speciale 3

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Louis si strofinò le mani sui jeans, cercando di mettere da parte il nervosismo. Harry, al suo fianco, spense la macchina e gli sorrise incoraggiante.
-Ehi, non ti mangiano mica.-disse rassicurante, abbozzando un sorriso beffardo. Il più piccolo, però, si accorse benissimo che era nervoso anche lui.
-Da quanto non li vedi?-
Harry ci riflettè.-Mia sorella ogni tanto mi ha telefonato pregandomi di tornare a casa almeno per il compleanno o per le feste. Mio padre l'abbiamo incontrato insieme quando abbiamo deciso di trasferirci e mia madre...beh, mia madre non la sento da parecchio.-
-Non ti ha mai chiamato?-
-Sì, i primi tempi sì ma non le ho risposto. Dopo aver saputo dell'accordo che mio padre aveva fatto con Liam ho tagliato i ponti con loro.-
-Mi dispiace.-mormorò Louis.
-Erano tutti d'accordo. Anche mia sorella, capisci?-
-Forse pensava di farlo per il tuo bene.-
-Non lo so, ma non sono riuscito a perdonarli e ora che ci sei tu loro...loro vengono a chiedermi di portarti a casa per conoscerti.-
-Hanno solo colto un'occasione per ricominciare.-gli sorrise Louis. Il giorno prima, uscendo dalla libreria, era stato abbordato da una bella ragazza che si era presentata come la sorella di Harry, Gemma, e che lo aveva invitato a prendere un caffè. Gli aveva spiegato le origini del litigio di Harry con la sua famiglia e lo aveva pregato di passare con il suo ragazzo a pranzo da loro la domenica successiva. Louis non era riuscito a rifiutare e per quello ora si trovavano nel parcheggio vicino alla villa degli Styles, a cercare il coraggio di uscire dalla macchina e suonare il dannato campanello.
Harry sospirò, attirando il suo ragazzo verso di sè per stampargli un bacio sulle labbra. Louis sorrise, sentendosi già più a suo agio, e scese dalla vettura con il suo ragazzo. La villa che aveva davanti lo metteva un po' in soggezione, essendo abituato alla misera casa della sua famiglia e al piccolo appartamento che condivideva con Harry.
Il più grande suonò il campanello, scrutando critico il cancello che si apriva automaticamente e afferrando la mano del suo ragazzo, racchiudendola nella sua più grande e stringendola come a infondersi coraggio.
Attraversarono il viale che portava all'ingresso e sorrise alla meraviglia di Louis, che si guardava intorno un po' spaesato, ammirando il giardino meraviglioso ai lati del viale.
La porta si aprì e una signora sui quaranta fece capolino, sorridendo un po' incerta e posando una mano sulla guancia di Harry, accarezzandolo piano.
-Ciao mamma.-abbozzò un sorriso lui. La donna sembrava sul punto di piangere e si sporse per baciare le guance di suo figlio, commossa.
-Sono contenta che siate venuti.-disse.-Tu devi essere Louis.-sorrise poi in direzione del più piccolo, che a sentirsi rivolgere la parola andò un po' nel pallone.-Sì, sono...sì.-balbettò.-Piacere.-aggiunse poi.
-Io sono Anne.-sorrise, porgendogli la mano, che Louis si affrettò a stringere, arrossendo. Guardò Harry con uno sguardo a metà tra il terrorizzato e il dispiaciuto, come a volergli dire "scusa, ora penseranno che il tuo ragazzo è un idiota".
Anne gli fece strada in casa, conducendoli in sala da pranzo, dove il padre di Harry si alzò da una sedia e andò incontro a suo figlio e al suo ragazzo.-Ciao Harry.-lo salutò cordialmente, stringendogli una mano con impaccio, incerto se abbracciarlo o meno. Poi si rivolse a Louis, che aveva già conosciuto.-Buongiorno figliolo. Sembra che l'imboscata di Gemma abbia funzionato.-disse, stringendo la mano anche a lui, che annuì con un sorriso.-Harry!-gridò Gemma dalle scale, scendendo e abbracciando il fratello, che ricambiò un po' freddamente.-Sono contenta che tu abbia accettato di venire.-sorrise, per poi abbracciare anche Louis, che ricambiò un po' in imbarazzo, e sussurrargli all'orecchio un "grazie" sentito.
I primi momenti del pranzo passarono nell'imbarazzo più totale, e la maggior parte della conversazione consistette in domande del signor Styles a Louis, che era più che felice di rispondere per non dover sopportare il silenzio. Dal secondo in poi la conversazione si fece più sciolta e familiare e alla fine del pranzo non persisteva più l'imbarazzo e l'impaccio che c'erano all'inizio. Harry continuava a guardare il suo ragazzo parlare e ridere con Gemma e non potè fare a meno di pensare che fosse la cosa più bella del mondo.
-Scusa Gemma, ma ora mi riprendo il mio ragazzo.-esordì a un certo punto con un mezzo sorriso, abbracciando Louis da dietro e sospingendolo contro il suo petto. Il più piccolo arrossì sotto lo sguardo malizioso di Gemma e si voltò lentamente nell'abbraccio del riccio, sorridendo appena.-Non sta andando male.-gli sussurrò all'orecchio.
Harry lo strinse a sè e scosse appena la testa.-No, ed è merito tuo.-
Louis lo guardò ad occhi sgranati.-Mio?-
-Non sarei mai venuto qui se non fosse stato per te.-gli disse, dandogli un bacio sul naso e amando il modo in cui il più piccolo lo arricciò di riflesso.
-Ti amo.-gli sorrise Louis.
-Ti amo anche io.-mormorò contro le sue labbra Harry, prima di baciarlo con trasporto.
Gli poggiò le mani sui fianchi e si staccò, ricordandosi della presenza di sua sorella che li guardava con un certo interesse.
-Ti stai godendo lo spettacolo?-borbottò Harry, facendola sogghignare.
-Ovviamente.-disse lei, ridendo e coinvolgendo nella sua risata anche suo fratello, mentre Louis arrossiva, passandosi una mano tra i capelli.

Rimasero a casa Styles per metà pomeriggio, decidendo poi di tornare a casa, dove li aspettava una spesa da fare e una intera serie televisiva, scaricata il giorno precedente, da guardare.
Anne e Gemma adoravano letteralmente Louis e se lo spupazzarono come fosse un cucciolo di panda per tutta la giornata, lamentandosi quando dovettero andare via. Il signor Styles fu più discreto, ma Harry si accorse subito delle pacche amichevoli che gli dava di tanto in tanto e gli venne da sorridere.
Poco prima che andassero via, Anne tirò in disparte Harry e lo fece sedere al suo fianco.
-Non abbiamo agito bene.-esordì. Harry si irrigidì, ma si limitò ad annuire con una smorfia.-Ci dispiace esserci intromessi nella tua vita e aver cercato di importi le nostre scelte, e ti giuro che parlo a nome di tutta la famiglia. Pensavamo che la tua fosse una passione non destinata a durare, o che comunque non avrebbe potuto costituire un lavoro, ma ci hai dimostrato che ci sbagliavamo alla grande.-sorrise, cercando lo sguardo di Harry.-Ci dispiace.-
Il riccio sospirò.-So che non avete mai preso sul serio la boxe e che avreste voluto altro per me e ciò che mi ha allontanato sono stati i metodi meschini che avete usato per allontanarmi dalla mia passione, ma ormai non ha senso portarvi rancore. Ho perdonato Liam e perdono anche voi, che siete la mia famiglia, purchè non vogliate ancora impicciarvi nella mia vita e soprattutto in ciò che sto costruendo, al lavoro e con Louis.-
Anne sorrise.-Non abbiamo intenzione di farlo, anche perchè Louis sembra la persona più adorabile e dolce del pianeta.-
-Lo è.-sorrise Harry.
-Allora vedi di non fartelo scappare.-disse Anne con un bel sorriso stampato in faccia, accarezzando la guancia di suo figlio e stampandoci un bacio.
-Su questo puoi stare tranquilla, non è mia intenzione.-rise Harry, scuotendo la testa.
Dopo quella giornata si sentiva come se un peso che aveva portato troppo a lungo fosse improvvisamente stato tolto dal suo petto. Era consapevole del fatto che dopo tanti anni in cui lui e la sua famiglia erano stati separati ci sarebbe voluto del tempo prima che le cose tornassero come prima, ma aveva fiducia che il loro rapporto si sarebbe presto consolidato.
Mentre lui e Louis uscivano dalla casa dei suoi genitori, fu assalito da un sentimento di immensa gratitudine verso il ragazzo che camminava al suo fianco e che gli aveva donato così tanto e lo afferrò per un polso, tirandolo verso di sè.-Ti amo.-gli disse, cercando di racchiudere in quelle due parole tutti i sentimenti che provava. Louis lo capì e sorrise, sporgendosi verso di lui e baciandolo.
-Ti amo anche io.-

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