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Amanda si sistemò sulla sedia di fronte a me senza degnarmi di uno sguardo.

Prese il cellulare della borsa che appese sulla sedia e si perse nello schermo illuminato mentre le sue dita scrivevano qualcosa.

Mi sentii fuori posto e per un momento mi domandai se questo fosse davvero il mio posto. Quello che davvero volevo fare.

Assistere al colloquio della band che mi aveva assunta, sarebbe stata la conferma della mia collaborazione e una volta a questo punto, sarei stata completamente coinvolta.

Aggrottai la fronte. Forse non ero ancora pronta, forse volevo ancora rimanere la studentessa che studiava e aveva paura di entrare nel vero mondo, nel futuro.

Spostai lo sguardo su John, di fianco ad Amanda e Mr. Smith. Mi sorrise. Ricambiai il sorriso, anche se ebbi la certezza di avergli rivolto un ghigno nervoso più che un sorriso.

Già, forse non dovevo essere qui.

"Piantala di fare la bambina piccola, Alyssa" mi ammonì la mia vocina con tono autoritario. "C'é in gioco il tuo futuro. Accidenti a te."

Mi strinsi nelle spalle riassumendo un'espressione formale e distaccata.

Mr. Smith era da poco tornato dalla telefonata che aveva ricevuto e per cui si era appartato.

Mentre era sparito sulla scalinata, aveva parlato con tono pungente. Alcune parole mi riaffiorarono nella mente.

«Sì, sì... Li ho appena incontrati e... Sì, sì, sono promettenti ma... No, no, ci devo ancora parlare.... Mah, credo si possa fare.»

Amanda alzò lo sguardo su Garrett che stava sogghignando.

Spostai lo sguardo su Van alle prese con una conversazione con Mr. Smith. Quest'ultimo sembrava interessato e appena si accorse del mio sguardo, mi sorrise cordialmente. Mi sentii le guance in fiamme.

Il cameriere ci raggiunse con sette menù che ci porse assieme a un vino rosso.

Quando si dileguò con un cenno del capo, Mr. Smith alzò il sul bicchiere attirando l'attenzione su di lui.

«Sono felice di questo colloquio» incalzò con il suo bizzarro accento. Sorrisi timidamente afferrando il bicchiere in attesa del brindisi. «Quindi, alla vostra salute» disse sommessamente porgendo il bicchiere nella nostra direzione.

Tutti seguimmo il suo esempio e una volta che tutti i bicchieri furono in aria, Mr. Smith con un sorriso soddisfatto se lo portò alla bocca e bevve alcuni sorsi del vino rosso.

Mentre buttavo giù dei sorsi di vino, guardai di soppiatto Garrett la cui attenzione era su Amanda.

I suoi occhi verdi incontrarono i miei e il cuore ebbe un balzo, prendendo a galoppare.

Garrett piegò le labbra, divertito, rimettendo a posto il bicchiere.

«Tutto okay?» domandò piano.

Annuii guardandolo con la coda dell'occhio.

«Bene» commentò, il tono che tradiva divertimento. «Perché non voglio che questa serata esaurisca tutte le tue energie.»

Schiusi la bocca, presa di sorpresa da un'improvvisa ondata di piacere che mi scosse il corpo.

Cosa aveva in mente?

«Vorrei che le esaurissi per qualcos'altro.» La sua voce era profonda e sensuale. Le sue labbra ora erano vicino al mio orecchio.

Arricciai la bocca per mascherare la sorpresa e il piacere nel sentire le parole comporre quella frase cosi... Sensuali.

Incrociai il suo sguardo scoppiettante.

«Interessante...» riuscii a mormorare con il poco fiato che mi rimaneva nei polmoni.

La sua mano, all'improvviso, mi stringeva il polso sotto il tavolo.

Soffocai un gemito di sorpresa e cercai di ignorarlo, ricomponendo le labbra in un'espressione indecifrabile.

Amanda ci stava osservando e a giudicare dai suoi occhi che saettavano come un temporale in estate, presunsi che stesse reprimendo la rabbia. Era evidente che fosse gelosa.

Rivolsi uno sguardo obliquo a Garrett che, sbattendo le palpebre confuso, mi lasciò il polso borbottando qualcosa che non riuscii a capire.

Mr. Smith aveva il capo chino sul menù. Appena alzò lo sguardo, il suo sorriso nascondeva una sfumatura sarcastica.

«Credo che sia giunto il momento di affrontare il nocciolo del nostro incontro.»

Mi sentii il cuore fremere e lo stomaco stringersi per la tensione.

Deglutii a fatica mentre Mr. Smith continuò: «Per iniziare vorrei dirvi che sono molto felice di incontrare una band con un talento come il vostro.» I suoi occhi blu cobalto si spostarono su Amanda che sorrise. «E grazie mille alla vostra manager per avermi mandato alcune vostre registrazioni.»

Guardammo tutti Amanda che, colta dalla sorpresa, arrossì.

«Ebbene, con tutto il materiale sono giunto a una conclusione» commentò con enfasi Mr. Smith facendo scorrere lo sguardo tra me e Garrett.

Lo stomaco si ridusse a una corda.

Il cameriere ci distrasse, affiancandosi al nostro tavolo e prendendo appunti di ciò che volevamo ordinare.

Dopo che il cameriere scomparve per la seconda volta con un sorriso vittorioso, Mr. Smith riprese il filo del discorso tanto atteso.

«Vi assumerò» esclamò Mr. Smith facendomi dilatare le pupille.

Erano stati assunti! Cavolo. Erano. Stati. Assunti!

Garrett mi prese la mano e me la strinse, facendo aderire le sue dita alle mie.

Non potei evitare di piegare la bocca in un sorriso ebete. Ero troppo felice.

Tutta la tensione si dissolse e il corpo divenne molle, rilassato.

Amanda studiò Garrett per un po', successivamente, con un sorriso forse più ebete del mio, si alzò ed andò dietro a Garrett e prendendolo di sorpresa lo baciò.

Mollai la presa dalla mano di Garrett e distolsi sguardo, amareggiata e all'improvviso incupita.

John mi scoccò un'occhiata a mo di scuse, alzando le spalle. Mi ricomposi e piegai di poco le mie labbra, ancora parecchio infastidita dalla scena.

Amanda si rimise a posto con un sorriso adulante rivolto a Garrett.

Alzai gli occhi al cielo e feci finta di nulla, sperando che Garrett non mi stesse guardando.

Ma sentivo il suo sguardo su di me ed era così tremendamente frustrante.

Lui cercò la mia mano ma io lo ignorai, rivolgendo l'attenzione a Mr. Smith che stava incominciando a spiegarci cosa la band doveva fare.

Non ascoltai molto: ero troppo scossa dal bacio improvviso che Amanda aveva dato a Garrett. Non sapevo perché, ma provavo fastidio.

La mia vocina rise sfacciatamente. "Sei proprio stupida, Alyssa. Garrett ti piace. Garrett ti piace. Garrett ti piace."

No, non era vero!

"Garrett ti piace. Garrett ti piace. Garrett ti piace. Garrett ti piace. Garrett ti piace."

Alla fine la ignorai, cercando di togliermi dalla testa l'immagine raccapricciante della mia vocina che mi puntava l'indice contro e sghignazzava.

Sospirai ritornando alla realtà.

S/M

Grazie mille per le 10600 visualizzazioni. Siete sempre grandi. Grazie, grazie, grazie.
Cosa pensate succederà nel prossimo capitolo? Scrivete la vostra versione del ventiquattresimo capitolo nei commenti.
Al prossimo capitolo. xx

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