Capitolo 36

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Matt indietreggiò. Mi guardò intensamente e si passò una mano tra i capelli. "Dici sul serio?"
"Si..." risposi semplicemente. Avevo paura che lui non fosse pronto per una situazione del genere, non ne avevamo mai parlato. Anche se infondo nemmeno io ero preparata a diventare madre. Per me quel concetto era stato cancellato dalla mia testa e dai miei sogni quando la ginecologa mi disse che non potevo più avere figli. "Matt, parla cavolo! Dì qualcosa santo cielo."
Scosse la testa e lo vidi piangere. Quelle erano senza dubbio lacrime di gioia. "Io ti amo, Emma. Mi hai dato la notizia più bella del mondo."
"Non sei arrabbiato o impaurito?"
"Spero tu stia scherzando, amore. Diventare padre è per me una delle gioie più grandi della vita. Ho sempre desiderato avere una famiglia tutta mia e non posso immaginare finale migliore se non con te. Ti amo, Emma. Da impazzire."
Versai litri di lacrime, addosso alla sua spalla. "Ti amo."
"Ma come è possibile? Non fraintendermi, ma mi hai sempre detto che prendevi la pillola."
Scossi la testa. "Non ho mai preso la pillola."
"Cosa? Perché mi hai detto una bugia?"
"Devo raccontarti una cosa, Matt. Hai presente il motivo per cui la prima volta che stavamo per fare l'amore mi sono messa a piangere? Non ti ho mai detto qual'è."
"Cosa c'entra quell'episodio con questo?"
"Ora te lo racconterò."

- Quattro anni prima. -
Jack era sparito. Avevamo litigato per una stupidaggine ed era scappato via, come un codardo. Faceva sempre così, non riusciva mai ad affrontare i problemi a quattr'occhi quindi li affondava nell'alcol. Non mi piaceva quell'aspetto, ma lo amavo. E al cuore non si comanda. Me ne stavo tutta sola sopra il letto dove il mio ragazzo mi aveva scaricata per andare a farsi una birra. Erano passate per due ore e sperai che non avesse deciso di passare la notte fuori. Jack poteva sempre cattivo ma io sapevo che infondo non era davvero così.
Vidi un'ombra attraversare il corridoio. Jack mi comparse davanti. Biascicava parole che riuscivo a stento a comprendere e non riusciva a reggersi in piedi. Aveva i jeans semi abbassati e si era già tolto le scarpe e abbassato la cerniera. "A...amore." Si tolse tutto e si buttò sul letto. Mi rifiutavo di rivolgergli parola. Questa volta avrei tenuto duro fin quando non si fosse deciso a darmi una valida motivazione per i suoi completamenti tanto infantili. Era nudo e il suo membro era premuto contro il mio sedere fasciato dai pantaloni del pigiama. "Ho bisogno di te. Voglio scopare."
"Lasciami dormire, Jack. Sei completamente ubriaco."
"Nooooo. Non sono ubriaco. Voglio che la mia ragazza me lo succhi. Chiedo tanto?"
Feci una smorfia anche se lui non poteva vedermi. "Sei un porco."
Il suo membro si era indurito e con le mani cercava di spogliarmi. "Ho detto di no. Mollami."
"Tu sei solo mia. Decido io quando e come scoparti e non potrai negarmelo."
Mi divincolai, ma a quel punto lui scostò le coperte e mi salì di sopra. Prese entrambe le mie mani e le renne con una sola mano mentre con mi spogliava fino a farmi ritrovare nuda. Avevo iniziato a singhiozzare. Sentivo il suo alito di birra sul viso e gli occhi erano due pozzi neri. Non era in sé e qualunque cosa dicessi sembrava scivolargli addosso come nulla fosse. "Ti prego, Jack." Dissi prima che mi penetrasse nella speranza che si fermasse, lui però non lo fece. E quella sera mi prese in modo violento, eccitandosi quando mi divincolavo e gli dicevo di smettere. Le mie lacrime non riuscivano ad arrestarlo, niente sarebbe riuscito a fermare quelle spinte che mi riempivano di demoni.
Quando la mattina mi svegliai ero scombussolata. Non ricordavo nemmeno di essermi addormentata, ma forse ero svenuta. Non ne avevo proprio idea. Jack era di lato a me e quando si svegliò disse di non ricordare assolutamente nulla.
Passarono alcune settimane e avevo un ritardo. Dopo aver fatto il test scoprì di essere incinta. E quando lo dissi a Jack lui imprecò. Non voleva quel figlio e mi costrinse ad abortire pochi giorni dopo. Appena l'operazione finì i medici, e in seguito la ginecologa mi dissero che non potevo più avere figli. Dopo un mese lasciai Jack. Non avevo più intenzione di stare con quel mostro che mi aveva impedito di essere felice."

"Porca troia!" Matt si precipitò in salone e prese le chiavi della macchina. "Ora vieni con me, Emma. Quel mostro deve pagare per quello che ti ha fatto."
Il suo viso era duro come il granito. Non l'avevo mai visto così furioso, nemmeno quando aveva picchiato suo padre. Cercai di convincerlo a lasciar perdere, ma non ci riuscì. Arrivammo fuori casa di Jack. Poco dopo scoprimmo che non era solo. Era con Nina, l'ex coinquilina di Allison quando alloggiava qui a Miami.
"Che bella sorpresa." Disse Nina, alzandosi per venirci a salutare. "Mmh... io e Jack stiamo insieme adesso."
"Eh già." Jack l'abbracciò. "Come mai questa visita."
Matt non riuscì a resistere e gli diede un pugno. Dritto in pancia, così forte da farlo piegare in due e poi accasciarsi per terra. "Sei tutto fumato?!" Disse Jack dolorante.
"Ho saputo cos'hai fatto ad Emma. Non ti vergogni? Almeno lo hai detto a Nina? Sa come nasconde il tuo passato?" Nina ci guardò impaurita. "So tutto e non ti uccido solo perché amo questa donna e non la voglio veder soffrire."
Jack cercò di alzarsi e Nina corse in suo aiuto per aiutarlo. "Gliel'hai raccontato?"
"Parla con me, non con lei. Brutto stronzo!"
Jack iniziò a piangere e si gettò per terra. "Scusami. Scusami tanto. Ero ubriaco come uno straccio e non mi rendevo conto di quello che facevo." Nina chiede spiegazioni e Jack gli raccontò tutta la storia. Avevo male a rivivere due volte nella stessa giornata lo stesso ricordo. "Sarà il rimpianto più grande della mia vita." Disse in fine, riferendosi a quando mi aveva costretto ad abortire.
Nina scoppiò in lacrime e prese le sue cose. "È finita, Jack. Non posso stare con una persona del genere." Lui la lasciò andare e Nina uscì da casa.
Jack si protese ai miei piedi, continuando a piangere. "Scusami. Perdonami, Emma. Non sapevo quello che stavo facendo. Porterò questo peso per tutta la mia vita."
Lasciai la mano di Matt che aveva continuato a tenermi stretta e mi accovacciai di lato a Jack. "Ti perdono." Ed era vero. L'avevo perdonato. Mi ero finalmente lasciata tutto alle spalle. Le tenebre erano state sostituite dalla luce della creaturina che portavo in grembo.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora