Capitolo 32

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P.O.V MATT

Merda. Solo quella parola mi risuonava in testa. Un confronto con Paul? No, cazzo. Non so se sarei stato capace ad affrontarlo. Però era anche vero che in tutto questo casino mi ci ero ficcato da solo. Praticamente ero stato io a gettare Emma nelle sua braccia. Che diavolo mi era passato per la mente quando avevo dato il party? Uno dei peggior sbagli della mia vita. Per fortuna inconsapevolmente Emma mi aveva salvato un'altra volta, evitando di farmi entrare si muovo in quel tunnel senza uscita che è la droga. E come minimo dovevo parlare con Paul.
"Emma mi ha detto che volevi parlarmi." Cosa?! Presi un bel respiro e annuì leggermente. "Grazie per avermi avvisato. Non avevo proprio idea di dove Emma si fosse cacciata. E grazie per averla ospitata e non averla toccata con un dito."
Paul parve sconvolto per quel ringraziamento che mi era venuto spontaneo. "Mmh... di niente. Io non faccio queste cose, non oserei mai toccare la ragazza di un..."
Amico? Era quello che stava per dire? Mi sentì confuso e forse anche un po' rincuorato. Nonostante tutto nessuno conosceva meglio Paul di me e quando si vuole bene ad una persona, ma bene veramente, non si può mai dimenticare.
"Paul... non... non avrei dovuto mettermi con Allison."
"Ehi.." Paul si alzò intenzionato ad uscire da quella stanza che improvvisamente sembrava troppo stretta per entrambi.
"Non andare, siediti e ascolta quello che ho da dirti. Per favore." Lui annuì e lo vidi torcersi le mani. Chiaro segno di agitazione, la stessa che stavo provando io. "È cominciato tutto da lì. Da quel maledetto giorno in cui mi sono messo con quella... non so nemmeno più come descriverla."
"È un mostro."
"Già, un mostro. Comunque non credo che tu sappia come sono andate realmente le cose." La sua espressione mi fece capire che era esattamente così, non sapeva nulla. "Ricordi la festa di Liam? Quella che organizzava ogni sacrosanto venerdì? Quella sera ero ubriaco fradicio, tu non so dov'eri andato a finire."
"Probabilmente stavo scopando con qualcuna."
Entrambi ci mettemmo a ridere, come non succedeva da un'eternità. "Di sicuro! E quella sera c'era Allison che girovagava per la casa, sola e stordita dalla musica. Mi aveva visto in giardino tutto solo, mente mi stavo rollando una canna ed è venuta a sedersi lì di lato a me. Abbiamo iniziato a parlare e mi ha fatto sentire meno solo, mi ha parlato dei problemi con suo padre e per certi versi mi sono rivisto in lei. È come se mi capisse realmente."
Paul si ritrovò ad annuire. "Era fatta così. Ricordo che era una delle sue caratteristiche più belle. Riusciva a farti spiattellare tutti i tuoi segreti, perché sapevi che lei ti capiva e che non ti giudicava. Ti faceva sentire parte di qualcosa."
Ecco, Allison era proprio così. "Sì. E quella sera più che mai avevo bisogno di qualcuno accanto."
"C'ero io, Matt. Ci consideravamo fratelli."
"Lo so, però non volevo mostrarmi debole ai tuoi occhi. Tu per me sei sempre stato quello più simpatico, più forte. Quello all'altezza di ogni situazione, brutta o bella che fosse. E non era gelosia la mia, nah... era adorazione. Ti volevo davvero un gran bene."
Paul guardò fuori dalla finestra. Come se evitasse di guardarmi negli occhi per non diventare un sentimentalista. "Per me era lo stesso. Ti vedevo come il massimo, in tutto. Eri un esempio da seguire per me. Anche nelle cattive situazioni cercavo sempre di farmi notare perché anche io ti volevo bene. Un'amore fraterno."
Presi un bel respiro per cercare di metabolizzare tutto quello che stava accadendo. Non era per niente facile aprirsi con una persona che hai odiato per così tanto tempo. "All'improvviso Allison mi ha baciato e non ci ho capito più nulla. I giorni a seguire lei mi cercava sempre di più, si era fissata con me. Cercavo di evitarla, te lo giuro. Ero al corrente del tuo interesse nei suoi confronti e non volevo di certo rovinare la nostra amicizia. Però pian piano mi sono fatto ammaliare da lei e quando tu hai detto che non c'era alcun problema ero felicissimo. Avevo mio fratello e la mia ragazza. Poi però tutto ha iniziato ad andare sempre peggio... e beh, mi dispiace. Volevo scusarmi per ogni singolo sbaglio, per ogni torto e ogni cattiveria detta sul tuo conto. Lo facevo per non sentirmi inferiore. Non pensavo realmente quello che ti dicevo, ne avrei mai voluto che quella strega ci rovinasse l'amicizia."
Paul annuì. "Non sapevo tutte queste cose, ed ora... con la consapevolezza di tutto posso dirti che sono contento che Allison si sia fissato con te, pensa tu che strazio avere una stronza psicopatica alle calcagna!"
Presi il cuscino e glielo tirai in viso. Provocando le risate ad entrambi. "Sempre il solito figlio di buona donna!"
"Dispiace anche a me. Vorrei poter tornare indietro e cancellare tutto. E, mi dispiace anche per tutta la questione di Emma riguardo al rapimento e il resto. Inizialmente volevo agire per farti del male, non te lo nascondo. Ma poi ho visto in lei l'unica che sarebbe stata capace di salvarti sul serio ed è allora che ho capito di volerti ancora bene, nonostante tutto."
"Ti perdono, fratello. Tu, riuscirai a perdonarmi?"
Paul avanzò verso di me e mi abbracciò. "Certo, stronzo di merda. Ti perdono anche io. E ora vedi di rimetterti! Dobbiamo andare a scolarci qualche birra, e parlare di tutto quello che ti sei perso appresso ad ex fidanzate psicopatiche e fidanzate testarde come un mulo!"
Iniziai a ridere. "Allora non sono solo io a credere che Emma abbia la testa dura come il cemento!"
"No, fratello. Te lo assicuro! E vedi che lei ti ama, ti ama sul serio. Non fartela scappare."
"Non lo farò. È stata coraggiosa ad affrontare tutto questo."
"Lo sei stato anche tu. Solo tu saresti capace di prenderti le pallottole al posto di qualcun altro dopo una sbornia colossale."
Sorrisi. "Cazzo, sì. Lo puoi dire forte!"

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora