Capitolo 22

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"Anche tu hai un dolore, vero?" la domanda mi lascia l'amaro in bocca ma decido ugualmente di rispondere.

"Ho diversi dolori, quelli causati da me, quelli causati da altri"

"Quali sono stati i più dolorosi?" ci penso un'attimo su

"Quelli causati da altri, non puoi controllarli, non te li aspetti. Quelli causati da te sono fatti di tua volontà."

"Vuoi parlarmene?" si rialza e mi guarda negl'occhi, la loro intensità mi porta ad annuire. Sono pronta a rivelargli qualcosa di me, seppur minima, lui si è fidato.

"Ti parlerò solo di una cosa, non sono pronta ad aprirmi completamente ora.." annuisce e mi sorride mentre mi accarezza piano la mano.

"Il motivo per cui mi sono trasferita qui è il mio ex." vedo i suoi occhi sbarrarsi dalla sorpresa e curiosità e io continuo a parlare.

"Ci siamo fidanzati quando avevo solo 15 anni, ero nel pieno della mia adolescenza, volevo ribellarmi ma non conoscevo nessun modo. Quando ebbi le attenzioni di Luke mi buttai a capofitto nella relazione, lui era il tipico ragazzo che usa le ragazze a suo piacimento. Sembrò cambiare per me, mi riempiva di attenzioni, mi parlava di quanto mi amasse e di quanto ero speciale. Pian piano cambiò, la sua vera natura uscì fuori, beveva ogni sera e si drogava. Passava dall'erba alle pasticche, e io lo seguivo in tutto, per paura che mi lasciasse." notai il suo volto cambiare e mutare in rabbia  pura ma continuai il discorso sicura che se avessi smesso, non ne avrei mai più parlato.

"Alla fine dei miei 16 anni iniziai a capire che non era quella la vita che volevo, andavo male a scuola, non avevo amici e non sapevo con chi parlarne. Feci perno sulle mie forze, quando andai da lui per parlargli si arrabbiò molto e mi diede uno schiaffo. Era diventato violento in quel periodo ma non mi aveva mai realmente picchiato, si limitava a spintoni o cose così.
Mi arrabbiai per quel suo gesto e iniziai a gridargli contro, il risultato fù un occhio nero, qualche microfrattura.."

"Dimmi che lo hai lasciato, per piacere" i suoi occhi sono chiusi come se sentisse il dolore sulla sua pelle.

"Si, cercò di scusarsi diverse volte ma mi chiusi in casa, avevo paura. Passai dei mesi terribili.
Appena compiuti i 18 anni sono scappata qui."

Ora è lui a tirarmi a sè, ma facendolo mi fa sbattere il punto in cui ho ricevuto il cazzotto e un gemito di dolore sfugge incontrollato dalle mie labbra. Mi prende il braccio e alza la manica, un livido viola mi copre la parte superiore del braccio.

"Cazzo" si alza e cammina verso il freezer per prendere del ghiaccio secco e me lo posa sul livido, cercando di alleviare il dolore, mi scappa una risata e lui mi guarda perplesso

"Sono così buffo?" scuoto la testa

"Avresti bisogno tu del ghiaccio" gli indico il volto.

"Sono bellissimo anche così, vero?" in effetti questi graffi e lividi gli concedono un'aria da duro.

"Sembri un macho!" fa contrarre il bicipide e scoppio in una risata.

"Sei bellissima quando ridi" il suo commento inaspettato mi fa arrossire le guance che prontamente nascondo con i capelli.

"Non ti nascondere" mi sposta le ciocche di capelli dietro le orecchie, mi prende il viso tra le mani e inizia a intonare una canzone.

"I know, I know, you know you're scared
(lo so, lo so che tu sai che sei spaventata)

Your heart, your mind, your soul, your body
(Il tuo cuore, la tua mente, la tua anima, il tuo corpo)

They won't, they won't, they won't be careful
(Non lo faranno, non lo faranno, non saranno attenti)

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