Capitolo 34

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P.O.V EMMA

Avrei voluto scavarmi una fossa e rimanerci lì, pur di non dover sentire tutto questo. Matt era diventato ceruleo in viso. Sembrava che a momenti potesse svenire oppure esplodere. Gli strinsi con più forza la mano, non volevo che si sentisse da solo ad affrontare questa situazione. Non era solo, c'ero io insieme a lui.
"Era minorenne quando è iniziata la loro storia clandestina." Continuò Monica, chiudendo gli occhi e prendendo grandi respiri.
"Brutta puttana! Come ti permetti ad incolparmi di una cosa simile?"
Matt gli puntò un dito contro. "Non le parlare così! Sta zitto, uomo di merda."
"Ho le foto, George. Le ho sempre conservate per ricordami di non doverti credere. Per sforzarmi a non amarti."
Il padre di Matt ci guardò. "Vuoi sapere la verità? La volete sapere tutti? Si, è così. Mi scopavo la fidanzata di mio figlio. Un giorno è venuta a cercare te, ma non c'eri. Eri dal tuo amichetto Paul a combinare chissà cosa. Sei sempre stato una fighetta ed Allison non si sentiva soddisfatta forse, ed è per questo che me la sono trombata ben benino. Una bella ripassata che non ha mai dimenticato. Ritornava sempre da me e ci davamo da fare, soprattutto in quel periodo quando ne combinavi di ogni colore. Non sopportava quel tuo essere così infantile. Diceva che per te era più importante odiare Paul che amare lei. E ovviamente io ho preso la palla al balzo. Adorava quando la prendevo da dietro. Si bagnava così tanto che..."
George non poté per fortuna continuare il suo discorso da malato perché Matt gli aveva caricato un pugno in pieno viso. Continuando a riempirlo di botte anche quando suo padre non riusciva più a prevalere nella lotta. "Questo è per mamma, bastardo!" Gli caricò un pugno forte sul naso da cui ormai sgorgava sangue senza sosta. "Questo è per Emma!" Un'altro pugno dritto sullo stomaco.
La madre di Matt gli arrivò di lato e lo implorò di smettere. "Ti prego, Matt. Basta. Non riesco a vedervi così."
Matt si arrestò finalmente. La mano era insanguinato e tremava da capo a piedi. Lo strinsi forte a me, e cercai di farlo tranquillizzare sussurrandogli parole dolci: "è tutto finito, amore mio. Non sei solo. Ci siamo tutti noi con te. Ti amo."
George Fox si alzò, e sputò per terra. "Che io sia maledetto se ti rivolgerò di nuovo parola."
"Fuori di qui." La voce di Monica era chiara. Non ammetteva repliche.
Il padre di Matt si guardò in torno. "Come? Cosa? Parli con me?"
"George, ti prego. Vattene via e basta. Hai causato troppo dolore a questa famiglia."
"Voi avete tutto questo grazie a me! Sporchi bastardi. Non sei tu a cacciarmi, sono io che me ne vado. Andate tutti all'inferno. Non vorrò mai più vedervi." Fu a quel punto che Monica alzò la mano e gli tirò uno schiaffo in piena guancia. Non l'avevo mai vista così addolorata. Non era mai stata violenta ma finalmente aveva reagito. "Fuori da casa mia."
George senza replicare prese le chiavi della sua Mustang e si volatilizzò fuori.
Monica cadde a terra, in preda ad un attacco di pianto. Tutti accorremmo a starle vicino e darle la forza. "Ho rovinato tutto." Disse tra le lacrime.
Le presi la mano e lei alzò la testa per guardarmi. "Non hai rovinato niente. La colpa è tutta sua. Tu hai fatto quello che doveva esser fatto."
Maya mi mise un braccio sulle spalle. "Ha ragione, Emma. Anche io sono stata intimorita da papà, ma ora basta. Ha comandato per troppo tempo le nostre vite. Voleva che fossimo perfetti ma quello marcio era solo lui. Lui non è la nostra famiglia. C'è la faremo senza papà." Era la prima volta che sentivo Maya parlare così tanto, forse prima stava sempre sulle sue perché era a conoscenza del segreto di suo padre e la disgustava?
"Non abbiamo bisogno di lui." Disse Brittany.
"Che vada a fanculo!" Disse King e poi tutti si abbracciarono. Matt se ne stava in disparte a guardare un punto vuoto della stanza.
"Amore, come ti senti?"
Matt mi guardò e mi tirò a se. "Quell'uomo è un bastardo. Dovrò dire alla mia famiglia cosa ti ha fatto."
"No, Matt. Lo odiano già abbastanza, non voglio che abbiano anche l'idea di un molestatore quando lo pensano."
"Devo tenerlo lontano dalla mia famiglia. Ho paura che possa fargli del male."
Gli strinsi la mano. "Non succederà, amore. Puoi far mettere dei bodyguard a coprire le spalle alla tua famiglia, quanto per stare più sicuri. Anche se non credo che ritornerà qui. Forse a prendere la sua roba e poi sparirà in un batter d'occhio."
"Lo spero."
Ritornammo in cucina dove il resto della famiglia Fox stava continuando a confrontarsi su quello che era appena successo. Monica quando ci vide parlò: "ho appena chiamato l'avvocato. Manderà le carte del divorzio a George nel suo ufficio. Ho intenzione di andare fino in fondo, questa volta non vincerà. Ho raccontato tutto a Frank e mi ha detto che il giudice probabilmente non lo farà più avvicinare a questa casa."
Matt andò verso di lei. "Ti voglio bene, mamma. Sei coraggiosa e stai facendo quello che è più giusto per tutti. Domani partirò, ma devo darvi alcune notizie." Tutti lo fissammo. "Le azioni della Fox corporation saranno al 50% mie e al 50% di King. Va bene per te?"
A King luccicarono gli occhi. Era chiaro che era l'unico che voleva un ruolo del genere. Le sorelle d'altro canto avevano altri interessi. "Oh Dio! Ma certo! Non ho mai avuto una percentuale così alta!"
"Questo perché sarai tu a dirigere la compagnia. Probabilmente io rimarrò a Miami per molto, molto tempo." Mi guardò come se cercasse il consenso visto che non ne sapevo nulla, e io ovviamente annuì felice. Non potevo desiderare di meglio. "E, mamma, ho intenzione di assumere dei bodyguard che controllino tutta la casa. Almeno per l'inizio. Sei d'accordo?"
"Okay." Rispose semplicemente, come se già fosse a conoscenza di quanto potesse essere pericoloso l'uomo che per anni Matt aveva chiamato padre. "Ora andate a riposare. Sono stati giorni intensi per tutti e domani voi partirete. Dovete essere al meglio delle energie. Emma." Si girò verso di me. "Potresti venire con me di la?"
Io annuì incerta su cosa avesse da dirmi. "Certo, Monica."
Lei si fermò e mi passò un bicchiere di ottimo vino rosso. "Non credevo che il mio matrimonio fosse così falso, costruito su mattoni di bugie. Però devo ammettere che fin dal principio molte persone a me care mi avevano avvertito: dovevo lasciar stare George. Eppure, fin quando non ci sbatti la testa, non impari mai la lezione." Si girò verso un portagioie e mi mostrò un paio di orecchini con enormi diamanti e altri più piccoli. Quel solo gioiello risplendeva in tutta la stanza. "Questo era di mia nonna, poi è passato a mia madre ed ora c'è l'ho io. Beh, voglio che lo abbia tu, Emma."
"Cosa?... no, non posso accettare. È una tradizione che passi da mamma a figlia. Non posso davvero."
"So cosa dice la tradizione, ma io sono convita che tu sia la donna giusta per mio figlio, e viceversa. Non l'ho mai visto così sicuro di se, e felice. È stato lui ad affrontare suo padre, senza di te non avrebbe trovato il coraggio. Credimi."
Andò alle mie spalle e iniziò a mettermi i gioielli. "Oddio, non sai quanto queste parole possano farmi felice. Ma Brittany e Maya, cosa diranno? Non si arrabbieranno?"
Ritornò di nuovo di fronte a me. "Ho parlato con loro e per nessuno c'erano problemi, Emma. Accetta ciò che ti spetta. Tu e mio figlio siete perfetti insieme. Sarei felice se diventassi la donna della tua vita, per sempre."
Iniziai a piangere. "Scusami, piango per ogni cosa ultimamente. Sono diventata troppo emotiva."
"Non fa niente cara." Mi abbracciò. "Meriti tutto il bene di questo mondo. Grazie."

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora