illuminó da una luce rossa, una fiamma ardente.
«Com'è possibile!» Esclamò Katia.
«Ne ho abbastanza strega... hai ucciso la MIA famiglia, hai vincolato Xenor, il MIO Xenor, hai cercato di farmi uccidere GABY! Hai distrutto la MIA casa...»
«Come hai fatto ad uscire dal mio vincolo?! Cosa sei?!»
Cristal gettò a terra il pugnale ed allargò le braccia, le sue braccia tornarono ad essere del loro colore originale, la sua pelle nera stava svanendo.
«Hai ragione, tutto questo è colpa mia. Hanno dato tutto il peso su di me, molte volte sono crollata per questo peso ma ogni volta mi sono rialzata. Ho stretto i denti e tenuto tretto ogni volta, ho cercato di tenere il mio essere, i miei sentimenti lontani da me; Ho cercato di diventare un guscio vuoto. Tu sei riuscita a farmi diventare e comprendere il vuoto della mia anima, hai scavato è tolto il tutto.»
Cristal alzò i suoi occhi verso Xenor che continuava ad osservarla, poi si rivolse nuovamente a Katia che stava sorridendo.
«Ho capito, hai ferito il tuo corpo per uscire da quel vincolo e nel farlo hai utilizzato la tua volontà. È vero, sono riuscita a trasformarti in un guscio vuoto ma non è stato mai vuoto come il mio. Noi siamo uguali la follia ci scorre dentro, l'odio verso le persone, il rancore, tutto quanto...»
«Ti sbagli io non riservo rancore... anche se per tutta la mia vita tutti mi hanno guardato dall'alto in basso non ho mai pensato di poter cancellare il loro pensiero su di me, ma ho cercato di far in modo che loro potessero cambiarlo.»
«Sciocchezze!»
«L'equilibrio è stato abbandonato da molto tempo, ma l'equilibrio stesso non è mai stato vostro... quel diritto era destinato ad uno è soltanto uno solo.»
«Cosa stai dicendo! Non dire stupidaggini! Gli astri celesti sono nati per sorvegliarlo e proteggerlo!»
«No, gli astri celesti hanno vegliato l'equilibrio dei mondi, ma non sono stati loro a creali... a creare l'equilibrio stesso.»
«MENZOGNE!»
La luce intorno a Cristal divenne più forte, la sua energia era diventata spaventosa era pari a quella di Xenor... no! Era anche superiore di quella di Xenor, che cosa significava?!
«Sin dai tempi tutti hanno creduto che Xenor fosse nato dall'odio dei demoni ma non è vero, lui è stato inciso da quell'odio, l'equilibrio aveva mutato il suo stesso aspetto in quello di un demone ma è lui il vero fondatore dei tre mondi. Il vero possessore del potere dell'equilibrio.»
«Cosa?!»
«Xenor ha creato noi tutti ecco perché solo lui può distruggere ciò che egli stesso ha creato. Io non sono mai stata il contenitore di Xenor, io sono stata la sua guardiana... Io sono la sua guardiana ho tenuto il suo potere detro di me si è mescolato con il mio sangue. Proprio come te sono riuscita a dominare l'odio, l'ho unito, l'ho mutato ed è diventato parte di me.»
«Sono menzogne! Xenor uccidila! Ora!»
Xenor però non si mosse, Cristal lo guardò ed egli quasi rimase paralizzato. Lei era la sua guardiana... il suo potere era decisamente superiore al confronto con quello di Xenor. Sapevo bene che Xenor lasciava che lei lo costudisse, ma questo accadeva perché egli sapeva bene che lei era diventata nettamente superiore. Katia indietreggió circondando le proprie mani con un fumo rosso e proprio sotto di essi si aprirono due varchi da cui uscirono due lance, Cristal invece non fece nulla. Le lance fluttuanti attaccarono Cristal ad una velocità spaventosa, lei però alzò una mano e le lance si fermarono prima di colpirla cadendo a terra. Katia allora evocó innumerevoli frecce che lanciò sempre contro la sua avversaria ad una velocità spaventosa tanto veloci che alla vista non sembravano alto che una scia di luce. Le frecce colpirono dove si trovava Cristal alzando una tale polvere da non permettere alcuna visione. Quando la polvere scomparve arrestandosi, Cristal era scomparsa non c'erano altro che frecce conficcate nel terreno spaccato dalla loro potenza. Katia indietreggió ancora guardandosi in modo frenetico in torno poi si giró di colpo, Cristal era dietro di lei. Con un calcio ben assestato Cristal colpì Katia scaraventandola lontano mentre il vestito che indossava andava in brandelli. Katia si alzò in piedi costando i capelli dal viso e con un pollice pulí il sangue dal labbro.
«Ne ho abbastanza Cristal!» gridò lei circondandosi da una luce rossa.
