Capitolo 26

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- 'Amore, posso farti una domanda?' Chiesi mentre finivo di infilarmi le scarpe ai piedi.
- 'Certo.'
Eravamo nell'appartamento di Matt. Era di una bellezza raffinata ed elegante. Lo rispecchiava alla perfezione. Da lì a poco ci saremmo ritrovati alla cena di beneficenza e l'ansia mi stava mangiando viva. Nonostante Matt mi avesse convinto con le sue parole, ero ancora intimorita da tutto quello che stava succedendo. Non mi sentivo all'altezza della situazione e il solo pensiero di suo padre mi faceva accapponare la pelle. Non c'erano dubbi che fosse uno degli uomini più influenti al Mondo.
- 'Cosa succede tra te e tuo padre?'
- 'Cosa intendi Emma?' Mi rispose guardandomi attraverso lo specchio.
- 'Non sembrate...non so...affiatati.'
Negli occhi di Matt passò un lampo di tristezza, ma durò solo qualche secondo. 'Non abbiamo mai avuto un bel rapporto.'
- 'Non c'è un motivo in particolare?'
- 'Non mi va di parlarne, ti prego, amore...facciamo finta di niente e andiamo a questa serata. Sorridiamo, parliamo con qualche cliente e poi usciamo. Non vedo l'ora di finire tutta questa messa in scena.'
Mi avvicinai e gli accarezzai il volto. 'Non dobbiamo andarci per forza.'
- 'Si, invece. Non conosci mio padre...se non ci andassimo me lo farebbe pesare per l'eternità e mia madre penserebbe che la colpa fosse solo ed esclusivamente sua. Non posso procurarle una delusione.'
- 'Lo capisco, amore. E allora su, forza! Prima andremo prima potremo tornarcene a casa.'
Matt mi avvolse una mano per i fianchi e mi avvicinò a lui. 'Ti amo.' Sorrisi e lo baciai.

La serata era come mi aspettavo. Sprizzava sfarzo da ogni poro. Erano tutti stramaledettamene ricchi e facevano di tutto per farlo notare! Matt continuava a parlare con dei bancari e io ero in compagnia di sua madre. Suo padre non avevo idea di dove si fosse cacciato, ma per fortuna non era qui.
- 'E allora, Emma, che ne pensi? Eri già stata a serate del genere?' Mi chiese Monica.
Sorrisi. 'No, mai. È tutto bellissimo, anche se - per favore non lo dica a suo marito - ma è una serata molto noiosa.' Quelle parole mi uscirono dalla bocca prima che potessi censurarle. Maledetto vino!
La madre di Matt rimase a fissarmi sbigottita e dopo un momento che sembrò un'eternità, iniziò a ridere di gusto. Non riusciva proprio a fermarsi. 'Oddio.' Rise di nuovo. 'Sei davvero simpatica, Emma. Mi piaci!'
Tirai un sospiro di sollievo e bevvi altro vino. Mi aiutava a calmare i nervi. 'Credevo di averla offesa.'
- 'Oh no, cara. Assolutamente no! Sono poche le persone che dicono quello che pensano davvero, sopratutto quando riguarda mio marito, e ti assicuro che io amo le persone sincere.' Prese il suo bicchiere e lo avvicinò al mio. 'Sono contenta che mio figlio abbia scelto una ragazza come te, non poteva meritare di meglio.' Fece tintinnare il suo bicchiere al mio. 'Voglio tanti nipoti! Minimo tre!' Disse ridendo e io mi ritrovai ad arrossire imbarazzata e felice allo stesso tempo. Ero contenta che per sua madre fossi all'altezza, anche se era alticcia, per lo meno sapevo di avere qualcuno dalla mia parte. 'Mi scusi, Monica. Vado un'attimo alla toilette.' La madre di Matt mi sorrise.

Riuscì a trovare il bagno. Missione assolutamente non facile visto l'enormità della villa in cui eravamo. Ero in fila quando una voce mi fece accapponare la pelle. L'avrei potuta riconoscere tra mille.
- 'Ma guarda un po' chi c'è qui!'
Lentamente mi girai, superando tutte le mie paure che un attimo dopo mi assalirono rischiando di farmi svenire. 'Paul.' Dissi dopo un'attimo di turbamento. Non poteva essere vero. Cosa ci faceva uno come lui in un posto del genere?
- 'Sorpresa? Sembra che tu abbia visto un fantasma!'
- 'Beh, ci sei vicino.'
Paul rise. 'Sei splendida, anche più bella di quanto ricordassi.'
Mi vennero i brividi e cercai un volto conosciuto nei dintorni, ma niente. C'eravamo solo noi. 'Che ci fai qui?'
- 'Ti sembra strano, vero?! Il criminale spacciatore ad una festa di beneficenza. Ebbene sì. Non penserai mica che tutte queste persone così ricche siano anche oneste?!' Sul suo viso si formò un ghigno. 'Mai fermarsi alle apparenze, Emma. Dovresti saperlo oramai.'
- 'Mi hai seguito.'
Paul alzò le mani il segno di resa. 'Mi hai scoperto.' Istintivamente indietreggiai, iniziando a sentirmi la testa fin troppo pesante. I palmi delle mani mi sudavano e il vestito che portavo mi risultava troppo stretto. 'Non ho intenzione di farti del male. Una come te non passa facilmente inosservata, per questo motivo ti ho seguito, volevo salutarti e sapere come stavi.'
Lo guardai con odio. 'Volevi salutarmi e sapere come sto...' Scossi la testa. 'Come puoi dire una cosa del genere dopo quello che mi hai fatto?'
- 'Agivo per conto mio capo, ho solo avuto la fortuna di incontrare una come te.'
- 'Smettila! Smettila immediatamente...'
- 'Emma, non prendertela. Mi dispiace, sul serio. Ma il lavoro è lavoro.'
- 'Come diavolo fai a chiamare "lavoro" quello che fai?! Sei un essere ignobile!'
- 'Io mi limito solo a controllare l'uomo o la donna che sono ospiti del mio capo. Limito i danni.'
- 'Stai dicendo una marea di scemenze. Ti sembrava che fossi un'ospite? Tutta legata e denudata? Non lo ero!' Lacrime silenziose mi rigarono il volto, senza che riuscissi più a fermarle.
- 'Emma scusami. Non avevo altra scelta.'
- 'Le tue scuse te le puoi ficcare in quel posto! Ho gli incubi per colpa tua...'
Paul si avvicinò e mi accarezzò i capelli, facendomi piangere più forte. 'Non ti avrei mai fatto del male, Emma. Puoi credermi.' Mi sfiorò la coscia e alzai una mano per tirargli uno schiaffo. Quel suono sordo risuonò in quelle mura eleganti. Paul sospirò ma sul suo viso la sua espressione si addolcì. 'Me lo merito. Ti ho seguita perché volevo accertarmi che stessi meglio, volevo rivederti un'altra volta e scusami.'
'Vattene! Lasciami in pace, Paul...'
Paul mi guardò un'ultima volta e voltò le spalle per andarsene lasciandomi finalmente da sola. Mi rifugiai dentro ad una toilette per sfogarmi. Non potevo farmi vedere così da Matt. Decisi che sarebbe stato meglio non dirgli nulla e lasciar correre. Paul mi era sembrato sinceramente dispiaciuto, ma questo non evitò al mio corpo di accasciarsi al pavimento e continuare a tremare.

- 'Dove cavolo eri finita? È da mezz'ora che ti cerco!' Matt mi venne incontro e mi abbracciò. 'Mi hai fatto preoccupare!'
- 'Ero andata in bagno, ci ho impiegato molto tempo per trovarlo. Se non te ne fossi accorto questa villa è enorme!' Cercai di sorridere ma non ci riuscì gran ché.
- 'Avrei potuto accompagnarti io.'
- 'Non mi andava di disturbarti, eri impegnato a parlare.'
Matt mi baciò. Un bacio leggero che mi fece stare bene e dimenticare per un momento la brutta mezz'ora che avevo passato. 'Va tutto bene, tesoro? Mi sembri scossa.'
Mi forzai di sorridere e scossi la testa per ricompormi. 'Va tutto bene. Sono solo felice e allo stesso impaurita di essere qui.'
- 'Mia madre ti adora, i miei fratelli uguale e mio padre...beh, lui è fatto a modo suo ma sono convinto che anche a lui piaci. Non devi preoccuparti di nulla. Mi fai felice, Emma e vorrei che fosse lo stesso per te.'
- 'È così, amore. Ti amo.'
- 'Anche io.' Mi prese sotto braccio, stringendomi forte e calorosamente e ritornammo nella sala principale. Eccolo, suo padre era lì. Era come un faro in mezzo al mare, nonostante questo posto pullulasse di ricconi e uomini potenti, George Fox era l'unico capace di attirare l'attenzione di tutta la sala con un solo gesto. Matt si paralizzò di fianco a me, ma non appena voltai la testa per chiedergli se stesse bene lui cambiò immediatamente espressione mascherando un qualche forma di disgusto in un sorriso di convenienza. Ci avvicinammo alla sua famiglia e per la prima volta in quella sera vidi i suoi fratelli. 'Oh mio Dio, Emma! Sei splendida!' Brittany mi strinse in un'abbraccio caloroso.
'Anche tu lo sei.' Ricambiai l'abbraccio e la squadrai. Non avevo dubbi che fosse una delle ragazze più belle che avessi mai conosciuto. Quell'abito rosso sangue non faceva che esaltare la sua carnagione e i suoi lineamenti. Maya si unì a noi, sorridendomi timidamente. King era al suo fianco. Bellissimo nel suo completo costosissimo. 'Vi siete persi una festa stratosferica!'
- 'Quale festa?' Chiesi voltandomi incuriosita versa Matt.
- 'Niente di ché, tesoro. King ha organizzato un party nella casa in giardino.' Ecco spiegato il motivo del perché non li avessi visti prima. 'Non mi sembrava il caso di andarci.' Replicò come se volesse darmi una valida motivazione.
- 'Emma, sei incantevole.' Quella voce profonda attirò la mia attenzione. George era di lato a me e mi stava offrendo un bicchiere di quello che sembrava champagne costoso. 'Grazie.' Risposi leggermente imbarazzata. Non riuscivo proprio a scrollarmi di dosso quella brutta sensazione che mi dava George Fox.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora