Capitolo 3

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Erano esattamente le 05:30 del mattino. Erano passate solo due ore da quando eravamo qui. Mi sembrava di essere inchiodato a questa sedia da giorni, l'ansia mi stava mangiando vivo. E il tempo ci stava risucchiando, facendoci perdere la cognizione.

- 'Caffè?' Mi si avvicinò Nadia.

- 'Non mi va.' Risposi strafottente. Non avevo molta voglia di socializzare, benché minimo sforzo di alzarmi.

- 'So che vorresti restare qui a guardare quella porta nella speranza che si apra...' Si cazzo! Era questo il messaggio da leggere tra le righe. '...ti farà bene un caffè.' La guardai negli occhi e capì che anche lei, come tutti qui, stava soffrendo. Solo che io lo facevo vedere in un modo completamente differente. Ero solito chiudermi in me stesso, a riccio.

- 'Si dai.' Mi alzai e scendemmo sotto. Chiesi a Chloè e Peter se volevano qualcosa o venire con noi ma dissero che stavano bene li.

- 'Scusami per prima.' Mi rivolsi verso Nadia appena uscimmo dall'ascensore.

- 'Tranquillo. So che è un momento difficile, lo è per tutti noi.'

- 'Già, ma non dovevo risponderti in quel modo. Solo che...sono distrutto. Proprio dentro, capisci?' Mi toccai il petto, il mio cuore in questo momento era diventato un giocattolino. Mi faceva male; mi si stringeva ogni volta che vedevo il più piccolo movimento in quella fottutissima sala d'attesa.

- 'Cerco di capirti...io voglio bene ad Emma. Da morire credimi. Ma tu la ami, lo si scruta dentro i tuoi occhi. E non parlo solo di ora Matt.'

- 'A cosa ti riferisci?' Le chiesi curioso.

- 'Quella volta che sei venuto in azienda cercandola. Lì, li lo notai. Eri disperato, volevi a tutti i costi sapere dove fosse e non ti saresti dato pace finché non l'avresti trovata.' Mi guardò.

- 'Beh si, è così. Mi fa quest'effetto Emma.' Sorrisi leggermente al pensiero di quelle giornate di panico. 'Mi ha fatto impazzire.' Scossi la testa.

- 'Già.' Sorrise anche lei, e ci sedemmo in dei tavolini.

- 'Buongiorno! Cosa posso portarvi?' Ci interruppe la cameriera.

- 'Per me un caffè ristretto. Grazie.' Le dissi.

- 'E per me un cappuccino, non molto schiumato. Oh, anche un pezzo di torta, quella al cioccolato se c'è l'avete.' Parlò Nadia.

- 'Si certamente, arrivo subito.' Se ne andò lasciandoci soli.

- 'Tu non mangi Matt?'

- 'Nono...non ho fame, mi si è chiuso lo stomaco.' Dissi storcendo la bocca.

- 'Capisco. Comunque davvero ti ha fatto uscire pazzo in quel periodo la nostra cara Emma eh?!' Capii che quello era forse il modo migliore per "distrarmi" : parlare di lei, ricordando i bei momenti.

- 'Molto! Ed ero incazzato...ero incazzato forte con lei. Non puoi capire quanto.' Le dissi mettendomi a ridere.

- 'Perché mai?' Rise anche lei.

- 'Beh...innanzitutto mi aveva abbandonato. Non si era fatta sentire, ne aveva risposto a una sola delle mie chiamate, o ai messaggi. Niente. Completamente sparita.' Dissi corrugando un po' le sopracciglia e gesticolando.

- 'È furba, sa come nascondersi.' Sghignazzò sotto i baffi e questo mi fece capire la sua complicità nella questione.

- 'Lo sapevi.' La guardai divertirsi alle mie parole e alla mia confusione. 'Si, cavolo tu lo sapevi!' Continuai.

- 'Ebbene si, non potevo dirti nulla. Segreti tra donne.' Si mise a ridere.

- 'Non ci trovo nulla di divertente Nadia!' La rimproverai.

- 'Eccovi serviti. Se vi serve altro chiamatemi.' Ci sorrise la cameriera, e dopo aver posato sul tavolo le nostre ordinazioni, sparì dietro le cucine.

- 'Io si!' Si mise a ridere e poi iniziò a mangiare e io a sorseggiare il mio caffè.

Dopo aver finito e aver pagato il conto, uscimmo un attimo fuori dall'ospedale.

- 'Scusami dovevo fumare.' Mi disse Nadia mentre si accendeva la sigaretta. 'Ne vuoi una?' Mi porse il pacchetto mettendo in bella vista le sigarette.

- 'Si, grazie!' Senza pensarci troppo la estrassi dal pacchetto e me la portai in bocca, accendendola successivamente con un accendino che mi prestò Nadia.

- 'Fumi da molto tempo?' Mi chiese. Ovviamente non stava attenta ai particolari. Un fumatore incallito sarebbe mai rimasto senza sigarette? Mmm...forse un evento più unico che raro.

- 'No, in realtà non fumo quasi mai. Ogni tanto. Fumavo da adolescente piuttosto.'

- 'Tipico, ci siamo passati tutti. Però come vedi io ancora quel periodo non l'ho oltrepassato.' Si mise a ridere.

Finimmo di fumare, e per quanto Nadia fosse una brava persona; non vedevo l'ora di risalire sopra e sapere se ci fosse stata qualche novità, qualunque cosa. Anche la più banale, anche solo sapere che stava andando bene l'operazione.
Salimmo sopra e vidi Chloè parlare con un tizio, che era girato di spalle. Quindi mi veniva difficile riconoscerlo. Forse era qualche altro medico.
Accelerai il passo nella speranza che fosse così. Fino ad arrivare ai due. Chloè mi sorrise: un sorriso storto, strano; e l'uomo che stava parlando con lei si girò.

- 'Che ci fai qui?' Mi chiese.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora