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Garrett sorrise mentre chiudeva la porta della camera dietro di sé. Alzai gli occhi al cielo sistemandomi sul bordo del letto. Non riuscivo a capire perché mi avesse portata qui. E, sinceramente, non era che mi interessasse poi così tanto.

Mi guardai intorno, mentre Garrett si sedette accanto a me, sul letto. La stanza era completamente diversa da come la ricordavo.

Ora aveva un sacco di poster di band rock come Fall Out Boys, Royal Blood, AC DC, Panic! At The Disco e 30 Seconds To Mars su una parete. Nelle altre tre, invece, erano appese varie foto di Garrett con i suoi amici, una ragazza e con altre persone.

Dopo aver fatto un lungo sospiro lo guardai negli occhi. Non potevo perdere tempo col suo maledetto gioco. Dovevo riavere il mio cellulare, l'unica cosa che mi importava davvero.

«Ti piace?» mi chiese di punto in bianco, interrompendo il flusso dei miei pensieri. Mi strinsi nelle spalle, cercando di non sembrare troppo sorpresa dal cambiamento radicale.

«Sì, non è male» risposi con un filo di voce.
«Ma ora vorrei avere ciò per cui sono venuta.» Ero impaziente di averlo indietro. Era una cosa molto personale e non sarei riuscita a superare il fatto che avesse invaso la mia privacy per la quarta volta.

Garrett mi si avvicinò con una smorfia che mi fece tutt'a un tratto perdere un battito. Così mi allontanai di scatto, senza pensarci. «Non ti devi preoccupare studentessa.» Si avvicinò ancora, questa volta, però rimasi pietrificata.

Continuò a dimezzare la distanza finché non ebbi il suo respiro caldo sul collo. Trattenni il fiato, aspettando la sua prossima mossa. «Per quello abbiamo tutta la notte.»

Eh? Ma no... Non intendevo quello! Accidenti ai ragazzi ed ai loro doppi sensi.

Schiusi la bocca, sorpresa ma anche preoccupata. Quale sarebbe stata la sua prossima mossa?

«Cosa?» riuscii a sibilare.

Lo sentii sorridere sul collo. «Guarda che non sono completamente stupido» disse. «So che stai cercando di evitarmi perché ti piaccio.»

Lo disse con troppa convinzione. Questo mi scaldò il sangue e divenni nervosa. Come diavolo si permetteva di insinuare queste assurdità?

"E dai Alyssa" intervenne la mia vocina, annoiata. "Sappiamo entrambe che quello che dice è vero... Quindi perché smentirlo ogni volta che ti accorgi che ti piace ancora di più?"

Uffa! Perché dovevo ammetterlo? A che cosa serviva? Era tempo perso come stare qui a parlare con uno che non mi voleva ridare il cellulare.

«Non è vero, Garrett. Solo che...» mi fermai, indecisa su cosa dirgli. Ad essere sincera forse un fondo di verità c'era e non sapevo cosa fare. Voglio dire, mi piaceva parecchio stare vicino a lui, ma avevo paura che se lo avessi fatto spesso mi sarei innamorata e non doveva accadere.

Appena trovai il coraggio e le parole giuste, continuai la frase, senza guardarlo negli occhi verdi. «Vedi, ho un ragazzo e... Non possiamo, Garrett.»

Lo guardai allontanarsi da me e guardarsi le mani, la bocca stretta in una linea dura. Non sapevo se fosse triste o arrabbiato ma non potei evitare di guardare il suo profilo.

Sospirai sentendo il rimorso delle mie parole salirmi fino alla gola. Quando finalmente il silenzio fu rotto, trovai il coraggio di guardarlo negli occhi, ma lui aveva ancora lo sguardo fisso sulle mani. «Mi spiace che tu abbia dovuto assistere a quella scena in salotto, prima.»

«Non ti preoccupare, del resto la tua vita privata non ha nulla a che fare con me.»

Lui finalmente incontrò i miei occhi e mi sentii subito meglio. «Invece io vorrei che fosse così.»

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora