Memory.

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Passarono i minuti,tanti,ed io continuavo a stare lì,seduta tra le due lastre fredde.
Quel posto non cambiava mai,grigio e cupo. Gli unici colori erano quelli dei fiori nei piccoli vasetti.
Sempre vuoto,le uniche persone che passavano erano anziani,oppure i giardinieri che sciacquano i fiori che nessuno curava.

Avevo una cuffietta soltanto,con la musica che girava.

"Quando morirà,lei sarà,l'unica tomba senza fiori".

Le parole della canzone che stavo ascoltando sembravano fatte apposta per il momento.
Secondo Foscolo la tomba è un'illusione,perchè ti permette di comunicare con il defunto,uscire un attimo dal mondo reale ed essere con le persone a te care,ma che non ci sono più.

Ma dubito che ci sarà qualcuno che vivrà quest'illusione con me.

Mentre questi pensieri passavano per la testa,chiusi gli occhi,lasciando che la musica facesse da colonna sonora.

-

Il vento soffiava leggero e la luce rossa e arancione del tramonto si rifletteva sull'acqua cristallina. Erano le 19 passate e la spiaggia era completamente vuota,se non per una piccola famigliola che passeggiava lungo il mare.

Felicità.
L'unica parola che poteva venir in mente a chiunque avesse visto quelle tre persone. La piccola bambina al centro,mano destra per il papà e mano sinistra per la mamma.
Camminavano tranquilli,sorridenti,accompagnati dal rilassante rumore delle onde.

Si sedettero sulla sabbia,rivolti verso il mare.

"La mia piccola principessa" disse il papà,sollevando con le braccia la figlia,per poi schioccarle un bacio sulla guancia.
La bimba rise,per poi sedersi tra le gambe della figura paterna.
La mamma si avvicinò,lasciando un tenero bacio sulle labbra del marito,per poi scompigliare i capelli della sua piccolina.
"Ehi Lea,dimmi un po',ti stai divertendo?" le chiese poi.
"Sì!" rispose sorridendo,entusiasta.

"Bene" sorrise di rimando.

"Ricordati,amore mio,di non dimenticarti mai di essere felice. Forse sei troppo piccola per sentire queste parole,magari fra un paio di anni non ti ricorderai neanche di questo mio discorso,ma te lo ripeterò sempre,anche quando sarai grande. La felicità è un po' come un fiore rosso in mezzo ad un infinito prato di fiori arancioni: difficile da trovare,raro e bellissimo. Tu continua a cercare quel fiore rosso,anche se ci vorranno mesi o anni. Non dimenticartene mai,principessa" le disse la mamma,mentre accarezzava i suoi capelli.

Era quasi incantata da quelle parole,osservava gli occhi blu lucenti della mamma mentre il suo discorso le entrava nel cuore,nonostante fosse ancora piccola.

"Sai Lea,la felicità ti dà assaggi di lei sempre,nei piccoli gesti. Io,per esempio,mi sento felice quando nevica o piove. Oppure quando leggo un bel libro o vedo un bel film. Quelli sono piccoli assaggi di felicità. Poi,dopo che l'hai cercata,si manifesta in tutta la sua bellezza e grandiosità. Quando ho conosciuto il tuo papà,per esempio" sorrise "Quando ho avuto te,quando ho conosciuto i miei amici. Questa è la realizzazione della mia felicità".

Continuava a seguire quelle parole così attentamente,rapita.

"Prima goditi i piccoli accenni di questa magnifica magia.
Poi vivila. Sii felice,Lea.
Anche quando pensi che non ne valga la pena. Perchè ne vale sempre la pena.
Anche quando pensi di essere chiusa in una bolla,isolata da tutto e tutti,avrai sempre qualcuno che ti mostrerà la felicità.
Basta aprire gli occhi e far scoppiare quella bolla.

Sii felice,sempre" concluse.

I due genitori l'avvolsero in una caldo abbraccio di famiglia.

Una luce abbagliante distolse quell'immagine.

Poi,

due occhi verdi.
-

Mi svegliai di colpo,facendo un lungo respiro.

Cos'avevo appena sognato?

Guardai il display del cellulare. Era passata quasi un'ora.

Cos'è questa strana sensazione al petto?

Le parole che avevo appena sognato giravano nella testa,mentre uno strano calore mi avvolgeva.
Tutto iniziava ad avere senso.

Cos'avevo fatto fino ad allora?

Mi alzai di colpo ed iniziai a correre.

//

"Allora stasera facciamo qualcosa?" disse Paul,sistemando il borsone sulla sua spalla.
"Per me va bene" rispose Zaza,mettendosi,come al solito,il suo cappellino.

Mano a mano acconsentirono tutti.
"Chiara?" chiese l'Argentino,guardandola.

"Mh? Ah,sì,mi farebbe piacere"
"E Lea?" chiese poi.

Tasto dolente.

"Non credo possa oggi..." disse,guardando un punto indefinito nella stanza.
"È successo qualcosa" chiese Álvaro.

Qualcosa?

Avrebbe tanto voluto dire loro tutto,ma non poteva.
Non poteva far rivivere quei ricordi. Soprattutto non senza di lei.

"Oh..no...-" venne interrotta dal rumore della porta che si spalancava.

Guardarono tutti da quella parte.

//

Aprii di scatto la porta,con il fiatone dovuto alla corsa.
Notai subito gli sguardi di tutta la squadra e si Chiara puntati su di me.

Ricambiai lo sguardo.






"Voglio essere felice. Insegnatemi ad esserlo".

ᴄʟᴀʀɪᴛʏ ; ᴘᴀᴜʟᴏ ᴅʏʙᴀʟᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora