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L'ultimo giorno al Pret si rivelò essere come tutti gli altri.

Nonostante lavorare in questo bar non mi sia mai dispiaciuto, le giornate erano diventate troppo monotone a causa della routine.

Lavorando per i Bloody Cake avrei dovuto pubblicizzare il loro album e costruire locandine pubblicitarie per il loro tour e questo nuovo lavoro mi avrebbe fatto girare il mondo e ultimamente apprezzavo l'idea di avere la compagnia di Garrett.

Scossi la testa, mordendomi il labbro appena Cassie mi scosse la mano davanti al viso.

«Eh?»

Cassie storse le labbra. «Questa cosa di Garrett sta davvero prendendo una piega seria...» commentò pensierosa.

Alzai le spalle, abbassando lo sguardo quando mi sentii le guance arrossire. Non mi capitava spesso, quindi quelle poche volte mi sentivo in imbarazzo.

La sentii ridere. «Ah, arrossisci molto spesso quando si parla di Garrett» mi stuzzicò lei. «Allora davvero questa cosa è seria.»

Sopirai, guardandola negli occhi. «Forse.» Mi morsi il labbro.

Lei sorrise, divertita. «Sono davvero contenta, Alyssa» esclamò tutta felice, tirandomi in un abbraccio. Ci vollero pochi secondi prima di ricambiare il gesto d'affetto. «Dopo tutto quello che hai dovuto passare, te lo meriti» sussurrò in tono dolce.

Respirai profondamente e poi mi sciolsi dall'abbraccio con un sorriso furbo.

Cassie mi guardò spaesata. «Perché mi stai guardando così?» chiese alzando un sopracciglio.

«Non lo so» dissi falsamente civettuola, allargando le braccia in un gesto teatrale. «Diciamo che anche la tua storia con Van non è una cosa che passa inosservata.»

Un ragazzo si appoggiò al bancone di spalle. Lo guardai storto, sapendo benissimo che non mi poteva vedere. Questo, senza neanche voltarsi, continuando a digitare sul suo cellulare, ordinò un latte macchiato.

Cassie mi lanciò un'occhiata di soppiatto con un finto broncio.

Scossi la testa mimando un: «No, è escluso che serva questo idiota» con le labbra.

Lei mi pregò con gli occhi e non potei dirle di no. Fece alcuni gesti esultanti contenuti e sparì dietro al bancone lasciandomi da sola con lo sconosciuto maleducato e presuntuoso.

Gli preparai il più in fretta possibile il suo ordine. Solo il fatto che non mi guardasse negli occhi mi dava fastidio. Un'ondata di nervoso mi investì mentre sorreggevo il suo Latte Macchiato e allungavo un dito per chiamarlo.

«Il tuo Latte Macchiato è pronto» esclamai fredda, aspettando col caffè rovente nella mano e un'espressione innervosita dipinta sul volto.

Il ragazzo si girò ed appena lo riconobbi sentii il vago suono di qualcosa rompersi dentro di me, il vago ricordo della sera più brutta della mia vita.

Charlie era tornato.

Rimasi di pietra, sconvolta. Charlie sembrava non avermi nemmeno riconosciuta e la cosa non mi stupii affatto, considerato la sua attitudine nel frequentare tante ragazze a breve termine. Mi sentii immediatamente una stupida e la sensazione di tristezza e dolore si mischiarono velocemente nel mio petto, rendendolo pensante.

Non accennai a muovermi, mentre Charlie sempre sorridente, mi guardava interrogativo, la mano tesa verso di me.

Lo fulminai con lo sguardo, riprendendomi.

Allontanai il caffè da lui e lo appoggiai al bancone dietro di me mentre lui stava commentando indignato il mio gesto.

«Ehi, ma che cazzo fai? Ridammi quel fottuto caffè.»

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora