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«Che cosa ti andrebbe di fare stasera?» chiese Garrett mentre ci accomodavamo sul divano.

Alzai le spalle senza riuscire a smettere di sorridere. Nonostante fossero passate poche ore dalla litigata con Finn, parlare con Garrett mi aveva fatto riacquistare il buon umore.

«Non lo so» dissi mordendomi il labbro. «Quello che vuoi tu andrà benissimo.»

Era domenica e non avevo nessun impegno e passare del tempo con Garrett era davvero un'idea eccitante.

Lui mi rivolse un sorriso ilare e mi strinse a sé circondandomi il collo col braccio. «Quindi qualunque cosa?» domandò, la voce sensuale.

Annuii alzando lo sguardo sui suoi occhi: stavano scintillando di malizia.

«Perfetto» commentò, divertito. «Vorrei portarti in un posto.»

Oh... L'idea mi allettò parecchio.

«E di che posto si tratterebbe?» chiesi improvvisamente interessata.

Lui ammiccò facendomi passare distrattamente il pollice sulle labbra.

«È una sorpresa, studentessa.»

Ah.

Il mio cuore perse un battito e la curiosità mi invase la mente.

Piegai le labbra in un broncio e lui mi rivolse un'occhiata interrogativa che tradiva divertimento.

«Dovrai aspettare, studentessa» continuò simulando un'espressione mortificata.

Lo guardai storto, sospirando.

«Sei esasperante alcune volte» dissi gelidamente alzando gli occhi al cielo.

«Lo so» disse, le labbra piegate in un ghigno presuntuoso.

Scoppiai a ridere, una risata leggera e spensierata. Per la prima volta la mia vita stava avendo una piega positiva.

Eppure il ragazzo con cui — pensavo — essere impossibile instaurare un rapporto, era diventato il mio ragazzo. Wow! Questo sì che era un destino perverso. Ma, nonostante tutto, Garrett mi bastava. Con lui riuscivo a sentirmi bene e soprattutto me stessa. E non l'avevo mai visto così felice. Era uno spettacolo.

Mi protesi per stampargli un bacio sulle labbra.

«Ti amo» disse contro le mie labbra facendomi tremare.

Mi sentii il cuore esplodere. Era la cosa che più bella che avessi mai sentito dirgli. La sua voce era così dolce e graffiante.

Aprii gli occhi per scorgere l'ilarità ma nei suoi occhi verdi scorsi sincerità.

Wow!

Mi aveva appena detto che mi amava!

Mi scostai, il viso pieno di stupore. Lui si rabbuiò accarezzandomi dolcemente la guancia.

«Scusami non dovevo dirlo... Stiamo correndo troppo...» disse assente mentre i suoi occhi correvano sul mio viso per misurare la mia reazione.

Dilatai le pupille e lui mi scoccò le dita davanti agli occhi facendomi riemergere da un'improvvisa paralisi in cui mi ero goduta a pieno la bellezza di quelle magiche parole e del suo meraviglioso viso.

«Alyssa» incominciò, la voce roca e gli occhi bassi. Lo fermai mettendogli un dito sulle labbra. I suoi occhi erano nei miei.

«Non hai bisogno di scusarti» dissi mentre lui schiudeva le labbra e mi mordicchiava il polpastrello, la malizia nei suoi occhi verdi.

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora