Paulo.

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Un vortice di emozioni mi travolse.
Non avevo mai provato niente prima d'ora.
Le sue labbra erano così morbide...

Ci allontanammo di qualche centimetro e si poteva sentire perfettamente l'imbarazzo nell'aria.
Insomma,era stato tutto così improvviso.

"I-io devo tornare a casa" disse grattandosi la nuca,con le guance leggermente rosse.
Annuii,altrettanto imbarazzata "Ci vediamo domani" dissi.
Fece un cenno per poi girarsi a avviarsi verso casa sua,abbastanza velocemente.
Io persi le chiavi di casa e corsi nel mio appartamento,chiudendo la porta alle mie spalle a lasciando scivolare la mia schiena su di essa,fino a sedermi sul pavimento.

Portai una mano al cuore.
Pensavo che sarebbe esploso da un momento all'altro.

//

Appena si accorse di essere abbastanza lontano da casa di Lea,si fermò e prese un lungo e profondo respiro,guardando il cielo.

Si rese conto che quello che era appena successo,lo stava aspettando da veramente tanto tempo.

Perché sì,si era accorto da tempo che voleva essere qualcosa in più per lei. Voleva essere lui la ragione del suo sorriso. Era egoista? Forse. Ma era il suo cuore a fargli pensare queste cose.
E come si dice? Segui sempre quello che ti dice il cuore.

Un sorriso illuminò il suo volto. Sembrava un bambino. Il suo cuore era avvolto da un calore stupendo.
Era solo un bacio,eppure era riuscito a causargli un vortice di emozioni.

Lea gli causava un continuo vortice di emozioni.

Si sedette su un muretto.
Quello era amore,vero?

//

[...]

Mi svegliai,anche se in realtà non chiusi occhio.
Dormii per veramente poco,rimasi quasi tutto il tempo a fissare il soffitto e a pensare a ciò che era successo con il numero 21.

Sinceramente non avevo mai provato nulla di simile,il cuore sembrava non voler smettere di accelerare i suoi battiti e la mente era completamente offuscata.

Chissà se anche lui si è sentito così.

//

Vinovo.

"Lea?" Clara iniziò a muovere una mano davanti ai miei occhi "Terra chiama Lea" disse,continuando con quel movimento.
Scossi la testa "Eh? Cosa?" la guardai "Oh ciao".

"Lea è da dieci minuti che continuo a muovere la mano davanti ai tuoi occhi tra poco mi va in cancrena" sospirò "Sei troppo distratta stamattina,è successo qualcosa?" mi chiese.

"Che? No no niente" sorrisi "Va tutto bene"
"Sicura?"
"Sicurissima" sorrisi di nuovo,per poi tornare a scrivere al computer.

[...]

Sentii la porta dello studio aprirsi e mi girai verso di essa,notando due occhi verdi.

Ah,dannati occhi verdi.

Entrò nella stanza.

"Oh ben arrivato Paulo" sorrise Chiara.
Lui ricambiò il saluto facendo un cenno,per poi girarsi verso di me.

Quante volte era successo? Quante volte ci guardavamo senza dirci niente?

Sorrise.

E probabilmente solo lì capii veramente.
Capii quanto bello fosse il suo sorriso.
Io volevo essere la ragione di quel sorriso.

Mi alzai,tenendo lo sguardo basso e mi avvicinai al numero 21.
Gli presi il polso e feci in modo che mi seguisse,notando il fatto che era abbastanza confuso.

"Mezz'ora e ve lo riporto" dissi,per poi uscire dalla stanza seguita da lui.

//

Dove lo stava portando?
Aveva cercato di fare qualche domanda ma Lea non rispondeva.

Salirono sulla macchina di lei e iniziarono a viaggiare.
Non stava da molto a Torino,ed essendo una grande città,non conosceva tutte le strade e tutti i luoghi,infatti non capiva dove lo stesse portando.

Capì che chiederle qualcosa sarebbe stato inutile,quindi si limitò a stare in silenzio e a guardare fuori dal finestrino lasciando che la radio facesse da sottofondo per tutto il tempo.

//

Arrivammo dopo circa 15 minuti di viaggio.
Sapevo che era confuso,e in effetti neanche io sapevo bene cosa stessi facendo in quel momento.

Era stata una sorta di istinto,credo.

"Lea dove siamo?" mi chiese guardandosi intorno.
Accennai un sorriso "Seguimi" dissi soltanto,per poi incamminarmi.

//

Seguì Lea e si ritrovò in un posto alquanto strano.

Un cimitero?

Perché lo aveva portato in un luogo simile?
Si guardava intorno,sempre più confuso.

Ad un certo punto la ragazza si fermò davanti a due lastre di marmo e le fissò.
Fece lo stesso,leggendo i nomi incisi sopra.

I suoi genitori?

//

Lo guardai un secondo per poi riportare lo sguardo sulle lapidi e sorridere.

"Ehi mamma e papà. So che solitamente non vengo qua nei giorni settimanali ma ho bisogno di parlarvi" iniziai a dire.

"Uhm?" il numero 21 pareva sempre più confuso.

"Mamma,ti ricordi quando mi parlavi del principe azzurro? Di quanto io sognassi il classico ragazzo biondo con gli occhi azzurri con un magnifico cavallo bianco? Quanto desideravo avere una storia d'amore romantica come quella della favole che mi raccontavi sempre prima di andare a dormire?

Beh,chi lo avrebbe mai detto che quel principe si sarebbe trasformato in un calciatore e che quel cavallo si sarebbe trasformato in un pallone.
Io no di certo,che strana la vita,eh?" risi per poi rivolgere lo sguardo verso la seconda lapide.

"Ehilà papà,chissà se saresti stato iperprotettivo con la tua figliola come quando da piccola mi tenevi lontana dai bimbi dicendo che ero la tua principessa.
Beh,non preoccuparti.

Credo che tu non debba essere protettivo. Sai,lui è in grado di proteggermi solo con uno sguardo o un sorriso. È stato in grado di far tornare a battere il mio cuore,cosa che pensavo non sarebbe più successa.

Fidati di me papà,non avere paura" sorrisi,per poi girarmi verso di lui,il quale aveva quegli occhi verdi sgranati.

Gli afferrai la mani facendo intrecciare le nostre dita e riportai lo sguardo sulle lastre di marmo.

"Mamma,papà" presi un lungo respiro,sorridendo.




"Lui è il ragazzo di cui mi sono innamorata,

Paulo".

ᴄʟᴀʀɪᴛʏ ; ᴘᴀᴜʟᴏ ᴅʏʙᴀʟᴀWhere stories live. Discover now