Numero 21

3.5K 174 38
                                    

L'arbitro fischiò,dando inizio alla partita.

La palla iniziò a passare da un giocatore all'altro,tra i cori e i fischi dei tifosi.

Rispetto alla curva Sud,il resto dello stadio era calmo,se si può definire così.
Nonostante questo Chiara era abbastanza agitata,urlava,cantava e esultava.

Io guardavo la partita,cercando di comprendere qualcosa di quello sport,di capire perchè così tante persone lo amassero così tanto.

Osservavo quegli scontri,le arrabbiature e i sorrisi dei giocatori. Seguivo ogni movimento del pallone,ma non riuscivo a capire.

Ad un certo punto,mi accorsi di un giocatore,non riuscivo bene a leggere i nomi e a vedere i numeri,quindi chiesi a Chiara.

"Oh,Chiara. Chi è quello?" indicai un punto nel campo,ma mi resi conto che il calciatore che volevo farle vedere aveva giá cambiato posizione.

"Chi? Non ho capito" rispose sinceramente lei.
"Mmh,il nano" risposi. In effetti l'unica cosa che sapevo di lui era che,rispetto a tutti gli altri,era molto più basso.

Lei scoppiò a ridere "Parli di Paulo? Ahahahha,dai non è poi così nano. Beh,in effetti,rispetto ad Alvaro è abbastanza bassino,mmh...e poi c'è anche da calcolare ch-"
"Sì,ho capito. Paulo,non mi interessa altro" risposi tornando a guardare la partita,tornando a guardare lui.

Non che mi interessasse,solo che,boh. Sembrava diverso. Era come se mettesse tutte le sue emozioni dentro quel pallone. Ogni volta che perdeva palla,la recuperava,andando più forte di prima. Ogni volta che cadeva,si rialzava e tornava a correre.

Sulla schiena portava il numero 21.

Dopo una decina di minuti,segnò.
Lo stadio si riunì in un forte boato,le persone si alzarono in piedi,mentre lui correva ad abbracciare i suoi compagni,a esultare.
Poi si mise in ginocchio,chiuse gli occhi e indicò il cielo.

Lo Speaker annunciò il goal "HA SEGNATO,CON IL NUMERO 21...PAULO..." e tutto lo stadio urlò "DYBALA!"

Paulo Dybala,il numero 21.

Chiara continuava ad urlare,a sventolare la sua sciarpa e a saltare. I suoi occhi continuavano ad esprimere emozioni impossibili da spiegare a parole,mentre io cercavo ancora di capire.

Appena l'arbitro fischiò la fine del primo tempo,tutti i calciatori tornarono nei propri spogliatoi.

"Allora,come ti sembra?" mi sorrise Chiara.
"Mh,normale. È come vederla da casa,solo che il rumore è più forte e i giocatori più vicini" le risposi.
"Aah,non cambierai mai" disse,spostando lo sguardo sul campo verde "Non senti i brividi per tutto il corpo? L'adrenalina scorrere nelle vene,delle braccia stringerti e un calore avvolgerti il petto? È come se fossi nel mio posto,è una cosa strana,ma penso sia bello sentirsi a casa,soprattutto se la tua casa è questo stadio" sorrise.

La guardai,io,in effetti non provavo nulla di ciò.

"Mh,capisco" dissi distogliendo lo sguardo.
Mentii,io non avevo capito.

Non avevo capito assolutamente nulla.

Il secondo tempo iniziò con il fischio dell'arbitro.

Dopo circa venti minuti,il numero 21 uscì. Lo vidi per qualche microsecondo in volto. Sembrava felice,ma allo stesso tempo frustrato.

Si avvicinò alla panchina e gli passarono il suo giubbotto,che si mise velocemente. Anche se sembrava più un sacco a pelo,ma sono dettagli.

Riportai la mia attenzione alla partita,cercando di seguire come meglio potevo il gioco.

Distolsi un attimo lo sguardo,e mi ritrovai con due iridi verdi che mi guardavano.
Era lá,in tribuna. Mi sorrise,e poi tornò a guardare i suoi compagni giocare.

È strano



Quel numero 21.

ᴄʟᴀʀɪᴛʏ ; ᴘᴀᴜʟᴏ ᴅʏʙᴀʟᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora