Capitolo 6

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Andai dagli altri che erano pronti ad andarsene alle rispettive abitazioni.

- 'Matt, vuoi un passaggio?' Si avvicinò a me Chloè, lasciando tutti gli altri dietro.

- 'No grazie, ho la macchina. E poi non penso di tornare a casa.'

Alzò un sopracciglio. 'Non avrei intenzione di ubriacarti o peggio drog...'

- 'Certo che no, anche se l'idea mi allettava molto...' Mi guardò male e mentre stava per parlare la interruppi '...ma no, non lo farò Chloè.' Dissi esasperato.

- 'Grazie a Dio.' Tirò un sospiro di sollievo. 'Ma, cosa farai allora? Fra un ora dovremmo essere qui...almeno vai a riposare.'

- 'Beh, resterò qui.' Sapevo che confessarlo non sarebbe stata una buona idea. E infatti non mi sbagliai.

- 'Cosa? Eh?' La vidi un po' scossa in realtà.

- 'Hai capito bene. Resterò qui, anzi, andrò al quinto piano.'

- 'Li c'è la camera mortuaria. Oddio Matt, non aspetterai lì per caso?!' Si portò una mano alla bocca.

- 'Si Chloè, so che...può sembrare una cosa da strambi, ma voglio starle accanto. E poi...' Presi fiato 'non penso sia morta.' Ora sicuramente mi avrebbe preso per pazzo, ma era la verità; sapevo che non c'era più, ma volevo starle accanto. Passare l'ultima notte "con lei".

Mi tirò per un braccio e mi portò più lontano possibile, uscimmo fuori in un balcone e dopo essersi assicurata -girando la testa prima a destra e poi a sinistra- che nessuno ci avesse seguiti, mi guardò.

- 'Vuoi dirmi cosa diamine sta succedendo?' Le chiesi irritato. Ero abbastanza volubile in questo momento.

- 'Matt, so che sei...eri innamorato di Emma, m-'

- 'Lo sono ancora. Non parlare di lei al passato.' Iniziai ad alterarmi un pizzico di più. 'E poi sono follemente innamorato.' Aggiunsi.

- 'Già, ma ora non...lo sai. Dobbiamo farcene una ragione. Non peggiorare le cose. Ti prego...' Si asciugò qualche lacrima con il polso e poi tornò a fissarmi.

- 'No! no, merda! Non me ne farò mai una ragione! Non puoi dirmi cosa è giusto e cosa non lo è.' Urlai, ero incazzato.

- 'Non mi parlare così!' Mi urlò contro. 'Ti fai solo del male in questa maniera, lo capisci o no?!' Cambiò tono di voce, era più comprensiva.

- 'Non credo sentirei più dolore di quello che già sto provando Chloè. O-ora lasciami solo.' Annuì come se finalmente avesse capito.

- 'Chiamami se vuoi compagnia.' Mi sorrise debolmente, e mi abbracciò. 'Ci vediamo tra un ora.' Dopo di che la vidi andarsene.

Corsi in bagno, non era molto distante da qui. Dovevo sciacquarmi la faccia, stavo per avere un crollo fisico ma soprattutto psicologico.
Mi aggrappai al lavandino, aprì il rubinetto e mi gettai una grande quantità d'acqua sul viso. Strofinai gli occhi con le mani e mi guardai, ero a pezzi.
Chiunque mi avesse visto in queste condizioni non mi riconoscerebbe. Sembravo un pazzo, di quelli da rinchiudere. E probabilmente, lo ero già diventato da qualche ora.
Mi dispiaceva aver trattato in quel modo Chloè, soffriva anche lei, e non era giusto comportarmi come un fottuto bambino. Aveva solo detto la sua.
Guardai l'orologio, era quasi l'ora di pranzo così decisi di scendere sotto e mangiare qualche boccone.
Mi sedetti al solito bar, al solito posto, e la solita cameriera venne a servirmi.

- 'Salve, tutto bene?' Rimasi un po' perplesso per la sua domanda. Mi sarei aspettato più un: "cosa gradisce per pranzo?" Oppure "posso portarle il menù?".

- 'S-no. In realtà no.' Non la guardai nemmeno in viso. Anche se me l'avesse chiesto per cortesia o altro non era proprio il momento.

- 'Mi dispiace. Vuoi parlarne? Magari più tardi' Mi guardò in modo provocante e si sporse verse di me per mettere in mostra i suoi seni. Rimasi ancora più allibito. Feci roteare gli occhi per il nervoso.

- 'Non dovresti lavorare piuttosto che stare qui a flirtare con me, ragazzina? Sparisci.'

- 'Ma...'

- 'Siamo in un ospedale, non in un pub. Se sono qui sicuramente non voglio uscire con una ragazza!' La rimproverai. Era una totale sprovveduta. Era pur sempre un posto dove c'era dolore e morte. Non un bordello o un locale di incontri.

- 'C-cosa le posso portare?' Era intimorita da me, lo sentivo.

- 'Il menù grazie.' Le risposi senza entusiasmo ma cercando di mantenere un po' di educazione. Non potevo prendermela con il resto del mondo per il casino che mi frullava in testa.

Quando si allontanò presi il telefono e composi il suo numero.

"Ehi, non sono disponibile al momento. Potete lasciare un messaggio nella segreteria. Vi richiamerò." La sua voce mi fece sorridere, era così attiva e felice.

"...ciao amore, sai mi manchi terribilmente. Per favore...per favore ritorna da me. Svegliati, è solo un brutto sogno!" Buttai il telefono sul tavolo e mi presi la testa nelle mani. Non potevo sopportare il dolore di non averla accanto.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora