CAPITOLO 28 ※ Il passato ※

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Cristal cercò di liberarsi dalla presa ma la strinsi a me e gli sussurrai nell'orecchio che sarebbe andato tutto bene. Chiusi gli occhi per un istante e quando li riaprii mi trovavo circondato dall'oscurità, mi guardai in torno era tutto così vuoto e freddo. Vidi una piccola luce provenire dal basso, sempre se era il basso, ed iniziai a nuotare in quella direzione. Quando attraversai la luce mi ritrovai in una stanza le cui pareti e pavimento erano ricoperti da una strana sostanza melmosa che dal soffitto colava. Alzai lo sguardo verso il soffitto e notai una protuberanza a forma di cerchio. Appena mi mossi quella protuberanza si aprì mostrando un occhio da cui fuoriusciva quella melma maleodorante e viscida. Mi incamminai ancora di più fino ad arrivare vicino ad una porta ricoperta da quella stessa melma, cercai di aprila ma non ci riuscii alla fine decisi di spondarla con una spallata. La porta si aprì mostrandomi un giardino di fiori, mi guardai intorno e vidi due bambine tenersi per mano che mi correvano in contro, cercai di spostarmi ma quelle bambine attraversarono il mio corpo. Era un ricordo? Mi avvicinai alle bambine che da sole in quel giardino ridevano e giocavano. Vidi il tempo passare e quelle bambine diventare sempre più grandi alla cura di una sfera. Quando le bambine divennero abbastanza grandi vidi in volto quella con i capelli scuri, era l'anziana strega! Mi trovavo nei suoi ricordi? Come ci ero finito non lo sapevo. Vidi la strega guardare verso l'altra donna dai lunghi capelli biondi che sedeva sul bordo si una fontana. Mi avvicinai alle sue spalle e vidi il riflesso del volto di mio padre nell'acqua, girai il viso guardandola in volto e rimasi stupito nel vedere mia madre... mia madre Seila. La donna dai capelli neri si avvicinò e posò la sua mano sulla spalla di mia madre.
«Seila sorella sai bene che non puoi salvare l'anima di quell'uomo.»
«Ma Katia so bene che il nostro compito e proteggere l'equilibrio, ma perché noi non possiamo avere una scelta?»
«Noi siamo nate per questo compito è nostro dovere tenere in equilibrio il bene ed il male affinché i tre mondi vivano in serenità.»
«Io non voglio questa vita sorella!»
«Non essere sciocca! Tu resterai qui per sempre, non sei sola Seila ci sono io qui vicino a te.»
Mia madre guardò ancora il riflesso di mio padre nell'acqua che venne distolsa da una goccia delle sue lacrime prima che corresse via. Katia guardando il riflesso, lo taglió con la mano mentre il palmo veniva macchiato da una voglia sotto cutanea di colore nero che coprì all'istante indietreggiando. Il tempo sembrò correre quando vidi mia madre ben coperta scappare via ed incontrare mio padre. Katia seguì la sorella e quando mia madre le riferì che avrebbe vissuto sulla terra perdendo le sue ali, allo stesso tempo anche la sorella legate dallo stesso destino perse quel diritto anche se ormai diventate nere. Per acquisire il dolore del cuore spezzato che mia madre aveva provocato, si nascose, quando poi una notte comparve al castello distruggendo ogni cosa con il potere ricavato dal suo stesso rancore verso mia madre. Si era persa nella follia e quando venne a conoscenza che mia madre Seila aveva una vita felice ed aveva dato alla luce un bambino questo provocò in lei così tanta rabbia da voler uccidere quello stesso bambino definito da egli come il figlio maledetto, ovvero io. Mia madre con le lacrime agli occhi sconfisse la sua stessa sorella per proteggermi, lei sapeva di aver commesso un errore nel decide di travolgere la sua vita, ma si era comportata da egoista tanto da scegliere anche per Katia. Le aveva negato una facile esistenza anche senza alcun amore ma solo dovere, aveva perso le sue candide ali per diventare umana e questo aveva inciso profondamente anche il destino della sorella. Quella notte mia madre non uccise Katia sperando che il tempo potesse dare all'amata sorella la calma della sua anima tormentata. Al contrario il sangue nero le aveva fatto perdere del tutto l'amore di quei mondi, lei voleva distruggerli no per crearne un' altro da poter dominare. Lei voleva creare un mondo nuovo dove poter ritornare ad essere quello che era, quello che ingiustamente mia madre con il suo egoismo le aveva negato. Voleva cancellare gli errori commessi, cancellare il passato ed il profondo dolore provocato dal tradimento della sua amata sorella gemella. Ma non aveva calcolato che per fare ciò avrebbe rinunciato a tutta la sua stessa anima, che sarebbe stata mangiata lentamente dall'odio e dalla rabbia. Divorata così tanto dal rancore da diventare folle a tal punto che la morte era diventata l'unica soluzione e l'unica soddisfazione che potesse ricevere. La stanza in cui mi trovavo divenne sempre più stretta mentre le immagini del passato scomparivano una dopo l'altro. In quel momento capii perché mia madre piangesse da sola seduta in una stanza con il volto rivolto verso una finestra, capii perché sulla schiena mia madre avesse una macchia nera. Le sue ali erano state strappate affinché diventasse un umana ed il tradimento non aveva fatto altro che macchiarla. Capii le parole di mio padre che pronunciò prima di morire, le sue colpe, i suoi errori aveva destinato tutto alla distruzione. Il suo amore verso mia madre aveva creato interi cataclismi all'equilibrio stesso, aveva provocato la distruzione del mondo dei demoni ma aveva provocato anche le sofferenze che Cristal fino alla nascita aveva dovuto affrontare ma soprattutto per la prima volta capii perché tutti si riferivano a me come angelo marchiato, io non ero altro che la rincarnazione di quegli errori.  Ma non mi importava di cosa io fossi o del passato, non era altro che quello passato. Io e Cristal eravamo uguali, entrambi portavamo sulle spalle gli errori dei nostri genitori. Proprio in quell'istante chiusi gli occhi e sentii due gentili mani posarsi sulla mia schiena come se qualcosa mi chiedesse perdono. Quando riaprii gli occhi vidi Cristal in una stanza che sdraiata su una pietra di marmo restava immobile con gli occhi chiusi ricoperta del tutto da fiori secchi e piume di corvo con una vuoto dentro il petto che brillava ma che pian piano stava diventando sempre meno luminosa. Mi avvicinai ma venni spinto via da una raffica di vento.
«Cristal! Ascolta la mia voce, ritorna in te! Tutti ti stanno aspettando fuori si qui e vogliono riavere la Cristal che noi tutti conosciamo. Io voglio la Cristal che amo, la mia Cristal. Io ti amo, ti prego torna da me e resteremo per sempre insieme. Nessuno ti dividerà da me, da nessuno. Vivrai felice con me, Amanda, il vecchio Aron, Josué, Ron, Ania, il signor gatto e tutti gli altri. Noi tutti insieme saremo felici ma devi tornare con me ora, devi svegliati.»
Le piume avanzarono sul suo corpo e sentii una mano afferrare la mia, mi voltai e vidi la piccola Cristal che mi portò verso di lei posando la mia mano sul vuoto al petto di lei. La Cristal sdraiata aprì gli occhi di scatto e girò il viso guardandomi negli occhi, lei si alzò mettendosi a sedere sulla lastra di marmo e rivolse lo sguardo alla piccola Cristal che gli porse una piccola luce in quelle manine delicate.
«E ora che tu riprenda ciò che mi hai dato un tempo.»
«Hai portato tu Gabriel da me?»
«Si, ho mostrato quello che noi siamo. Non è cambiato di una virgola sai? È ancora caldo e allegro di come era un tempo.»
«Grazie per aver tenuto al sicuro il mio cuore. È ora di combattere le mie paure.»
«È tempo per me di andare via, il mio compito è finito.»
«No, tu non andrai mai via. Tu sei me, tu sei parte della mia anima e lo sarai per sempre. Hai fatto un ottimo lavoro.»
La piccola Cristal sorrise e consegnò la luce per poi scomparire con un ampio sorriso sul viso. Sentimmo un rumore assordante:
«È troppo tardi Gabry, devi andare via!»
Cristal posò la luce al centro del suo petto e mi spinse via facendomi cadere in un buco che mi riportò alla realtà. Quando aprii gli occhi di scatto notai che il bocciolo di rosa nera era stato scalfito, Cristal si liberò dalle mie braccia urlando ed indietreggió portandosi le mani al capo ed uscendo dal bocciolo. I demoni erano a terra gravemente feriti mentre Katia alzava le mani dinnanzi ad un enorme porta. La porta che conteneva Xenor! La donna alzò una mano verso Cristal mandandogli contro una freccia di fumo rosso che la colpì proprio al centro del petto dove il sigillo era mostrato. Cristal venne avvolta da una luce verde mentre le strazianti urla di dolore uscivano proninciate dalle sue labbra. Il sigillo venne spezzato, si frantumó in mille pezzi  i suoi occhi divennero di un rosso acceso, le sue gambe cedetto e dal suo corpo iniziarono a fuoriuscire degli speroni neri. I demoni a terra cercarono di rialzarsi con le lacrime agli occhi, cercai di avvicinarmi qualcosa dentro di me mi urlava di fare qualche come se lei da un momento all'altro sarebbe potuta svanire nel nulla. Mi avvicinai molto, ma lei urlando mi colpì con gli speroni del corpo attraversando la mia carne. Uno di quelli mi colpì pochi millimetri distante dal cuore. Sentii un rumore ed alzai gli occhi verso Katia che porgeva le mani all'enorme cancello che aprendosi fece fuoriuscire Xenor!
«Vieni al mio cospetto Xenor! Sii mio servo e distruggi questi mondi che tu stesso odi!»
Quello era Xenor... Non si trovava più all'interno di Cristal!

L'esiliataWhere stories live. Discover now