Past is the worst scar.

2.1K 123 19
                                    

//

L'aveva appena vista piangere.
L'aveva appena vista ridere.

Era come se il tempo si fosse fermato in quel preciso momento.

Dio,era bellissima.

Quegli occhi blu stavano brillando,per la prima volta.
Il suo cuore stava battendo più del solito.

//

Stava per mettersi a piangere.
Era la prima volta che la vedeva sorridere dopo ben 15 anni che non lo faceva più.
Un grosso,grossissimo peso le si era appena tolto dalle spalle. Era come se tutti gli sforzi che avevano fatto durante quegli anni,finalmente venissero ripagati.

Dopo una lunga battaglia,aveva vinto.

//

"È la prima volta che vedo Lea ridere..." Paul spezzò il silenzio e tutti si risvegliarono da uno strano stato di trance.
"Penso sia la prima volta per tutti.." aggiunse il capitano bianconero.

Smisi di ridere,per poi guardarli.
Anche per me quella situazione era strana. Era come se si fosse spezzato qualcosa. Non ero più io,ero un'altra Lea,nuova.

Era come se qualcosa avesse illuminato tutto il buio che avevo intorno,quell'oscurità con cui convivevo da quel maledettissimo giorno.

"Devo raccontarvi molte cose" affermai,tornando un attimo seria.
Sapevo di potermi fidare di loro.
Chiara mi guardò come per dire 'Sei davvero sicura?' ed io come risposta le sorrisi dolcemente,mi ero persino dimenticata come si sorridesse.

"Mh? Cosa?" il numero 21 sbatté velocemente le palpebre,come se si fosse appena svegliato.

"Una lunga storia.." mi sedetti ed iniziai a raccontare.

"Allora tesoro mi raccomando oggi è l'ultimo giorno del secondo anno di materna. Fai la brava che appena veniamo a prenderti andiamo a fare shopping,eh" sorrise la mamma,sistemando il grembiule rosa alla piccola.
"Sì! Shopping!" esultò,sorridendo.

"Quindi portate pure me a fare shopping?" chiese il papà,sospirando e mettendole sulle spalle lo zainetto.
"E sì papà,sei tu che devi portare le borse" disse la bambina,annuendo.
"Ah,ma sentitela.." disse lui,per poi ridere contagiando il resto della famiglia.

[...]

L'accompagnarono davanti all'edificio scolastico,le diedero un bacio sulla guancia e poi partirono,entrambi dovevano lavorare,mentre la bambina salutava le maestre e andava a giocare con i bambini,sempre con il sorriso ad illuminarle il volto.
Una bambina sempre felice,solare,socievole,altruista e vivace. Con gli occhi azzurri come il cielo che brillavano costantemente.
Una bellissima bambina con una bellissima vita.

[...]

Erano passate solo 8 ore eppure sembrava completamente un altro giorno. Quando erano usciti di casa il sole illuminava le strade,mentre adesso un tappeto di fitte nuvole nere coprivano la città. I tuoni continuavano a risuonare mentre i fulmini squarciavano per qualche istante il cielo.
Gli alberi si muovevano bruscamente a causa del forte vento,il quale causava anche un fastidioso fischio.

Lei stava semplicemente ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra in attesa che quella Golf grigia con i suoi genitori arrivasse a prenderla.

E finalmente,dopo una decina di minuti,la vide,ricoperta da un filo di nebbia.
Sorrise entusiasta al fatto di aver finito il secondo anno e anche di andar a far shopping con mamma,papà e Giacomo,il bambino dentro la pancia della mamma.

Prese il suo zainetto e corse alla porta vetrata d'ingresso mentre una maestra la raggiungeva.
Vide la macchina accostare lentamente mentre il sorriso sulle sue labbra cresceva sempre di più.

Ci vollero pochi secondi.
Due luci abbagliante,un rumore assordante e poi il nulla.
Solo tanti piccoli frammenti metallici e sangue ovunque.

Guardò la scena in silenzio,spalancando gli occhi,mentre un fulmine spezzò il cielo.

Era tutto finito.

Conclusi di raccontare.
Era da tanto tempo che non rivivevo quel giorno,anzi,non l'avevo mai fatto prima d'ora ed era come se un grosso peso si fosse tolto dal petto.
Le guance di Chiara erano umide e cercava in tutti i modi di trattenersi.

Rivolsi uno sguardo ai ragazzi.
Il silenzio ormai padroneggiava e i loro volti erano come paralizzati.
Occhi tristi,shockati.
Immobili.

"Quando mi avvisarono che Riccardo era morto non ci credevo" il silenzio fu spezzato da una ormai familiare voce. Mi girai notando l'allenatore appoggiato sull'uscio della porta con le braccia conserte.

"M-mister lei lo sapeva..?" il capitano tornò in sè,domandandoglielo.

"Riccardo era un mio compagno di squadra al Liceo,fino all'Università,così come Marco" spiegò.
"Davvero?" gli chiesi.
"Già. Ero in Ospedale il giorno della tua nascita,ma poi per motivi di lavoro non sono più riuscito a tenermi in contatto con la tua famiglia" continuò il tecnico.

"Mentre noi abbiamo deciso di adottarti" sentii un'altra voce e mi girai,vedendo Marco con gli occhi lucidi. Si avvicinò e mi abbracciò come mai aveva fatto.
"Sono così felice che tu stia bene" disse.
Sorrisi.

"A-aspettate un secondo.." intervenne il numero 21,ancora scosso "Q-quindi è per questo che sei così chiusa?" chiese.

"Qua mi permetto di rispondere io" disse Marco.
"Dopo l'incidente Lea era in uno stato di completo shock. Non parlava,mangiava,non reagiva a niente. Come se fosse morta. Aveva solo lo sguardo fisso nel vuoto. Passò una settimana in Ospedale e quando ritornò a parlare iniziò a cambiare vari psichiatri e psicologi infantili. Ma niente. Era completamente inutile. Era completamente vuota e senza più sentimenti.

Dopo un po' di giorni piovve e per la prima volta il trauma si scatenò,e Lea diventò esattamente come l'hai vista tu quel giorno. Da quel momento le diagnosticarono un disturbo da stress post traumatico e reagisce sempre così con temporali o piogge. Così abbiamo deciso di farla studiare a casa per evitare qualsiasi rischio e visto che Riccardo e Talia erano entrambi dottori,decisi di fargli da insegnante personale" spiegò infine,sicuramente meglio di come avrei fatto io.

"Ed ora grazie a voi è tornata a piangere,sorridere e ridere. È tornata Lea" disse commosso.

Mi alzai e rivolsi un sorriso a tutti.




"Grazie Juventus".

ᴄʟᴀʀɪᴛʏ ; ᴘᴀᴜʟᴏ ᴅʏʙᴀʟᴀWhere stories live. Discover now