Capitolo 39

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JJ


Il salone era stracolmo, i ragazzi ballavano e si accalcavano con i loro costumi assurdi ed esagerati, l' atmosfera era resa cupa dalle luci scure e le candele. C'era un caldo infernale ed ero contento di essermi messo qualcosa di leggero addosso o sarei morto soffocato, proprio come stava succedendo a Lyonel che con il suo costume da macellaio cominciava ad avere qualche difficoltà.
- Praticamente ti scioglierai – risi – fortuna che ero vestito troppo leggero secondo te – lo presi in giro.
Quello rise e mi diede un bacio alla base del collo – se mai ti ho fatto notare che Frankenstein non era affatto come te! –
Io storsi il muso – Ma se ho persino le cicatrici – replicai indicandoglieli quella ben disegnata proprio sulla mia fronte.
- Pantaloni di pelle stretti, gilet di pelle con la cerniera ... mmm ... non ricordavo che Frankenstein fosse tanto sexy e decisamente arrapante ... dovrei rileggere il romanzo! – esclamò.
Scoppiammo a ridere ed io mi ritrovai ad arrossire mentre sentivo le sue mani sulle mie, ero nervoso all'idea di andare a quella festa, soprattutto perché era organizzata da Alexey ed i suoi amici del comitato studentesco e quindi questo rendeva altamente possibile un mio incontro con Ren. Strinsi più forte la mano di Lyonel proprio per scacciare via quelle insicurezze, era il nostro primo appuntamento e non avrei lasciato che venisse rovinato.
- Cerco un angolo in cui possiamo stare senza che ci sommergano – mi informò ridendo.
- Ok, io vado un attimo in bagno, prima che diventi un lago di piscio e vomito – risi – tieni d'occhio il cellulare. -
Così ci separammo ed io mi diressi ai bagni maschili, ancora abbastanza vuoti, nessuno aveva avuto il tempo di sbronzarsi per bene.
Appena finito mi lavai le mani e mi guardai rapidamente allo specchio, sorrisi brevemente, sarebbe stata una bella serata quella, il mio karma doveva darmi tregua per qualche ora, me lo doveva. Peccato che quello che desideravo io non era neanche fra i pensieri del cosmo, quando mi allontanai dal lavandino per dirigermi fuori dalla stanza mi ritrovai davanti la figura enorme di un ragazzo. Era alto il doppio di me e grosso almeno il triplo, doveva essere uno dei giocatori della squadra di football. Cercai di superarlo ma lui me lo impedì, il mio corpo si irrigidì nel notare l'ostilità che traspariva dagli occhi, il suo volto era nascosto dietro la maschera.
- Siamo alla resa dei conti finalmente, Febers ... - grugnì.
In quel momento riconobbi la sua voce, tremai, era il tipo che mi perseguitava da quando ero andato a letto con la sua ragazza. Bel lavoro JJ, mi dissi, le idee di merda di Ren e la mia totale incapacità al rifiutare un suo comando mi avrebbero reso cadavere nel bagno del college, il giorno del mio primo appuntamento.
Era stata un'idea di Ren quella, di provare a metterci in mezzo a delle coppiette felici, giusto per far valere la legge secondo cui l'amore non è altro che una presa in giro, per far affiorare la loro infedeltà. Così avevo fatto la mia mossa, mi ero portato a letto quella tipa, ora eravamo lì, io ed il suo immenso ragazzo, e non sarebbe arrivato nessuno a salvarmi.
Lo vidi fare un passo verso di me, io indietreggiai di rimando, ma lui non si fermò, avanzava inesorabile ed io indietreggiai fino a toccare il muro, le mattonelle fredde erano contro la mia nuca e la mia schiena. Mi resi conto che sarebbero state mie ancora per poco, quel tizio avrebbe usato il mio corpo come sacco per la boxe, chissà quanto di me sarebbe rimasto intero.
Portò una mano al mio petto e mi bloccò contro la parete e portò il pugno indietro per caricare il colpo, io chiusi gli occhi ormai conscio dell'inevitabile, era inutile scappare, me lo meritavo in fondo.
Attesi, ma nulla arrivò, riaprì gli occhi e mi ritrovai a doverli sgranare esterrefatto, qualcuno era arrivato in mio soccorso, qualcuno che non mi aspettavo. Ren era lì, teneva il braccio di quel tipo fermo, lo aveva preso alla sprovvista, l'energumeno si allontanò da me rivolgendosi a lui.
- Chi cazzo sei? Sparisci – ruggì.
- Lascialo stare – sibilò con quel tono raggelante.
Persino il tipo ne era rimasto spaventato per un attimo, ma si riprese subito – stanne fuori tu, che problema hai? –
- Sei tu il mio problema – rispose Ren con tono rilassato ma severo – lascia in pace il mio amico JJ –
Quello rise – Oh ... quindi è amico tuo questo sacco di merda? Posso benissimo pestare entrambi – affermò.
Deglutii, grosso errore, pensai nella mia testa ed infatti accadde l'inevitabile, il tremendo, l'inarrestabile. Ren non attese nulla, si gettò sul tipo come un fulmine.
Lo spinse, facendogli perdere l'equilibrio e gettandolo a terra, poi gli fu addosso in una pioggia sfrenata di colpi, pugni che lo colpirono in piena faccia, facendolo sanguinare e macchiando così le nocche del mio amico. Vidi il tizio tentare di reagire, sollevarsi, alzare la mani, ma nulla, il corpo di Ren lo schiacciava e le sue mani sembravano martelli inarrestabili che lo tramortivano con cadenza all'apparenza infinita. Sì. sembrava che Ren non si sarebbe mai fermato, non avrebbe mai lasciato quel tizio se non da morto, fu un pensiero che mi sfiorò la mente in modo tanto tangibile da spingermi a parlare.
- Ren! Ti prego basta! – la mia voce lo indusse a bloccarsi – lo stai ammazzando ... -
Il mio amico sbattè le palpebre per un momento, come per tornare alla realtà, si voltò verso di me e puntò quei suoi occhi neri e magnetici nei miei. Si sollevò con i movimenti di una marionetta, sgraziati e stentati, andò al lavandino e si sciacquò le mani sporche di sangue e poi si rivolse a me.
- Dobbiamo andare –
Solo due parole.
- Andare? Lo lasciamo qui così? È svenuto ... dovremmo ... chiamare qualcuno ...- tentai di dire ma la mia voce si faceva sempre più flebile con il peso dei suoi occhi addosso.
- Presto verrà qualcuno qui ... se ne accorgeranno ... - fece una pausa – non è morto ... non ancora ... quindi andiamo via e basta –
Una sua mano mi afferrò il braccio e mi trascinò via, io non osavo ribattere, avevo quella scena ancora davanti agli occhi, non volevo essere il prossimo. Mi condusse in un'altra ala del palazzo del comitato studentesco, dove si poteva solo sentire il baccano e le urla della festa.
Si accese una sigaretta e sorrise – Carino ... il costume ... -
A quel punto tornai in me, mettendo da parte il sangue e la paura, si trattava di Ren, non mi avrebbe fatto del male in fondo.
- Grazie – mormorai, poi mi concentrai sul suo corpo, aveva indosso dei pantaloni neri e gli anfibi, era a petto nudo ed i suoi numerosi tatuaggi risaltavano particolarmente – tu da cosa sei vestito? –
Quello rise – Sarei un licantropo ... vedi – mi disse aprendo la bocca e rivelando piccole protesi di zanne appuntite – ho persino i denti –
Risi – Oh adesso capisco ... - mormorai ironico.
- Beh, tu sei uno zombie troppo sexy, fattelo dire, sei un controsenso! – mormorò inspirando una boccata di fumo e buttandomela in faccia.
Io sospirai – Non sono uno zombie! Sono il mostro di Frankenstein! –
Quello scoppiò a ridere – Beh, non fai affatto paura ... mi viene più voglia di saltarti addosso che scappare urlando –
Io scossi la testa, ridemmo ancora, era bello quel momento, per un attimo fu come se tutto quello che ci era successo in quelle settimane fosse stato un sogno e noi due eravamo gli stessi amici di sempre. Due persone legate, che ridevano e si salvano la pelle a vicenda, che si sfottevano ma infondo si volevano bene.
Finì la sigaretta e la gettò a terra – Quel tipo non ti darà più rogne ... -
Il suo tono era tornato serio e affilato, io mi strinsi appena nella spalle – Non era necessario – mormorai.
- Adesso sa che deve starti lontano – disse semplicemente in quel tono che non ammetteva replice.
- Allora grazie –
Poi indietreggiai e mi voltai per uscire dalla stanza, era meglio non restare via troppo a lungo.
- Quando l'ho visto lì – cominciò ad un tratto facendo arrestare i miei movimenti – che ti bloccava ... pronto a pestarti ... ho perso la testa ... -
- Lo so – ammisi – ti ho guardato negli occhi ... non eri molto in te –
Sentii che si stava avvicinando – Mi sono ricordato del giorno in cui ti ho conosciuto, ricordi? –
Annuii impercettibilmente – Come potrei dimenticarlo ... Andrew Berry mi aveva pestato nel bagno della scuola e mi aveva respinto, umiliato, distrutto come non credevo possibile ... ero rimasto lì a terra ... senza la forza di alzarmi, senza un motivo che mi spingesse a farlo ... totalmente stanco di vivere –
Lo sentii tremendamente vicino, era alle mie spalle, con il naso mi sfiorò i capelli – Avevo provato ad ignorati ... passare oltre ... - ora aveva portato le sue mani sui miei fianchi, stavano risalendo la mia vita, mi fece voltare con uno strattone, adesso i nostri occhi erano alla stessa altezza – ma non ce l'ho fatta ... mi sono abbassato ed è iniziato tutto quanto JJ ... -
- Mi hai tirato su da terra ... - mormorai.
- Sì ... ti ho preso ... - la sua mano vagava sul mio collo adesso – come adesso ... come tutte le volte che qualcuno ti ferisce ... io attutisco il colpo ... solo io, JJ –
Si era preso cura di me, da quando Ren mi stava accanto non dovevo temere niente, quello non era il primo ragazzo che pestava per difendermi, aveva vendicato ogni ingiustizia che mi era stata rivolta.
Io mi ritrovai ad annuire, il cuore aveva cominciato a battermi fortissimo, era troppo vicino, terribilmente vicino – Ren ... -
Sentii le sue labbra sulla mia pelle, percorreva il collo abilmente, avevo i brividi che si arrampicavano lungo tutto il corpo. I suoi denti sfioravano la mia mandibola mentre la lingua si muoveva veloce, le sue braccia mi prendevano in una morsa soffocante. C'era appena un millimetro a dividere le nostre labbra, una distanza così esigua da poter essere estinta in una frazione di secondo, eppure persisteva e lui parlò:
- Possiamo andare di sopra ... - sussurrò – ti piace farlo sotto le stelle ... -
A quelle parole sgranai gli occhi e mi risvegliai, misi tutte le mie forze per allontanarmi, lui mi fissò confuso mentre l'irritazione appariva nei suoi occhi.
- Che ti prende? – ringhiò.
Io abbassai lo sguardo – Non ... posso ... - mi presi di coraggio – sono qui con Lyonel, non posso farlo, devo tornare da lui ... -
Quello rise – Non lo sa come funziona fra noi due? – cercò di nuovo di aggrapparsi al mio corpo – potrai tornare da lui quando avremo finito –
Io non lasciai che mi toccasse –Nno ... sei tu che non sai come funziona adesso – dire quelle parole mi costò tutta la forza ed il coraggio che avevo, non seppi spiegare perché ma fu tremendamente doloroso – sto con Lyonel ... siamo una coppia, solo noi due ... niente più giochetti Ren ... -
Quelle parole rimasero in sospeso per non so quanto, sembrava una dichiarazione nel deserto, il suono si propagava senza mai trovare nulla dove infrangersi, le mie ginocchia avevano comincato a tremare. In ogni istante l'oscurità negli occhi di Ren si addensava, facendosi reale e maligna.
- Questo non vuol dire che noi non saremo più amici – precisai – sai che tu sei importante per me ... io voglio che fra noi vada bene, voglio che torniamo a passare del tempo insieme ... mi manchi, Ren –
Le sue labbra si tesero in un sorriso innaturale per un volto umano, lasciarono intravedere le zanne scintillanti, gli occhi neri mi fissavano ma sembravano non vedermi, adesso sembrava davvero un lupo, una bestia feroce e distruttiva.
- Povero idiota – esclamò secco – come se mi fosse mai importato questo – quelle parole mi fecero drizzare la schiena – credi che me ne faccia qualcosa della tua preziosa amicizia, Wùxìao? Credi me ne freghi qualcosa? –
- Io .. –
- Stai zitto ... devi stare zitto, Wùxìao ... sei solo un miserabile, uno come tutti gli altri ... vuoi una storia d'amore, piccola nullità? – ringhiò afferrandomi per il collo – vuoi andare avanti come fanno tutti quei bugiardi? Vuoi farti calpestare? Riempire di menzogne? Sei una patetica presa in giro, JJ ... un piccolo essere raccapricciante che non è in grado di vivere da solo ... che ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa ... come un parassita – aveva cominciato a stringere.
- Ren ... ti prego ... lasciami –
- Esseri miseri ... - mormorò fissandomi con quegli occhi vuoti – quando ti renderai conto che quello che stai inseguendo non è altro che uno stupido sogno ... quando per l'ennesima volta scoprirai che il tuo prossimo ti ha tradito ed umiliato, non sognarti di strisciare da me piccolo verme ... non implorarmi di salvarti dalla solitudine e dalla nullità che sei ... perché meriti solo di marcire. –
Mi lasciò finalmente ed io potei respirare – ti prego, Ren ... non farlo ... non allontanarmi ... -
- E' questa la differenza fra te e me, JJ ... io non ho bisogno di te –
Quella frase mi uccise, mi mandò in pezzi, tutto quello che Matt mi aveva ripetuto dal giorno in cui l'avevo conosciuto si era palesato come una profezia. Avevo dato tutto me stesso a Ren, ma lui non era intenzionato a concedermi niente, nemmeno un briciolo di speranza.
- Credevo fossi migliore, Ren ... credevo che mi volessi almeno un po' di bene – confessai.
Quello rise sfottendomi – e tu sei solo uno stupido idiota ... credi davvero che lui sia migliore di me? Tu credi persino di poter esistere senza di me ... sappi, piccolo moscerino, che senza di me non sei niente. Ti ho dato un motivo per andare avanti nella tua vita miserabile, ti ho dato uno scopo, persino protezione, ti ho dato degli amici ed un nome – ringhiò – ti ho dato più di quanto la vita stessa ti aveva concesso e osi voltarmi le spalle ... ma non illuderti, senza di me sei solo una puttanella che gli altri deridono ... e presto anche il tuo prezioso Lyonel lo scoprirà. Non vali niente JJ –
Poi mi superò, dandomi una spinta che mi fece cadere a terra, frantumarmi al suolo sotto il peso di quelle parole, questo era quello che pensava il mio migliore amico? Dopo tutti questi anni?
- Ora vivi senza di me ... se ci riesci –

Rimasi solo alla fine, mi rannicchiai in posizione fetale e piansi, piansi in modo disperato come non facevo da anni, da prima che Ren venisse ed illuminasse la mia vita. Ma adesso se n'era andato e aveva deciso di farlo nel modo più brutale, lacerando la parete del mio cuore in cui c'era il suo ricordo.

Lyonel mi ritrovò in quella stanza chissà quanto tempo dopo, non disse niente, doveva aver capito, sentii il suo braccio avvolgermi e portarmi fuori dal palazzo. Proprio all'uscita il mio ex gruppo rideva e scherzava, Ren parlava con loro come se nulla fosse. Mi videro, Alexey si sporse nella mia direzione ma Ren lo fermò poggiando un braccio sulla sua spalla e dicendo chiaramente.
" Lui non è il benvenuto"
Così si era conclusa un amicizia per cui avrei fatto qualunque cosa, così, con lui che andava via portandosi dietro il mio cuore e fracassandomi il petto.


TYLER

Avevo sempre creduto che la solitudine consistesse nel vivere completamente isolati da qualsiasi altro essere umano, non avevo mai pensato che fosse, invece, un problema del tutto diverso, indipendente da quanta gente ci fosse intorno a noi ogni giorno. Mi ero sempre sbagliato anche su quello evidentemente.
Caddi in una sorta di letargia, ero a lezione, cercavo di comprendere i passaggi del professore di disegno senza in realtà sentire una sola parola. Non era da me, o meglio, era passato ormai un po' di tempo da quando la vita mi si era presentata davanti come un infinito scorrere di giorni senza senso. Era stato durante il mio anno passato in giro per l'America, quando ero certo che niente sarebbe più tornato come prima perché io stesso avevo fatto di tutto per cambiare la mia vita. Ma Chris allora era lontano, era rimasto a South Gate come un cucciolo abbandonato un caldo giorno di settembre e questo era l'unico motivo per cui le nostre strade non si sarebbero più potute incrociare. Adesso era diverso, lui era lì, a pochi metri dalla mia aula probabilmente, eppure non mi era mai sembrato così distante come in quel preciso momento.

Le due ore di disegno finirono in una volata, me ne accorsi perché tutti stavano riponendo la loro roba nelle loro borse ed a quel punto io feci lo stesso. Quella notte stavo per cedere ai miei impulsi, dopo ore ed ore all'insegna dell'insonnia avevo afferrato il telefono e composto il suo numero, per capire subito dopo che la sua segreteria non gli avrebbe mai più consegnato niente che provenisse da me.
Chris aveva cancellato il mio numero, i miei contatti sui social, tutto ciò che avesse potuto permettermi di mettermi in contatto con lui. Pensai che se avesse potuto mi avrebbe cancellato anche dalla faccia della terra e pensai che comunque tutto quello io lo avevo meritato.
Non avevo fame, così non andai a mensa. C'era una bella giornata fuori, perfetta per stendersi sull'erba verde del campus ad ascoltare un po' di musica. Mi chiesi se non fosse più saggio lasciare l'università ed andar via dalla California una volta per tutte, ma ancora una volta non riuscivo a convincermi di partire per sempre. Cos'ero diventato? Un debole lo ero sempre stato, ma adesso mi chiedevo davvero che cosa fossi diventato.
Nausea. Soltanto vedere il viso soddisfatto di Alexey mi dava il voltastomaco. Lui era lì, passeggiava accanto al suo amico pallido e magro, quando mi notò non poté fare a meno di ridere di sottecchi, come se quel verme sapesse delle cose che a me erano sfuggite. Si trattava di Chris, lo sapevo, doveva essere vero ... Chris ci era andato a letto, forse per provare a dimenticarmi una volta per tutte, forse soltanto per svago, per dimostrare a se stesso che esistevano altri uomini all'infuori di me al mondo. Uomini meno subdoli ...
Si stava avvicinando nonostante avessi sperato con tutte le mie forze che procedesse oltre. Volevo ucciderlo, strappargli quel sorriso di merda dal volto con un pugno. Ma non mi mossi, mantenni la mia espressione neutra di sempre, niente avrebbe potuto mostrargli quanto dentro di me stessi andando a fuoco. Non avrebbe avuto anche quella soddisfazione, non avrebbe mai creduto che anche io in fondo avessi accettato la mia sconfitta.
- Bradbury, tutto solo? Abbiamo fatto terra bruciata intorno, eh? - iniziò, gongolando - prima molli Christine, poi lasci la squadra di football e poi rinunci anche a quel bel bocconcino di Wayright ... -
Sta calmo, continuavo a ripeterlo come un mantra infinito.
Mi tolsi le cuffie con un gesto lento, pensai addirittura che quel corpo non appartenesse neppure a me ormai, ma ad una forza estranea, qualcuno del tutto disinteressato alla vita - Hai anche qualcosa di interessante da dire o è tutto qui? -
Alexey non era soddisfatto, lo sapevo, doveva essere pronto perfino ad iniziare una rissa quel giorno, eppure i suoi piani non sarebbero andati in porto, non quella volta - Ti piace fare il duro, Bradbury? Tu sei uno di quelli che non chiede aiuto neanche in punto di morte, eh? Certo, sei sempre stato abituato a non doverlo fare, c'era sempre qualcuno pronto a salvarti il culo ogni volta che cedevi ... ma non stavolta. - i suoi occhi erano sottili, quasi ferini - Chris stavolta me lo prendo io. -
- E lui lo sa questo? Perché sembra che tu stia festeggiando prematuramente - gli feci notare, freddo e spietato - perché sei venuto qui? Io e te non abbiamo mai avuto niente da dirci, Romanov. Va a provocare qualcuno che non potrebbe mandarti in coma con un pugno. -
- Oh! Oh! - Alexey aveva riso di gusto - Vieni a darmelo questo pugno, allora. Ti credi tanto superiore a me ... perché non inizi a dimostrarlo? Dai, alzati, Bradbury. Non fare il codardo o hai paura di perdere anche questo? - sogghignò, tutto tronfio e la cosa mi disturbò enormemente.
Lo detestavo, ma sapevo anche a che gioco stava giocando. Voleva che finisse in rissa, che fossi io il primo ad iniziare, proprio lì, davanti a tutti, in modo tale che il mio comportamento non passasse inosservato. Le risse venivano pagate con la sospensione, a volte perfino con l'espulsione. Mi chiesi se non ne valesse la pena in fondo ... picchiarlo a sangue e poi andar via ... ma quello sarebbe stato cedere ed io non volevo farlo, non ancora.
- Cosa progetti, Bradbury? Credi ancora che basterà una tua parola o un gesto meno cattivo del solito per riuscire a riprendertelo? Non questa volta ... ormai è finita e lo sai anche tu. Chris ti detesta, preferirebbe vederti morto che tornare insieme a te ... non riuscirai a raggirarlo.-
- Sembri sapere molte cose tu ... mi chiedo quando te le abbia dette, forse nel vostro mese scarso di conoscenza. Beh, devi proprio essere essenziale per la sua vita ... - commentai, sorridendo appena. Credeva davvero di poter competere con me? Con quello che c'era stato tra Chris e me? - non illuderti troppo, Alexey. Prima ancora di quanto pensi potresti ritrovarti a dover raccogliere i cocci infranti della tua dignità.-
- Non preoccuparti per me. Io sono uno che si è sempre giocato tutte le carte al massimo, Bradbury ... non so se tu possa dire lo stesso, invece. Non ho mai creduto nei detti popolari, ma sai a volte non si sbagliano, a furia di tirare troppo la corda alla fine si spezza ...e da quel che ne so tu la stai tirando da praticamente una vita. La gente cambia, si evolve, impara cosa è giusto portare con sé e cosa è preferibile lasciare indietro. Tu sei nocivo, non servi a nessuno. Cosa c'è oltre questo tuo bel involucro? Te lo dico io. Non c'è niente. -

Un modo assolutamente adatto per porre fine ad una discussione, trovai, vedendo Alexey allontanarsi da me. Potevo mentire a me stesso quanto volevo, ma in fondo credevo ad ogni singola parola uscita dalla sua bocca. Non appena lo vidi voltare l'angolo mi sollevai da lì e come una furia corsi fino ai dormitori. Avevo voglia di ucciderlo con le mie stesse mani nude, porre fine alla vita di quel verme schifoso che osava parlare a me in quel modo, come se lui sapesse esattamente quello che stava per accadere. Mi fiondai all'interno della mia stanza, ignaro del volto sbigottito di Juri nel vedermi entrare con quella furia negli occhi.
Mi chiusi in bagno, la porta tremò dietro le mie spalle. Avevo voglia di spaccare tutto, la mia rabbia ricadde sullo specchio da muro. Prima ancora che riuscissi a fermarmi assestai un pugno al centro esatto di quell'ovale, le schegge danzarono in aria per qualche istante, prima di infrangersi sul pavimento ai miei piedi. Dolore ... poi quel sangue cremisi che macchiava il bianco immacolato delle mattonelle, strinsi i denti mentre Juri batteva furiosamente alla porta.

Era davvero troppo tardi per riprendermi ciò che era mio? Che cosa aveva detto Chris ad Alexey di così folgorante da farlo venire da me a distruggermi in quel modo? Erano andati a letto insieme, quel bastardo aveva osato toccare ciò che era mio ...
No, non era mio, avevo allontanato e svilito Chris in ogni modo possibile ed immaginabile. Ero stato io ad ordinargli di divertirsi, di trovarsi un altro e lasciarmi vivere in pace per sempre. Ero stato io a renderlo libero da me, da quella sofferenza che non potevo fare a meno di provocare ad entrambi ... cosa volevo adesso? Che cosa diavolo potevo pretendere da lui?
Niente. Non potevo pretendere niente, ecco la risposta. Soltanto non volevo che fosse Alexey ad occuparsi di lui adesso ... perché proprio quel verme? In realtà capii che neanche l'uomo più onesto del mondo mi sarebbe andato bene. Nel mio enorme egoismo avevo sempre pensato che Chris sarebbe rimasto da solo, ad aspettarmi, a disperarsi per me, senza mai avere la forza di voltare pagina definitivamente. Avevo sempre pianificato la sua presenza nella mia vita, quando e dove volevo, allontanandolo brutalmente quando mi girava, attirandolo a me soltanto se ne avessi avuto bisogno.
Pensai che qualunque cosa Alexey fosse doveva essere pur sempre meglio di ciò che ero io.

- Tyler, per l'amore del cielo apri questa dannata porta o giuro che chiamo qualcuno!! - Juri urlava da parecchio tempo, ma soltanto in quel preciso istante sentii davvero la sua voce.
Mi alzai dal pavimento sul quale mi ero accasciato, il sangue era ovunque così come i cocci di vetro che scricchiolavano sotto i miei piedi. Aprii la porta di qualche centimetro appena per incontrare il volto shockato di Juri.
- Tyler, che diavolo hai fatto? Cos'hai rotto? -
- Va tutto bene, tranquillo. Torna a fare yoga ... - dissi in un tono neutro, del tutto calmo.
- Ma sei idiota? Che cos'era quel rumore? Hai spaccato lo specchio? Hai del sangue sulla maglietta ... -
- Già, avevo finito le cose carine da distruggere -
- C-che cosa? - Juri era paonazzo - Tyler che cosa sta succedendo? -
- Niente ... -
Era così, bisognava andare avanti come se nulla fosse accaduto, mi ero fatto da parte e ci sarei dovuto rimanere per il bene e la sanità mentale di tutti.

ANGOLO AUTRICI:

Beh, diciamo che vi aspettano capitoli spiacevoli! XD JJ e Ren sono decisamente ai ferri corti, anzi ormai hanno davvero rotto quello che li legava, è indiscutibile l'attrazione che provano e sembrava che Ren in un primo momento fosse disposto a ritornare alle vecchie abitudini ma JJ ormai ha capito di volere altro. Il nostro biondo non si accontenta delle breciole ma vuole qualcuno che lo faccia sentire valorizzato ed amato ... è davvero una richiesta tanto esagerata? Sembra che a Ren l'amicizia senza interessi non vada per niente bene ...Abbiamo anche un bel confronto fra Tyler e Alexey ... beh sono due personaggi dal carattere forte ma profondamente diverso ed in questo braccio di ferro continuo sembra sia Tyler ad affaticarsi di più, secondo voi? Abbiamo un immenso desiderio di sentire qualche teoria su questo due personaggi, cosa ne sarà del rapporto fra JJ e Ren? Tyler riuscirà a fronteggiare Alexey ad armi pari? Dimostrando spregiudicatezza e sicurezza al pari del russo? Siamo qui ansiose di sapere cosa pensate del nuovo capitolo!

Alla prossima, un bacio.

BLACKSTEEL

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