Rain.

2.7K 141 16
                                    

Una settimana dopo.

Ore 18.55,Vinovo.

"Bene,io qua ho finito" dissi,mettendomi il giubbotto e prendendo il mio borsone "Torno a casa" continuai.
"Ma come,di giá? Non stai un po' di tempo con noi?" disse Clara,sedendosi sul divanetto della sala pausa.
"No,preferisco tornare a casa" mi girai,facendo un cenno con la mano "Ci vediamo domani" dissi,iniziando a camminare verso la porta d'uscita.
"Va bene,ci sentiamo per telefono" mi salutò Chiara,sorridendo,seguita dai saluti del resto della squadra.

Uscii.

Nonostante fossero quasi le 19.00,era giá abbastanza scuro,essendo in pieno Inverno.
Guardai un attimo le nuvole in cielo,per poi mettermi le cuffiette e accendere la musica.
Non presi il Taxi,iniziai a camminare,nonostante casa mia fosse abbastanza lontana da là.

19.35,Vinovo.

Simone entrò nella stanza dove tutti stavano parlando tranquillamente.
Si sfregò le mani per il freddo,e si tolse il giubbotto,appendendolo poi all'appendiabiti.

"Certo che doveva proprio iniziare a piovere mentre io ero fuori,eh" si lamentò,raggiungendo la squadra.
"Ha iniziato a piovere?" chiese Stefano,ricevendo un 'sì' come risposta da parte dell'attaccante.
"Oh,diamine" sbuffò Sami "Non ho portato l'ombrello" continuò.
"Nemmeno io" aggiunse Daniele.
"Penso che nessuno lo abbia portato,non davano pioggia oggi" disse il capitano della squadra.

Chiara rimase impassibile per qualche istante.
"Chiara,tutto bene?" le chiese Juan.
La ragazza guardò un punto indefinito all'interno della stanza,quasi come se fosse in un altro mondo.
Rimase qualche secondo in silenzio.

"Quanto tempo è passato dall'uscita di Lea?" chiese,continuando a guardare il vuoto,con la voce un filo preoccupata.
Andrea si guardò l'orologio "Poco più di mezz'ora" disse,per poi riguardare la ragazza "Perchè?"

Chiara strinse i pugni,per poi alzarsi di colpo "Dove diamine è mio padre?!" iniziò a dire,agitata.
"Che succed-" provò a intervenire Clara.
"DOVE DIAMINE È MIO PADRE?!" disse,alzando la voce.
Era agitata,ansiosa,continuava a muoversi.

"Ti vuoi calmare?" provò ad intervenire Leonardo,con tono calmo,ma con scarsi risultati.
Chiara si girò,uscendo velocemente dalla stanza e iniziò a correre verso lo studio,sperando di trovarci il padre.

La squadra si guardò un attimo spaesata,poi decisero di seguirla.

"Papà?" continuava a ripetere,mentre correva per i corridoi "Papá?"

Arrivò davanti allo studio e aprì la porta di colpo,senza bussare,facendola sbattere.

Marco si girò di colpo verso la porta,stava sistemando le varie cartelle e il materiale nella sua 24ore,e,continuando a farlo,disse "Oh,Chiara".

"Sta piovendo" disse semplicemente e con un po' di fiatone la figlia,tenendo lo sguardo basso.

Marco fece cadere alcuni fogli,e la guardò con occhi preoccupati e ansiosi "Come sta piovendo...?" disse,quasi in un sussurro.
"Lea? Dov'è Lea?!" Marco fece cadere la valigetta e tutte le carte sul tavolo,alcune caddero a terra,ma non gli importava,si avvicinò agitato alla figlia "È uscita circa mezz'ora fa" disse,stringendo i pugni.
Marco si passò le mani nei capelli.
"Muoviti,non c'è tempo da perdere,manda un messaggio a tua madre e andiamo" disse,prendendo las sua giacca e infilandosela velocemente,per poi uscire dallo studio sbattendo la porta.

La squadra era lá.
"Ci spiegate che cosa sta succedendo?" chiese Paulo,cercando di capire la situazione.
"Non c'è tempo per spiegare" disse il medico,scansandoli e correndo verso l'uscita,seguita dalla figlia che teneva lo sguardo basso.

"Lea. Dobbiamo trovare Lea" disse semplicemente,fermandosi un secondo a pochi passi dalla squadra,e poi tornò a correre verso la porta.

Uscirono.

La squadra si guardò un attimo,poi annuirono e li seguirono.

Fuori.

"Ci dividiamo,setacciamo la cittá. Io prendo la mia macchina,se vuoi tu prendi la tua,o se preferisci andare a piedi okay. Chiamami se la trovi" disse agitato Marco alla figlia,prendendo le chiavi della macchina e aprendola,per poi salirci.
La ragazza annuii.
E fece un cenno al padre che partì velocemente.

Chiara alzò gli occhi al cielo.
Era giá fradicia ed era stata fuori solo un paio di minuti.
Pioveva veramente tanto.
Troppo.

Una lacrima le rigò il viso,confondendosi con le gocce di pioggia. Sentiva una strana morsa al petto,la testa pesante.
Aveva paura.

Iniziò a correre,con le lacrime agli occhi,fradicia,con la pioggia che batteva.
Ogni tanto inciampava,ma si rimetteva in piedi e correva più veloce.
Doveva trovarla.
Doveva trovarla assolutamente.

Marco,intanto,si trovava continuamente imbottigliato nel traffico causato dalla pioggia.
Sbatteva le mani contro il volante e imprecava,mentre con lo sguardo si guardava intorno,sperando di vederla.
Ma non la trovava da nessuna parte.

//

"Okay,non ho ben capito cosa stia succedendo" iniziò a parlare Clara "Ho solo capito che stanno cercando Lea e che sono tanto,forse troppo preoccupati" continuò.
La squadra annuii "Penso sia un'emergenza. Dobbiamo aiutarli" disse l'attaccante Spagnolo,ricevendo il consenso di tutti.

Si divisero in piccoli gruppi,alcuni decisero di cercare da soli.
Certi presero la macchina,mentre altri correvano per le strade.
Cercavano quella strana ragazza,senza sapere a cosa andavano incontro.

//

Ferma.

Immobile.

Impassibile.

L'acqua cadeva.
Cadeva incessantemente su di lei.

Sono morta?

Si chiedeva.
Ma la risposta era no. Lei era ancora viva. Sempre se si possa chiamare vita.

Non riusciva a muoversi.
Sentiva solo un grande vuoto.
Sentiva urla.
Vedeva rosso ovunque.
Tutto offuscato.
Tutto più insano del solito.

Era lá,davanti a quel semaforo,ferma.
Era da minuti che era immobile lá davanti,da quando la prima goccia di pioggia era caduta.
La gente passava,la guardava,ma la ignorava,come lei faceva con loro.

Le macchine passavano,i colori del semaforo cambiavano.
Ma lei non si muoveva.

Un passante,per sbaglio,mentre correva per via della pioggia,la toccò.

E lei,senza accorgersi di nulla,si mosse.

Fece un passo in avanti.

Il semaforo dei pedoni era rosso.

Sentì solo il rumore di un clacson.

ᴄʟᴀʀɪᴛʏ ; ᴘᴀᴜʟᴏ ᴅʏʙᴀʟᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora