Capitolo 15

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Girovagai più volte per tutta la casa, facendo avanti e indietro in tutte le stanze. E la cosa fantastica è che non c'era un motivo reale, avevo sempre il timore di parlare con Matt, di affrontarlo. O di scusarmi forse, che era una delle cose che odiavo fare di più al mondo. Puntai i piedi e mi fermai sul posto: si, dovevo andare. Prima che cambiassi ulteriormente idea presi la borsa e le chiavi di casa e senza voltarmi indietro uscì dal portone principale. Sospirai non appena fui fuori e richiamai tutto il coraggio dentro di me. Dovevo solo scusarmi, perché tanta agitazione? Non mi avrebbe mica mangiato, era pur sempre il mio ragazzo.
Fui anche indecisa sul suonare il campanello, bussare o entrare con le chiavi che ancora avevo. La terza opzione la scartai a prescindere, non era un bel modo per iniziare un dialogo molto lungo. Chiusi gli occhi e sentì delle risate e passi che provenivano da dentro la casa. Merda.

- 'Uh guarda chi c'è!' Matt era sulla soglia di casa. Vestito - si fa per dire - con soli boxer. 'Qual buon vento ti porta qui?' Si mise a ridere appoggiando il braccio muscoloso al lato della porta.

Per un attimo rimasi impalata a fissare quei muscoli che chiamavano il mio nome. 'Eee...' Scossi la testa ritornando in me. 'Fai entrare la tua vicina?'

Si mise a ridere. 'Mi ricorda qualcosa questa frase...prego, si accomodi.' Si fece da parte e dopo essere entrata a casa chiuse il portone. In un attimo mi ritrovai con le spalle al muro. 'Dimmi tutto.' Mi sussurrò vicino all'orecchio.

- 'Stai cercando di persuadermi?' Dissi mentre pendevo letteralmente dalle sue labbra.

- 'Ci sto riuscendo?' Mi disse sfiorando con le labbra il lobo dell'orecchio. Ci stava riuscendo eccome.

Gli mise le braccia su entrambe le spalle e lo spinsi leggermente via da me. 'Dobbiamo parlare.'

Si mise a ridere e si riavvicinò. 'Oh sì, ci sto riuscendo eccome.' Gli tirai un pizzicotto sul braccio.

- 'Fammi parlare prima che cambi idea.' Mi guardai le scarpe. 'M-mi dispiace...ci ho riflettuto e hai ragione.'

- 'Scusami, non volevo gridarti addosso ieri.' Mi disse al contempo. Ed entrambi ci sorridemmo. Mi prese per mano ed andammo sul divano.

- 'Non mi piace essere trattata come una bambina, lo capisco che ti preoccupi per me...ma cosa potrebbe mai succedere durante il tragitto cucina-bagno?'

Si mise a ridere facendo ridere anche me. 'Okay, sarò meno appiccicoso. E ci ho pensato per tutta la notte, non dovremmo far parola di Allison.' Tirai un sospiro di sollievo, contenta nel non dover cercare di convincerlo. E poi l'occhio mi cadde sui suoi muscoli. 'Vuoi che mi metta la maglietta? Forse non riesci a concentrarti.'

- 'Sta zitto!' Presi un cuscino e glielo tirai in faccia. 'Sono loro che mi guardano.'

- 'Non sei la prima che me lo dice.' Vedendo il mio sguardo iniziò a ridere di gusto. 'Mi piace farti incazzare tesoro.'

Alzai gli occhi al cielo, non cambiava mai. 'C'è anche un'altra cosa che dovresti sapere.' Mi morsi il labbro e cominciai. 'Stamattina è venuto Jack da me. E no, non l'ho fatto entrare.' Nel suo sguardo vidi un misto di sollievo e rabbia allo stesso tempo. 'Voleva vedere come stavo e scusarsi per essersene andato dall'ospedale.'

Sbuffò. 'Odio quel tizio!'

- 'Lo so, lo so...ma poi se n'è andato immediatamente.' Gli sorrisi sperando che mi credesse. Stavo diventando piuttosto brava a mentire, e non era affatto un bene. Matt avrebbe dato di matto se solo gli avessi detto la confessione del mio ex, quindi ometterla era per il suo bene. Come ogni bugia che stavo dicendo ultimamente. Ero un completo disastro, ogni bugia mi si sarebbe rivolta contro prima o poi....oppure mi avrebbe perseguitato nel sonno. 'Ma figurati, niente di più.'

- 'Non fa niente, è normale che si preoccupi per te.' Disse allo stesso tempo. Stava diventando un abitudine della giornata per caso?

- 'Cosa?' Avevo sentito bene?

- 'Si, cercherò di farmene una ragione. È stato parte della tua vita.' Sospirò. 'Pazienza.'

- 'Facciamo progressi allora!' Mi buttai su di lui e gli misi le braccia al collo. Era un sollievo non dover discutere anche per questo.

- 'Ah, mi ha chiamato Morrison.' Fece una smorfia di disgusto. 'Mi ha convocato lì in centrale per farmi alcune domande. Dobbiamo concordarci su cosa dire, non possiamo lasciarci sfuggire nulla, né menzionate Allison.'

- 'Hai ragione...non ci avevo pensato.' Guardai il soffitto, dovevo affidarmi pienamente a lui. Fosse stato per me già ci avrei rovinati entrambi, visto che mia astuzia stava andando a farsi benedire. 'Cosa diremo allora?'

- 'Non la nomineremo proprio. Diremo l'accaduto di quella sera e io racconterò il mio movente e siccome so che insisterà molto sui nemici che potresti avere, dobbiamo sempre e ripeto sempre negare okay?'

- 'Perfetto. E se ti faranno delle altre domande? Per esempio il perché sei venuto qui. Cosa dirai?'

Si mise a pensare, dondolando leggermente la testa avanti e indietro come per darmi ragione. 'Giusto. Dovremmo mentire anche su quello, dirò che...'

- 'Potresti dire quello che mi avevi detto quando ci siamo incontrati la prima volta? Sai, la posizione strategica e bla bla bla. Si, tutte quelle cazzate insomma.' Lo guardai assottigliando gli occhi.

- 'Sei un genio!' Mi baciò la fronte con uno schiocco che risuonò per tutta la casa. 'Tu ci avevi creduto no?!'

- 'Oddio...proprio crederci no. Ti odiavo ai tempi.' Mi misi a ridere.

Fece una faccia sconvolta. 'Mi odiavi?' Alzò un sopracciglio. 'Con questi?' Mi prese la mano e la portò sui suoi addominali, facendola scivolare molto lentamente. I miei ormoni dovettero calmarsi per un attimo, per quanto fosse seria la discussione avrei tanto voluto...okay, mi dovevo calmare sul serio.

Borbottai parole senza senso più a me stessa che a lui. 'Ti odio!' Ringhiai, mi sentivo una debole.

- 'Ti amo anche io cara.' Si mise a ridere. 'Comunque hai avuto una buona idea, dirò questo e inventerò altre fandonie. Dovremo mentire anche su tutto il resto della giornata.'

- 'Per quale motivo dovrebbero chiederci anche questo?'

- 'Fidati lo faranno e diremo che siamo usciti, e ti ho portata lì sulla mongolfiera. Ometteremo il rapimento e tutto il resto. Racconteremo solo la seconda parte della serata.'

- 'Tutto chiaro.' Abbassai la testa, sarebbe stato più complicato del previsto.

- 'Non preoccuparti.' Mi sfiorò i capelli con la sua mano calda. Un tocco rude e morbido allo stesso tempo. 'Supereremo anche questa, ne abbiamo passate così tante insieme piccola. C'è la faremo.' Alzai la testa e lo vidi sorridermi.

Respirai profondamente e mossi la testa in segno di consenso. 'Non so come farei senza te.'

- 'Sarebbe molto più semplice senza di me...' Rise amaramente.

- 'Non lo dire neanche per scherzo. Ti amo e non desidererei persona diversa al mio fianco.'

- 'Ti amo anch'io amore.' Mi prese il viso tra le mani e mi stampò un bacio sulle labbra. Che pian piano ci stava letteralmente travolgendo in un vortice di passione, ma fummo disturbati del campanello che improvvisamente suonò.

- 'Vado io.' Gli dissi alzandomi e sbuffando. 'Non si può più stare in santa pace.' Dissi tra me e me ad alta voce mentre aprivo il portone e il mio sorriso scomparve dal volto. Guardai dentro e Matt non era venuto a vedere chi fosse, per fortuna! 'Cosa ci fai qui?' Dissi bisbigliando mentre mi socchiudevo la porta alle spalle.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora