Il discografico mi fissò impassibile. «Non importa, sono molto curioso di vedere cosa realizza, considerato come Garrett mi parli molto bene di lei.»

Scoccai un'occhiata torva a Garrett che mi strinse ancora più a sé, una smorfia divertita gli arricciava le labbra. «Eh, già» confermò timidamente.

Li assecondai, mostrando i miei progetti non ancora terminati e Mr. Smith ne rimase così colpito che mi assegnò anche la pubblicità del tour mondiale di cui stava già discutendo con la band.

• • •

La casa si svuotò dopo le undici, lasciandoci soli.

Garrett mi prese per mano ed intrecciò le dita alle mie con un sorriso obliquo. Un brivido mi percorse la schiena.

«Allora restiamo solo noi due» incominciò, accarezzandomi dolcemente la guancia col pollice. «Vorrei mantenere la promessa che ti ho fatto.»

Dilatai le pupille confusa e la sua espressione si fece divertita. «Non dirmi che te la sei dimenticata...» I suoi occhi verdi ebbero un guizzo. Deglutii a vuoto sentendomi il corpo fremere ed il cuore palpitare.

«Mi spiace.» Sbattei le ciglia con aria civettuola e le sue labbra si incurvarono. «Mi sa proprio che dovrai farmela ricordare.»

«Ne sarei onorato» replicò con voce roca e provocante. «Ma ciò a cui stavo pensando era una tranquilla e romantica passeggiata sul Tamigi.»

Schiusi le labbra. Ah. Però.

La mia vocina annuì, orgogliosa e piacevolmente sorpresa. "Però... Non sapevo fosse così romantico..." Già, nemmeno io mi sarei aspettata una cosa così dolce da un ragazzo che era troppo preso dal sesso.

«Allora, ti andrebbe?» domandò con una punta di divertimento nella voce.

Annuii senza trovare le parole. I suoi occhi verdi, come il suo sorriso si illuminarono, e mi strinse in un abbraccio.

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La luna splendeva alta nel cielo di Londra e la leggera brezza dava una visione più impressionante e meravigliosa al bellissimo riflesso che si estendeva sul Tamigi.

Garrett mi teneva per mano e mi stava raccontando uno dei suoi tanti episodi divertenti con Van.

«Tu, invece, studentessa?» domandò. «Hai avuto qualche esperienza di cui ancora ti vergogni o che rimpiangi?»

La domanda era lecita e nonostante il suo tono tranquillo che tradiva allegria, raggelai. Non pensavo che avremmo affrontato l'argomento Charlie così in fretta e per giunta non ero pronta a rivelargli lo sbaglio che aveva rovinato la mia vita.

Scrollai le spalle.

«Dipende» risposi assente.

«Che hai?» Mi alzò il viso col pollice e mi guardò con disappunto.

«Nulla.» Sospirai, deviando lo sguardo. «Nulla di importante.»

Lui restò in silenzio per alcuni minuti.

Quando intercettai di nuovo i suoi occhi verdi, quelli erano pieni di preoccupazione e si erano fatti cupi. Accidenti! L'ultima cosa che volevo era rovinare una giornata simile. Mi morsi il labbro e, facendomi coraggio, schiusi le labbra.

«Si tratta di mio padre, non é vero?»

«No, non é quello.»

«Allora perché non vuoi dirmelo?» La sua voce si era fatta implorante ed i suoi occhi erano ancora più cupi e tristi.

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt