Work

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Chiara si alzò di scatto,facendo cadere la sedia alle sue spalle,appoggiò le mani al bordo del tavolo e,con tutta la sua delicatezza da camionista e con la bocca piena,urlò "TU COOSAAA?!"

La guardammo un attimo.
Certo,ci aspettavamo tutti una reazione così,ma almeno poteva essere un po' più...delicata?

"Sì,un vecchio amico mi ha contattato e mi ha chiesto se volevo lavorare per loro" specificò Marco,appoggiando la tazza di caffè sul tavolo.

Silvia lo guardò un attimo "Beh,caro,è una notizia fantastica,ma il tuo lavoro attuale?" gli chiese.
"Beh,Silvia,la paga è molto più alta alla Juventus e penso che sará comunque una bella esperienza" rispose e Silvia sorrise,per poi spostare lo sguardo su sua figlia.

"....TU COOOOSAA?!" urlò,di nuovo,Chiara. Le tirai una gomitata sul braccio,lei scosse la testa come se si stesse risvegliando da uno stato di trans,e guardò Marco "Papá. Lavoro. Juventus. Giocatori. Stadio. Calcio. Amore. " disse staccando le parole,definendole.

Si lasciò cadere a peso morto,dimenticandosi di aver buttato la sedia per aria,quindi finì per terra.

Marco e Silvia sospirarono,ormai abituati a questo genere di comportamenti da parte della figlia,anche per me,ormai,non sono una novitá.

"Su,alzati" le disse Silvia,e lei lo fece.
Riprese la sedia,l'alzò e poi si sedette sopra "Hai davvero trovato lavoro alla Juventus?" disse,ritrovando un po' di calma.
"Me l'ha offerto un amico di vecchia data" rispose tranquillamente il padre.
"AMICO DI VECCHIA DATA? CHI? CHI? CHI?" Chiara sembrò tornare in quello strano e odioso stato di euforia,ripentendo la domanda in continuazione,come una bambina piccola.
"Mmmh..." disse Marco guardandola "Non ti interessa" sorrise.

Chiara sbuffò,per poi tornare a prendere a morsi il suo cornetto.
"Mh,quindi,cosa ti hanno offerto?" gli chiese Silvia "Lavoro come medico,fortunatamente è il mio campo".

Okay Marco,questo non lo dovevi dire.

"MEDICO?!" Chiara urlò di nuovo,con la bocca piena.

Ecco,appunto.

"È il mio lavoro,Chiara"
"MA PAPÁ. VUOL DIRE CHE LI VEDRAI SENZA MAGLIETTA E..E..." guardò un attimo il soffitto e diventò improvvisamente rossa,per poi zittirsi.

Marco sospirò,per poi guardarmi.
"Lea,ti va di farmi d'assistente?" sorrise.

Assistente?
Io?

"Dopotutto stai studiando medicina,no? Iniziare a fare qualche esperienza può essere un bell'inizio,che ne dici?"

Lavorare come assistente medico alla Juventus?
Stare a contatto con i giocatori,vedere tutte le partite,conoscerli.
Potrebbe davvero essermi utile?
Forse riuscirei a capire ciò che per me è incomprensibile,tipo l'amore che fa provare questo sport.

Forse ha ragione,potrebbe essere una bella esperienza,e di sicuro mi fará crescere in queso campo.

Guardai un attimo il soffitto,per poi spostare lo sguardo su gli occhi castani di Marco.

"Accetto".

Non so come andrá a finire,e non lo voglio sapere.

"ASPETTA COSA?!"

Io mi stupisco del fatto che questa ragazza abbia delle reazioni così ritardate.

Presi la mia tazza,mi alzai e la misi all'interno del lavabo.

"Niente di che,un lavoro" le dissi girandomi verso di lei.

"LEA È UN LAVORO CON DEI PEZZI DI GNOCCHI" urlò.

I suoi genitori la guardarono un attimo e lei si calmò un secondo.

"È un lavoro e basta,Chiara. Non ti esaltare così tanto" dissi.

"Vi ringrazio per l'ospitalitá,vado a cambiarmi e a prendere la mia roba. Torno a casa,e grazie ancora per il lavoro" dissi,ricevendo come risposta dei sorrisi da parte di tutta la famiglia.

"Sei sempre la benvenuta,Lea. E il lavoro inizia Lunedì mattina,va bene?"

"Okay" risposi,per poi tornare in camera di Chiara,cambiarmi di fretta,prendere il cellulare e la borsa e poi uscire di casa,dopo aver salutato di nuovo.

Mi misi il mio paio di cuffiette e attivai la musica,partì 'The Flares' dei The Script,e mi lasciai trasportare da quella poesia mentre camminavo verso casa.


Troverò davvero la mia luce?

ᴄʟᴀʀɪᴛʏ ; ᴘᴀᴜʟᴏ ᴅʏʙᴀʟᴀUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum