capitolo quaranta

6.7K 333 55
                                    

Louis si svegliò nel pomeriggio e, con gli occhi ancora socchiusi e la mente annebbiata, si tirò su. Gli ci volle un attimo per ricordare cosa era successo e per arrossire all'inversimile, sopratutto quando si rese conto che un braccio di Harry era ancorato sul suo fianco e iniziò a sentire un vago fastidio al fondoschiena. Il riccio dormiva ancora beatamente, un mezzo sorriso stampato sui suoi lineamenti perfetti, e Louis si sentì scaldare il petto, ricordando le sue parole. "Ti amo". Non pensava ci si sarebbe mai abituato. Gli sembrava ancora tutto un sogno meraviglioso ed era terrorizzato di svegliarsi e rendersi conto che nulla era reale. Se avesse avuto ancora le sue cose nell'appartamento sicuramente avrebbe iniziato a scrivere freneticamente sul suo quaderno, dove annotava tutte le storie che gli passavano per la testa, le poesie che componeva e i piccoli avvenimenti quotidiani che lo facevano sorridere. Gli piaceva rileggerli quando era triste, lo faceva sentire felice. Pensò che avrebbe potuto scrivere per ore solo del calore che gli trasmetteva il braccio di Harry appoggiato al suo fianco, che lo teneva stretto. Avrebbe voluto immortalare in eterno le emozioni di quel momento nell'inchiostro, per mantenerle vive a lungo, magari per tutta la vita.
-Ehi.-borbottò Harry, la voce un po' impastata per il sonno e un bel sorriso che gli addolciva il viso, mostrando le sue fossette.
-Ehi.-arrossì Louis, distogliendo lo sguardo dalla figura dell'altro. Harry lo tirò a sè e gli stampò un bacio dolce tra i capelli.-Stai bene? Ti ho fatto male?-si preoccupò il riccio, accarezzando il corpo ancora nudo di Louis, che si imbarazzò un po' ma si lasciò coccolare, felice di tutte quelle attenzioni.
-Sto bene.-rispose.-E' stato bellissimo.-aggiunse poi, anche se questo gli procurò un leggere rossore sulle guance. Harry annuì e si tirò a sedere sul letto, portando con sè il più piccolo, che si ritrovò accoccolato sul suo petto.
-Dovremmo andare a lavarci, e a cambiare le lenzuola.-sorrise il più grande contro la guancia di Louis, prima di baciargliela.-E forse dovresti richiamare il tuo amico. Ho sentito il tuo cellulare vibrare per ore. Penserà che tu sia morto e che io stia occultando il tuo cadavere.-rise. Louis annuì, guardandosi intorno in cerca dei suoi boxer, che sembravano spariti. Harry si alzò senza badare alla sua nudità e Louis, nonostante lo avesse già visto senza vestiti, distolse lo sguardo, aspettando che indossasse almeno i boxer. Quando Harry ebbe indossato i boxer e dei pantaloni di una tuta, si girò verso Louis, ancora rannicchiato tra le coperte, e sbuffò una risata.-Non dirmi che ti vergogni.-
-Non proprio.-balbettò il più piccolo arrossendo.
Harry rise e gli lanciò dei boxer puliti presi dal suo cassetto, anche se avrebbe preferito vederlo girare nudo anche tutto il giorno. Magari anche tutta la vita.
Louis si rivestì e recuperò il cellulare. Mentre Harry metteva a lavare le lenzuola e annunciava che sarebbe andato a farsi una doccia veloce, controllò le chiamate perse. Ne trovò dodici da Liam (seriamente, dodici?!) e una di sua madre. Era molto che non si sentivano, e probabilmente avrebbe voluto sapere se aveva intenzione di tornare a casa per Natale. Louis guardò a lungo lo schermo, indeciso, e alla fine richiamò Liam, ignorando volutamente la chiamata di sua madre. Non voleva tornare a casa per le feste, ma nemmeno voleva darle una delusione...
-Louis!-lo distrasse la voce di Liam, che rispose al secondo squillo.-Pensavo già a dove Harry potesse aver nascosto il tuo cadavere!-lo rimproverò.
-Scusa, Liam, mi sono addormentato...-si giustificò il più piccolo.-Stasera a lavoro ti racconto tutto.-lo rassicurò.
Liam sospirò forte.-Suppongo tu voglia tornare nel suo appartamento.-commentò. Louis arrossì.-Sì.-si limitò a rispondere.
-Sei troppo buono...avresti dovuto farlo penare un po'.-disse, ma stava sorridendo.
-Lo so.-rise Louis.-A dopo.-
-A dopo Lou.-
Quando Liam attaccò, Louis rimase qualche secondo ad osservare il numero di sua madre sullo schermo, prima di essere sorpreso dalle braccia di Harry, che si avvolsero attorno al suo esile corpo.-Speravo mi avresti raggiunto nella doccia.-gli sussurrò in un orecchio, facendolo sorridere ma allo stesso tempo arrossire. Si girò nel suo abbraccio, seppellendo il capo nell'incavo del collo del più grande.-Ho chiamato Liam. Pensava già a come disseppellire il mio cadavere.-rise.
-Ah, lo sapevo.-sogghignò Harry, stringendo più forte a sè il più piccolo, prima di dargli una sonora pacca sul sedere e sospingerlo verso il bagno, ignorando il suo mugolio di protesta.-Forza, vai a lavarti. Io preparo il pranzo, dato che l'abbiamo saltato.-
Louis lo guardò incerto, sollevando un sopracciglio in modo eloquente. Harry sospirò.-Non verrò a molestarti in bagno.-disse, con finta aria esasperata. Louis rise, mentre spariva nel bagno, la chiamata di sua madre già dimenticata.

Liam, appena Louis se ne era andato con Harry, aveva fissato incerto il punto in cui il più piccolo era sparito, preoccupato ma allo stesso tempo felice delle parole che aveva sentito dire da Harry. Gli era sembrato quasi di rivedere il ragazzo di due anni prima.
Zayn aveva fissato la scena a braccia incrociate, senza lasciar trasparire nulla dalla sua espressione. Non pensava avrebbe mai visto Harry così coinvolto da una persona, nè che avrebbe mai sentito il suo migliore amico pronunciare parole simili.
-Allora, Payne.-esordì.-Ci prendiamo un caffè?-
Liam scrollò le spalle.-Tanto non credo che riuscirei a concentrarmi oggi a lezione.-sospirò, seguendo l'altro in caffetteria. La parte malvagia della sua mente stava già sogghignando al pensiero di estorcere a Zayn informazioni su Harry e su ciò che provava per Louis.
Zayn avrebbe giurato di aver sentito una risata malvagia provenire dal ragazzo al suo fianco...

Stanza 111Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora