CAPITOLO 18 ※ Ardente rabbia. ※

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Stringevo quel corpo freddo, il suo corpo contro il mio. Non potevo, non volevo credere che lei fosse morta. Non doveva andare così, continuavo a ripetermi nella mente -Non è possibile, non è possibile, non può essere.- Eppure era una certezza, lei era morta. Cercai in tutti i modi di trovare una soluzione, ma la mia mente era velata. I miei occhi posati sul suo viso, le mie mani sul suo corpo, le mie orecchie che non facevano percepire alcun suono e la mia voce ferma in gola pronta a gridare la mia disperazione non appena la mia mente sarebbe stata in grado di far ammenda di tale situazione. Poi come se qualcuno mi tirasse un pugnale nel cuore sentii le risate della ragazzina, alzai gli occhi verso di lei ed un uomo nero con in alto la sua spada scese giù verso di me. Ma ad un tratto l’uomo si fermò scomparendo. La ragazzina cercò di mandare delle lame di luce contro di me, ma non mi colpirono minimamente scomparendo non appena fossero vicine. Iniziai a sentire la rabbia correre nel mio sangue come se le lingue di fuoco stessero avvampando nel mio stesso essere. Sentii una forte sensazione di dolore al petto, mi chinai riuscendo a vedere la mia pelle che si illuminava di ardente calore. La mia pelle bruciò mostrando un colore rossastro. Sentii un forte dolore alla schiena ed urlando una colonna di fuoco uscita dal terreno mi avvolse, sentivo che il mio sangue fosse diventato lava che circolava nelle mie vene. I miei capelli neri si allungarono, le mie unghie divennero nere e lunghe, sentivo dentro di me una forte rabbia diventare sempre più viva. Mi alzai in piedi prendendo e sollevando il corpo di Cristal tra le mie braccia, la colonna di fuoco di disperse riuscii ad intravedere il mio viso in una finestra di una casa. I miei occhi erano diventati neri con la pupilla rossa, il miei capelli neri sulla mia pelle rossastra, il mio petto nudo illuminato da una fiamma e delle ali nere alla mia schiena. Le mie labbra si incurvarono in un sorriso quando videro la ragazzina, che era diventata molto seria, quasi aver paura. Riuscivo a percepirla, a percepire la sua paura. Mi incamminai verso Amanda e posai delicatamente Cristal sul terreno accarezzandogli una guancia con la mano. La ragazzina si circondò da una luce dorata spostando la frangetta e mostrando un occhio dorato che si illuminò. Da dietro la sua schiena un cavaliere d’orato comparve e sfoderando la sua spada si lanciò verso di me, alzai una mano fermando la lama della spada con un braccio strinsi l’altra mano in un pugno e gli colpì il braccio con cui impugnava la spada. Lui si ritrasse ed io mi lanciai all’attracco colpendolo in viso con un pugno che lo fece rotolare a terra. Il suo corpo si separò sul terreno per poi riunirsi nuovamente da un legame dorato come se il suo corpo fosse legato da una calamita. Non era un umano, questo mi fece sorridere ancora di più, potevo distruggerlo. Mi lanciai all’attacco e gli staccai la testa con un calcio mentre fermai il colpo della lama con una mano, mi spinse via con una ginocchio. Quando fui lontano sentii qualcosa toccarmi la spalla sinistra, un tocco leggero e dolce. Chiusi gli occhi assaporando quella sensazione come se qualcosa mi stesse proteggendo, sentii il rumore dell’armatura del mio nemico muoversi. Così allargai le gambe piegandomi con le ginocchia e stringendo forte la mano sinistra in un pugno mi concentrai unicamente su quella parte del corpo. Quando sentii l’armatura esser molto vicina aprii gli occhi e colpii il nemico dritto al petto attraversandolo solo con il mio pugno da parte a parte. Afferrai qualcosa dentro il suo petto e la tirai fuori, una gemma dorata… L’armatura cadde a terra, strinsi la gemme nella mano che si frantumò. Facendo quell’operazione la ragazzina iniziò a gridare mandando ovunque le sue lame senza neanche mirare, una reazione di rigetto. Aveva usato più potere di quanto ne potesse usare, andai verso Cristal ed Amanda facendogli scudo con il mio corpo. Le lame entrarono nella mia schiena e questa volta le sentii entrare perfettamente nel mio corpo, lacerandomi la carne. Delle goccie del mio sangue caddero sul viso di Cristal, il sigillo al suo petto comparve diventando sempre più grande mentre fluttuava nell’aria girando su se stesso. Il suolo sotto i nostri piedi divenne completamente nero, dietro di noi la ragazzina si era chinata a terra mentre delle lame di luce le giravano intorno molto velocemente risucchiando l’aria al suo interno. Sembravano le lame lanciate contro Amanda e Ron che scoppiarono… stava per far esplodere le sue spade stava creando una bomba! La ragazzina iniziò a brillare di una luce troppo forte, ad un tratto le mani di Xenor fuoriuscirono dal buco nero. Questa volta però non erano fatte di ossa ma di pelle! Le sue mani avvolsero la ragazzina chiudendola al suo interno, la luce filtrò dalle sue mani quando poi sentimmo un forte botto accompagnato da una raffica di vento. L’onda d’urto mi colpì costringendomi a chinarmi a terra. Sentii il mio corpo diventare debole, le mie mani erano tornate normali ed il fuoco al mio petto era scomparso. Xenor aprì le mani facendo cadere la ragazzina svenuta a terra e si ritrasse verso Cristal, dal buco nero si sentì un urlo per poi fuoriuscire l’intero capo e busto di Xenor. Lui sollevò il corpo di Cristal iniziando ad urlare, il suono era così forte che ci costrinse a coprirci le orecchie per non farci scoppiare i timpani. Dal suolo comparvero delle liane di spine di rose che circondarono il corpo di Xenor, bloccandolo. Dal suolo comparve una ragazza circondata dalle spine con capelli rossi tagliati a caschetto, delle manette con delle catene attaccate sia ai polsi che alle caviglie e gli occhi dorati. Alzando la mano verso Xenor lo avvolse con le spine mentre si lanciò a prendere il corpo di Cristal portandolo via e posandolo a terra. Lei posò le mani contro il petto di Cristal e lei aprì gli occhi completamente bianchi sollevandosi dal terreno.
«Avanti, ritorna!» Disse la ragazza mentre riposò le mani nuovamente sul suo petto. Cristal aprì la bocca cominciando a tossire, la ragazza posò nuovamente le mani al petto spingendo più forte.
«AVANTIII!!!»
Xenor si liberò dalle spine ed alzò una sua mano per farla cadere addosso a loro due, quando ad un tratto si sentì un urlo.
«XENOR!»
Quella voce… era Cristal. Xenor si fermò all’istante sollevando la mano e lasciando vedere Cristal in piedi sorretta dalla ragazza mentre i suoi lunghi capelli fluttuavano in aria spinti dal vento. Era ritornata… Non sapevo come avesse fatto ma non mi importava saperlo mi bastava che lei fosse ancora viva, Xenor urlò di scatto quando lei le alzò la mano contro. Egli venne risucchiato dal buco nero e Cristal si accasciò a terra respirando faticosamente abbracciandosi mentre tremante abbassò il capo. Amanda con le lacrime agli occhi corse da lei ma venne fermata dalla ragazza che posando i piedi a terra si mise d’avanti a lei. La pioggia continuava a cadere coprendo il suo corpo tanto fragile, tramare come una foglia. La ragazza si chinò e l’abbracciò.
«Shhh, va tutto bene… ci siamo noi con te.»
«Ania…»
«Lo so, hai avuto paura. Ricordi cosa ti abbiamo detto noi tutti?»
«Qualunque cosa accada…»
«…noi non lasceremo che tu scompaia.» Concluse la ragazza alzandogli il volto ed asciugandogli una lacrima che stava per cadere sulla sua guancia.
«Ania, mi sei mancata.»
«Lo so, non andrò più via ma ora riposa. Dormi beata.»
La ragazza passò la sua mano sul viso di Cristal e lei si addormentò. Amanda portò le mani al petto.
«Chi sei tu?»
«Il mio nome è Ania e sono il demone custode di Cristal.»
«Il demone custode?»
«Si, il mio compito è riportare la sua anima nel suo corpo nel momento in cui viene uccisa. Lei non può morire, noi tutti saremmo abbandonati.»
«Noi? Abbandonati?» Chiesi.
«Questa è una lunga storia angelo marchiato, sarò lieta di raccontarvela in un  altro momento. Ora la mia precedenza è portare via la mia padrona da questo luogo.»
«Hai ragione…»
Feci un passo quando sentii le mie gambe tremare e le mie forze diventare leggere. Vidi Amanda corrermi incontro mentre il mio corpo sveniva.
Quando mi svegliai notai di esser nel mio letto al castello e di aver il corpo fasciato in più punti con le bende. Mi sedetti sul bordo del letto guardando l’orario della sveglia del comodino erano già le tre del pomeriggio, mi alzai dal letto ed indossai una camicia lasciandola sbottonata e uscii dalla stanza. Vidi Amanda con degli asciugamani in mano accompagnata da Josuè che portava una bacinella d’acqua calda.
«Fratellone, come ti senti?»
«Bene, voi due?»
Amanda rise: «Un po’ ammaccati ma stiamo bene.»
«Dov’è?»
«Nella sua stanza, rifiuta di mangiare e dorme per tutto il giorno…»
«Vado io.»
Passai vicino ad Amanda e le feci una carezza sul capo:
«Fratellone?»
«Sono felice che stai bene.» Gli sorrisi e mi recai nella stanza di Cristal sentendo le urla di Ron. Mi precipitai aprendo la porta e lo vidi in piedi che urlava contro Ania che sorrideva mentre sedeva dietro le spalle di Cristal sul letto abbracciandola. Quando Cristal mi vide il suo viso si incupì ed abbassò il capo voltandolo da un’altra parte.
«Insomma demone! Se vuoi portare via Cristal devi metterti in fila!»
«AH! In fila per cosa?! Un umano non dovrebbe rivolgersi così a me e alla mia padrona.»
Mi avvicinai posando una mano sulla spalla di Ron e guardai Ania in viso.
«Lei non andrà da nessuna parte.»
«Oh ecco qui l’angelo marchiato.»
«Cosa?»
«Non te ne sei reso conto? La tua trasformazione, dentro di te scorre il sangue degli angeli marchiati.»
«Di cosa stai parlando? Non ti capisco io sono figlio di umani, che sangue e sangue.»
«Non sai ancora nulla, allora non posso rivelartelo.»
«Ania, sono stanca.» Disse Cristal.
Lei allora l’abbracciò ancora di più e posandogli una mano sul capo l’addormentò, dopo di che la coricò per bene e ci cacciò via dalla stanza chiudendo la porta dietro di se. Incrociai le mani al petto e mi poggiai con la schiena contro una finestra mentre guardavo Ron cercare di riprendere l’acceso discorso con lei che però ridendo gli volò intorno posandogli le mani al viso per farlo arrabbiare ancora di più.
«Ania cosa volevi dire con noi?» Chiesi.
Lei si voltò verso di me e sedendosi in aria con le gambe accavallate iniziò a parlare:
«Cristal lei ha salvato molti demoni. Dopo che gli Dei hanno distrutto il nostro mondo donandoci solo il buio molti della mia razza impazzirono perdendo la ragione. Trasformandosi in belve assetate di sangue, persino i demoni di livello superiore come me stavano per arrendesi all’oscurità. Ci stavamo abbandonando a noi stessi, ma lei ci ha tirato fuori dall’incubo che stava crescendo.»
«Questo quale prezzo ha avuto però?»
«Nessuno, lei ci ha salvati e noi abbiamo concesso a lei il nostro potere. All’inizio noi demoni eravamo spaventati da lei, possiede dentro di se il demone supremo Xenor. Eravamo spaventati ma lei ci difendeva sempre, ci accoglieva con un sorriso e noi abbiamo iniziato a proteggerla.»
Lei mostrò una macchia rossastra al polso sotto una manetta.
«Questa è la macchia della follia, quando noi demoni perdiamo la ragione il nostro corpo si deforma fino a portarci alla morte. Lei ha fermato la mia follia e non sono stata l'unica. Lei mi ha dato una ragione di vita.»
«Sostenerla.»
«No. Amarla, non lasciare che lei scompaia.»
«Scompaia?»
«Lei mi ha donato la sua paura. Per tenere a bada questo sentimento e farlo mio ho sigillato il mio corpo ed il mio potere in un luogo senza tempo. Noi demoni non conosciamo sentimenti come la paura, la gratitudine o altri. Noi diamo per ricevere.»
«Il pagamento.»
«Esatto, per questo ho dovuto riflettere per molto tempo su cosa fosse la paura. La sentivo, era dentro quel fragile corpicino eppure lei aveva il coraggio di affrontare la paura stessa.»
«Quindi lei ha salvato i demoni.»
«Si, tutti noi siamo una famiglia per lei. Nel momento in cui lei ci salvò promettemmo che l’avremmo protetta che non avrebbe mai dovuto avere paura di rimanere sola perché noi saremmo stati al suo fianco per l'eternità.»
«Molto commovente.» Disse Ron mostrando il suo disgusto.
«Commovente? Voi umani non potete capire cosa significhi vivere nel nulla, nel buio più remoto. Solo lei è in grado di capire!»
«Capire cosa?! Lei non è umana!»
«Certo che lo è! Lei non è un demone! Eppure è stata gettata in quel buco d’inferno senza alcun riguardo!»
Cosa voleva dire con la parola "gettata"? Le afferrai un polso guardandola con gli occhi spalancati.
«Ania cosa vuoi dire con gettata?»
«Sua madre era molto malata quando rimase incinta di lei. Per riuscire a farla nascere una donna ha convinto la madre a fare un contratto con Xenor risvegliandolo dal suo eterno sonno, ma voi umani non riflettere prima di fare qualsiasi cosa, andate nel panico e scegliete la via più facile. Xenor guarì lei e la pargola nel suo grembo ma il pagamento fu altro, infatti il corpo della piccola che sarebbe nata sarebbe divenuto il legame tra i mondi non che il suo contenitore.»
«Lei lo sa…»
«Della madre? Certo, la sua mente e quella di Xenor sono legati qualsiasi cosa abbia visto o fatto Xenor lei ne è a conoscenza.»
«Si ho visto il fiume di sangue provocato da Xenor, delle anime che ha mangiato e l'ira che l'ha forgiato.»
Dalla porta sbucò Cristal poggiata all’uscio della porta.
«Padrona… perdonami ho parlato troppo.»
«Non fa nulla Ania sono stanca di sentire parlare di me. Per favore Gabry entra.»
Lei rientrò nella stanza e non appena entrai chiuse la porta separandoci da loro due. Lei si avvicinò ed alzando una mano la portò vicino alla mia spalla bendata senza toccarmi la sua mano tremò e la ritrasse indietro. L’afferrai e la posai sul mio petto bendato.
«Non ritrarre la mano Cristal e non darti le colpe.»
«Sai bene che è stata colpa mia se siete stati feriti, non sono stata in grado di proteggervi. Forse sul serio il mio posto non è qui.»
«Non dire stupidaggini, il tuo posto è qui.»
«Ma…»
L’abbracciai sollevandola leggermente dalla vita.
«Niente "ma". Non puoi immaginare come eravamo così spaventati di poterti perdere. Io ed Amanda saremmo morti con te, se non ci fossi stata più.»
«Quindi posso restare?»
«Non posso, devi. E poi come farei a sopportare mia sorella tutto da solo?»
Lei ridette:
«Sta diventando una vera donna.»
«Come te?»
Gli soffia sul collo e lei sussultò per poi colpirmi con un pugno allo stomaco. Si allontanò da me e posó una mano ad un fianco mentre con l’altra mi puntava un dito contro. Ridetti consapevole che quella era la Cristal che conoscevo.
«Facile per gli uomini come te approfittarsi così in un momento di fragilità.»
«E dimmi cosa c’è di fragile in te? Sei la donna più forte che conosco, nessuno si permetterebbe di picchiarmi come fai tu dopo esser quasi morto per te. Non dovrei riceve una ricompensa?»
Gli feci un occhiolino e lei rossa in viso mi diede le spalle costringendomi a soffocare una risata per non esser picchiato ancora.
«Hai ragione…»
«EH?!» Rimasi sbalordito nel sentire quelle parole. Lei si girò e con gli occhi bassi ed il viso rosso si strinse una mano al braccio.
«Gabry… grazie.»
E quella era la mia ricompensa? Un semplice grazie… Mi misi a ridere rumorosamente con le lacrime agli occhi, bhe un grazie da lei mi sarebbe bastato per quel momento. Lei si avvicinò inviperita ed iniziò a colpirmi lievemente con dei colpetti al petto.
«Smettila di ridere!»
«Ahi, ahi mi fai male.»
«Così impari ecco!»
Continuando a ridere sentii il suo stomaco brontolare e le broccai le mani dai polsi.
“Andiamo a mangiare qualcosa forza, basta che non sia preparato da te.” Ridetti ancora guardandola ancora più arrabbiata e rossa. Le presi una mano ed uscii dalla stanza portandomela dietro verso le cucine mentre lei in silenzio mi teneva il broncio. Era quella la Cristal che conoscevo, la Cristal testarda e testa calda anche se imbarazzata. La Cristal lontana dai pensieri. In quei momenti lei non era l’esiliata, ne il mostro, ne tanto meno la strega, ne il contenitore di Xenor, no, in quel momento lei era solo se stessa una semplice umana. Lei era Cristal e basta.

L'esiliataWhere stories live. Discover now