Era tutto così impressionante, le loro energie erano tanto forti da non trovare parole per descriverle. Quella non era una battaglia di potere, quella era una battaglia di odio. Entrambe ricavavano potere dall'odio eppure era come se Katia avesse dei problemi rispetto a Cristal. Come se il suo potere, no, la sua mente stesse vacillando. Ad un tratto il terreno iniziò a tremare, lì dove si trovava Katia nel cielo si formò una nube nera che scagliò al suolo due fulmini colpendo il terreno al fianco di lei. Dal terreno in cui i fulmini caddero si crearono dei rami neri incisi da strani segni illuminati di rosso, questi rami si avvolsero intorno alle sue braccia stringendogliele così forti da farle sanguinare. Cristal iniziò a correre verso Katia evitando i rami neri che ella gli mandava per cercare di afferrarla, Cristal riuscì ad avvicinarsi moltissimo a lei ma venne afferrata da un ramo che la costrinse ad allontanarsi. Con un salto Cristal si allontanò e staccó con forza il ramo che l'aveva afferrata prima che le potesse penetrare nella carne. I rami continuarono ad avanzare come se volessero impiantarsi a qualcosa, come se si volessero espandere per mettere racidi ed infatti fu quello che fecero. I rami si conficcarono nel terreno creando così una specie di rete al cui centro si trovava Katia ben protetta. Cristal evitó agilmente i rami che l'attaccavano spezzandoli o semplicemente saltandoli o spostandosi. Il suo compito era quello di riuscire a raggiungere il centro. Vidi Cristal che si trovava in difficoltà, i rami non le davano un attimo di pace, poi notai il pugnale a terra quello che Cristal aveva lanciato precedentemente. Lo afferrai con una mano, stringendo i denti imposi al mio corpo estremamente malconcio di darmi la forza per quell'ultima azione così riuscii ad alzarmi in piedi e costenendomi a malapena mi incamminai verso le spalle di Katia. Era troppo distratta nel vedere ciò che aveva avanti per notare quello che era dietro. Così un passo alla volta riuscii ad avvicinarmi sempre di più, sempre più vicino. Quando fui abbastanza vicino alle sue spalle alzai il pugnale pronto a colpirla.
«Che ragazzo sciocco...» Disse Katia.
Riuscii a sentire le urla di Cristal prima che il mio udito divenne sordo, le mie braccia caddero lungo il mio corpo mentre il mio capo si chinava verso il mio petto riuscendo a vedere tre rami conficcati nella mia carne. Senza respiro sentii salire lungo la mia gola del sangue che poi scivoló fuori dalle mie labbra socchiuse. Cristal fu avvolta dalla luce rossa così forte e brillante che bruciò all'istante i rami che aveva d'avanti a sé. Poi scomparve e ricomparve avanti il viso di Katia che lo afferrò con una mano chinandola verso il terreno in modo tale da farglielo colpire con la nuca. L'impatto fu così violento che sotto di loro si creò un enorme cratere profondo, non contenta l'afferrò nuovamente lanciandola lontano e mandandogli contro un enorme masso preso dal terreno frantumato. Vidi Cristal avvicinarsi a me e spezzare i tre rami senza però farli uscire dal mio corpo. Mi accasciai a terra e lei mi alzò il capo con una mano tenendomi leggermente alzato in modo da riuscire a vedere il suo volto.
«Gabry! Gabry! Non ti azzardare a morire! Non provarci! Ho già salvato la tua anima una volta, se muori non potrò rifarlo!»
La sua voce era strozzata, il suo viso anche se pieno di lividi e ferite era comunque bellissimo. Amavo quel viso, amavo il suo sorriso, le piccole rughette che si creavano sulla sua fronte quando era arrabbiata, amavo le sue guance che diventavano rosse come un pomodoro dall'imbarazzo, la curva della sua bocca che si incurvava quando era infastidita per poi trasformarsi in un lieve sorriso divertito. L'amavo così tanto, ero stato così cieco a non accorgermene prima, così stupido... Alzai una mano e la posai sulla sua guancia per poi fargli passare il pollice sulle sue carnose e morbide labbra. Avevo lottato a denti stretti, ma ero ormai allo stremo era il momento di andare via, per sempre. Così ignorando i suoi dolci rimproveri mi lasciai andare con il rimpianto che non sarei più riuscito a vederla o a tenerla tra le mie braccia.

Angolo autrice:
Ciao carissimi lettori! Siamo quasi alla fine della storia! Mancano veramente pochi capitoli, purtroppo proprio negli ultimi capitoli non riesco a trovare il tempo libero per aggiornarli. Ahimè ho sempre nuove idee da aggiungere ma non il tempo per farlo e questo mi provoca questi ritardi assurdi. Chiedo scusa, cercherò di aggiornare al più presto un abbraccio forte. Ciaooo \(^-^)/

Ps. Se volete aiutarmi a far conoscere la mia opera a più persone lasciate una bella stellina e/o un commentino, sono sempre ben graditi. Grazie.

L'esiliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora