Capitolo 21

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Fui costretta a spintonare Matt che non ne voleva sapere di entrare. 'Per favore facciamo quello che dobbiamo e andiamocene.' Gli sussurrai in un orecchio dopo che ci sedemmo. In risponda lui annuì controvoglia.
- 'Bene.' Esordì Morris. 'Dovremmo prima di tutto interrogare entrambi...separatamente. Quindi la prego Signor Fox non obbietti.'
Matt sorrise ma il suo sguardo era tutt'altro che divertito. 'Non siamo in tribunale.'
- 'Non ancora!' Replicò il detective. Per evitare spiacevoli inconvenienti mi alzai in piedi. 'Andiamo, vado prima io.'
Morris mi sorrise e tutta quella situazione non fece che peggiorare già l'umore nero di Matt, lo potevo percepire anche senza che lo ammettesse. Il gelo nei suoi occhi quando guardava Morris non prometteva nulla di buono.
- 'Come mai tutta questa fretta?'
- 'In realtà signor detective domani partiamo quindi vorremmo sbrigarci il prima possibile. Se non le dispiace.' Aggiunsi per addolcire la pillola. Ero consapevole che Morris avrebbe voluto sentire tutto quello che avevo da dirgli ma una partenza non era ben vista, sopratutto con un caso in corso. E la sua smorfia di disapprovazione me lo confermò.
- 'Non credo sia una buona idea.'
Matt si agitava sul posto e da un momento all'altro sarebbe scoppiato.
- 'La prego, questo viaggio mi aiuterà moltissimo. Voglio solamente un po' di tempo per rilassarmi e lasciare alle spalle l'ultimo butto periodo.' Non avrei voluto implorare. Non era da me, ma certe volte bisognava essere furbi. Davvero avevo bisogno - un gran bisogno - di una pausa e le mie carte me le sarei giocata al meglio.
Il detective mi fissava impassibile, riflettendo sulle prossime parole da dirmi e sparai con tutto il cuore che non mi costringesse a restare qui e dover annullare la partenza.
- 'E va bene, ma glielo concedo solo perché è lei a chiedermelo. Oltretutto ha ragione, il viaggio la farà tranquillizzare.' Ovviamente se fosse stato Matt a chiederglielo avrebbe detto di no? Sperai che la risposta non fosse quella che pensavo, anche perché già quella situazione era abbastanza imbarazzante: trovarsi in un commissariato dove il mio ragazzo vorrebbe strangolare il detective che segue il mio caso, e che lo reputa un potenziale indiziato.
- 'Grazie mille!'
- 'Mi segua signorina Emma.' Mi sorrise il detective e aprì la porta per farmi passare. Cercai Matt con lo sguardo e lo tranquillizzai con un gesto, o almeno ci provai. Non era facile placare la sua rabbia.
Il detective mi superò e continuò a camminare per il commissariato, dopo vari corridoi arrivammo ad una stanza e lui si fermò lì davanti.
- 'Emma, ora lei entrerà qui dentro.' Disse indicando la porta. 'Ci sarà una scrivania ed una sedia, e un mio collega la interrogherà sugli avvenimenti di quella serata e forse le farà anche altre domande. Risponda con tutta la sincerità di cui è capace.' Non ero mai capitata in una situazione del genere ed era parecchio snervante. 'Ora vada, non si preoccupi di nulla. Lì dentro può parlare tranquillamente di tutto quello che vuole.'
- 'E lei non sarà lì con noi?'
- 'No, la seguirò però da un'altra stanza che mi permetterà di vedere e sentire tutto l'interrogatorio. Lei però non potrà vedermi. Tutto chiaro?'
- 'Emmh, presumo di sì.' Mi sorrise e camminò un'altro po'. Mi girai e fissai la poeta, ora o mai più.
Entrai e la stanza era proprio come me l'aveva descritta, niente più niente meno. L'umidità mi arrivò subito al corpo, procurandomi un lieve mal di testa. Una scrivania, due sedie una di fronte a l'altra. La sedia alla mia sinistra era già occupata, e quindi mi avvicinai a quella libera e mi sedetti. L'uomo che avevo davanti era quasi del tutto stempiato e aveva grandi occhi che trapelavano conoscenza.
- 'Salve, sono Bill.' Mi porse la mano e gliela strinsi. 'Sei Emma giusto?!' Annuì e lui continuò. 'Sei nervosa?'
- 'No, solo che non ho mai fatto una cosa simile prima d'ora.'
- 'Non preoccuparti, saranno delle semplici domande. Cominciamo? O vuoi prima fare qualche domanda? Mi sembra inutile ricordarti che dovrai dire sempre la verità.
- 'Possiamo cominciare.'
- 'Bene.' Si appoggiò allo schienale dalla sedia. 'Cos'hai fatto il giorno 15 Marzo? Ogni singolo particolare potrà tornarci utile.'
Prima di parlare dovetti riflettere un po'. Non potevo menzionare il rapimento. - 'Ero a casa e poi Matt é venuto a prendermi...' Prima che potessi continuare mi interruppe.
- 'È venuto a prenderti? Non abitate di lato?'
- 'Si, nel senso che mi ha chiesto di uscire.'
- 'Continui.' Mi scrutava con quegli occhi che incutevano anche un po' di paura, mettendomi in soggezione.
- 'Mi ha fatto una sorpresa portandomi in un campo di margherite.'
- 'Potrebbe essere più specifica? Che ore erano quando è uscita da casa?'
Era molto più difficile di quanto pensassi, e dal momento in cui fin ora avevo detto solamente bugie (tranne per la sorpresa) era ancora più complicato. In quel tardo pomeriggio mi ero risvegliata sul sedile posteriore della macchina di Matt, dopo che mi aveva salvata da quell'incubo.
- 'Non ricordo l'orario preciso. È successo all'incirca un mese fa, ma so per certo che si trattava del tardo pomeriggio.'
- 'Siete andati in questo campo di margherite. C'era già stata? Cos'avete fatto poi?'
- 'No, non avevo idea nemmeno esistesse. Abbiamo fatto un giro sulla sua mongolfiera.'
- 'La mongolfiera appartiene al signor Fox? È di sua proprietà?'
- 'Si, era questa una parte della sorpresa immagino.'
- 'Una parte?'
- 'Beh si, ha organizzato tutto per dirmi cosa prova per me.'
- 'È innamorata di lui?' Quella domanda mi sconcertò un po'. Cosa mai potrebbe aiutare sapere se siamo innamorati o meno?
- 'Non credo sia una domanda inerente per le indagini.' Dissi quasi sottovoce. 'E comunque si, sono innamorata di lui.'
- 'E il signor Fox di lei? Il sentimento è ricambiato?'
- 'Si, penso di si...'
- 'Pensa?'
- 'No, cioè...è innamorato anche lui di me. Lo so per certo.'
- 'Da quanto tempo vi conoscete?'
Ci pensai un po' e poi risposi: 'un paio di mesi.'
- 'E già nutrite questo sentimento l'uno per l'altra?' Mi stava seriamente innervosendo.
- 'Già! Non si decide dopo quanto tempo innamorarsi di una persona. Succede e basta.'
Si rigirava la penna tra le dita, capendo di avermi fatta agitare.
- 'Si fida di lui?'
- 'Si.'
- 'Per quale motivo?'
- 'Me ne ha dato modo. Ci fidiamo entrambi l'uno dell'altra.'
- 'Il signor Fox è mai stato violento con lei? L'ha mai fatta spaventare?' Cosa?! Stavano seriamente prendendo in considerazione che Matt poteva farmi del male? O che addirittura fosse lui il colpevole? Non riuscirò a resistere ancora per molto. Tirai un lungo sospiro e risposi prima di dar modo a Bill di insinuare qualcosa di assolutamente sbagliato. 'No, è un vero gentiluomo. Con ogni persona, non solo con le donne.' Bugia.
- 'Non sembra molto...calmo, per così dire.'
- 'Ogni tanto può esagerare nei modi o nelle risposte, ma non è assolutamente una persona cattiva. Non farebbe male ad una mosca.' Altra bugia.
- 'Con lei ha mai esagerato? Avevate avuto qualche discussione prima che lui le facesse la sorpresa?'
- 'No. Avere discussioni è normale in una coppia, ma si sono sempre risolte al meglio. E no, non abbiamo discusso prima della sorpresa.'
- 'Quindi discutete regolarmente?'
Maledizione! 'No, non tengo il conto delle volte che discutiamo sinceramente.'
Mi guardò male, ma non disse nulla. 'Ritorniamo a quel giorno del 15 Marzo. Dopo il giro panoramico sulla mongolfiera siete ritornati a casa?'
- 'No, abbiamo fatto un picnic li su quella distesa di fiori e poi siamo stati un po' li.'
- 'A fare cosa esattamente?' Ora capivo il perché Matt odiava così tanto le autorità.
- 'Niente di che. Parlare, ridere, baciarsi. Le solite cose che fa una coppia.'
- 'E dopo?'
- 'Dopo ce ne siamo ritornati a casa. E mi ha lasciato nel vialetto, ci siamo salutati e sono entrata in casa.'
- 'Verso che ora?'
- 'Probabilmente era mezzanotte passata.'
- 'Perché è uscita in strada?'
- 'Dovevo portare fuori la spazzatura. Mentre stavo per tornare dentro casa una macchina mi ha accecato e investito. Dopo non ricordo più nulla.'
- 'Non ha visto chi guidava?'
- 'No, le ho appena detto che ero accecata dai fari della vettura.'
- 'Ha riconosciuto la macchina o letto la targa?'
- 'Mi dispiace. Era notte e l'illuminazione non era abbastanza sufficiente per poter vedere bene.'
Rimase zitto per un attimo e mi studiò in viso.
- 'Potrebbe essere stato il suo ragazzo a farle questo?'
Sbattei le palpebre più volte per focalizzare la sua immagine. Come osava farmi una simile domanda?!
- 'Non si permetta a insinuare una cosa del genere! Non è stato lui!' Mi alzai di scatto dalla sedia mandandola un paio di metri più in là.
- 'Si calmi per favore. Siamo sempre in una stazione di polizia.' Mi ricordò intelligentemente il poliziotto. 'Per me è sufficiente quest'interrogatorio. Per oggi.'
- 'Dovrò rispondere alle sue domande altre volte?'
- 'Certamente. Può succedere. Per ora va bene, può accomodarsi fuori gentilmente?'
- 'Si certo.' Gli porgo la mano. 'Arrivederci.'
Prendo la borsa e mentre mi saluta formalmente esco dalla stanza infuriata più che mai.
Il detective Morrison mi raggiunge. 'Non è stato così male no?!'
Molto peggio di male. 'No, aveva ragione.'
Ritornammo nel suo ufficio e diedi un bacio a Matt, ripetendogli per la millesima volta che era andato tutto bene. Lamentarmi non farebbe altro che farlo innervosire ancora di più, e non era proprio il momento.
Seguì anche lui il detective e mi affrettai a raggiungerli. Dopo che Matt entrava nella stanza dell'interrogatorio, io rimasi ferma su una sedia ad aspettare.

***

Erano passati venti minuti e mi stavo torturando le mani per l'attesa. La mia preoccupazione più grande era che lo avrebbero fatto arrestare o che in qualche modo abbia fatto capire al poliziotto di sapere di più su quella notte.
Pochi minuti dopo eccolo uscire da quella stanza. Gli corsi incontro e la sua espressione del volto non poteva essere fraintesa: era incazzato.
- 'Ehi...andiamocene dai.' Gli dissi accarezzandogli la spalla.
- 'Andiamocene immediatamente, non voglio avere a che fare con queste persone!' Parlò a voce più alta del dovuto e lo spintonai fino alla porta. In lontananza il commissario Morrison scuoteva la testa in disappunto.
Per tutto il tragitto restammo zitti e da come impugnava lo sterzo sapevo benissimo che doveva darsi una calmata.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora