Capitolo 49

2.6K 137 19
                                    


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


NIKOLAJ

Era stata una lunga e faticosa giornata, otto ore di lezione con le matricole era più di quanto un professore possa sopportare, le loro continue domande mi portavano a dare ragione a Scott, ogni anno quei piccoli idioti erano sempre più impreparati.

Ma finalmente era finita, riuscivo quasi ad assaporare il gusto del tepore di casa mia, del divano e del mio letto, ma naturalmente non era così semplice. Nonostante Scott avesse avuto tutto il tempo aveva lasciato a me l'onere di andare a fare la spesa, sospirai mentre mi incamminavo verso il supermercato, il ruolo di coinquilino di Scott era peggio che essere una bambinaia.

Decisi di fare la strada con calma, ero troppo stanco per cedere alle urgenze di Scott, osservai il paesaggio lungo la strada, l'insieme di locali carini ed il parco, mi caddero gli occhi su un ristorante alla mia destra, si diceva fosse il migliore della zona, mi sarebbe piaciuto portarci Matt una sera. Fu allora che lo vidi, proprio seduto in uno dei tavolini all'esterno del locale, Max. Se ne stava seduto elegantemente con una bottiglia di vino davanti, indossava un completo molto elegante e sofisticato, intorno a lui c'era quella stessa aria di estremo fascino che avevo riscontrato la prima volta che l'avevo visto. Ad un tratto si voltò fissando lo sguardo su di me, accennò ad un sorriso.

- Nikolaj, dico bene? – Chiese.

- Si ... come va? – Non avevo idea di come fossero adesso i loro rapporti ma non mancava molto alla fine del seminario di Max, presto sarebbe andato via.

- Molto bene ... questo ristorante è davvero delizioso ci vengo spesso ... -

Ero convinto che mi chiedesse di Scott ma non lo aveva neppure nominato, mi era sembrato di capire che fosse lo scopo per cui era tornato, ma nulla, Max era come circondato da una corazza impenetrabile e distante.

Ad un tratto vidi avvicinarsi un altro uomo alla nostra tavola era leggermente trafelato ed anche lui ben vestito.

- Scusa il ritardo – disse a Max e poi si accomodò al posto di fronte a lui.

Quello era chiaramente un appuntamento, che avesse alla fine rinunciato a mirare nuovamente a Scott? A quel punto mi allontanai e li lasciai soli, forse in qualche modo Scott stava maturando e stava capendo cosa gli facesse davvero del male e cosa no, non notai la stessa consapevolezza nell'atteggiamento di Max. Sembrava solo aver voglia di soffocare brutti pensieri con una distrazione momentanea.

Alla fine andai al supermercato, comprai quello che serviva per la cena e feci la fila per pagare, proprio in quel momento mi accorsi di un'altra persona che aveva appena effettuato degli acquisti, Kayle. Sperai che non mi notasse ma non fu così, dopo aver lasciato la cassa si voltò verso l'uscita e mi vide, ci fu stupore da parte di entrambi, come se non vivessimo nello stesso mondo e fosse davvero pazzesco incontrarsi. Lui non distolse lo sguardo, dopo lo stupore continuò a guardarmi insistentemente e dal modo in cui lo faceva capii che non stava pensando cose carine su di me. Alla fine si mosse, rinsaldò la presa sulla sua busta ed uscì, così io continuai la mia fila e anche io lasciai il supermercato. Mentre mi apprestavo a percorrere la strada di casa notai una figura che mi fronteggiava, era lui, alla fine non era affatto andato via, se ne stava in piedi davanti a me con quello sguardo adirato come se vedendomi di colpo avesse ricordato tutta la sofferenza che stava provando, era così evidentemente.

OvercomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora