Capitolo 20

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Decido di mandarlo a fanculo interiormente e continuare la mia giornata, odiavo quegli sbalzi d'umore e il fatto che non mi desse una spiegazione.
È giunta l'ora del pranzo e vado a posizionarmi al solito tavolo aspettando gli altri, sperando vivamente che non si presenti.
Batto nervosamente il dito sul vassoio che ho preso senza realmente essere affamata, non mi urtava il fatto che fosse riandato da Diana, ma il non sapere cosa diavolo passi in quella sua testa.
Appena noto l'arrivo di Ania cerco di apparire normale ma mi scruta ugualmente.

"Cosa è successo?" alzo le spalle.
Anche Zac ci ha raggiunte e decido di tirare in ballo l'argomento sperando che lui abbocchi e mi faccia capire qualcosa in più.

"Dean è pazzo, ma di quelli strani"

"Perchè?" è il biondino a prendere la parola.
Gli racconto brevemente l'accaduto e entrambi mi chiedono di chiedere la descrizione della donna disegnata.

"I capelli erano scuri, sembrava avere tratti orientali, gli occhi erano sottili e non sono riuscita a vedere altro"

Sospirano entrambi e si guardano complici.

"È Sasha" mi risponde Ania, il biondino sembra sovrappensiero e bisognosa di capirne di più della situazione interrompo i suoi pensieri.

"A cosa pensi?" scuote la testa e si passa una mano sul volto.

"Credevo l'avesse dimenticata, è strano che gli torni ora in mente" finisce improvvisamente di parlare e seguendo il suo sguardo vedo Dean avvicinarsi al tavolo delle cheer leader e sedersi accanto alla brunetta.

"In ogni caso, non ho fatto nulla per farlo arrabbiare così tanto" dico indicando il tavolo su cui si è appena seduto.

"Lo so, è sempre stato così quando c'è di mezzo lei" Zac sbuffa e il resto del pranzo trascorre normalmente, non mi hanno voluto dire altro per rispetto di Dean e ora sento ribollere dentro la voglia di scoprire a cosa sia dovuta la sua sofferenza.

Dean's pov
So di aver esagerato, il mio amico mi guarda mentre prendo ripetutamente a cazzotti il sacco che ho nello scantinato, sono scattato per un nonnulla e ora è qui per chiedermi cosa mi passasse per la testa.

"Niente, è solo che non la sopporto" inaspettatamente sento una risata.

"Ma se esci pazzo per lei" continuo a tirare cazzotti, voglio negare ma so che non è così, quella ragazza mi ha mandato fuori di testa dal primo sguardo, mi sono anche ritrovato a fare pensieri e azioni stremato dalla voglia che avevo delle sue labbra.
Quell'odore al cocco sembrava inebriarmi i sensi ogni volta che lo sentivo. Insomma ero completamente andato, ma per un motivo o l'altro mi ritrovai a dire "Voglio solo scoparmela" Zac scuote la testa e si siede a terra

"Quando la smetterai di mentire a te stesso? E poi perchè l'hai trattata così oggi? Ha solo visto un cazzo di disegno, fratello"

"È Sasha, merda. Mi è ancora fottutamente in testa a lacerarmi, il pensiero di ciò che mi ha fatto mi sta impedendo di fare qualsiasi cosa. Ho superato l'assenza, ma non ciò che ha fatto"

"Dovresti chiederle scusa" appoggio la fronte al sacco e mi concentro per regolarizzare il respiro.

"Dovrei fare parecchie cose, ogni volta che riesco a farmi perdonare qualcosa ne combino sempre un'altra che mi riporta al punto di partenza"

"Comincia da ora e vedi di non fare piu stronzate, è una brava ragazza" annuisco e saliamo in camera da letto a giocare alla play fino a quando Zac non mi saluta per fare delle commissioni.
Sento la porta aprirsi e i miei genitori chiamare me e mia sorella.
Non avevo un rapporto vero e proprio con loro, non c'erano molti litigi ma mancava il dialogo.
La loro carriera iniziò a prendere piede in societa quando io nacqui, di conseguenza passai la mia infanzia da solo o a cercare di far sentire amata mia sorella come nessuno aveva mai fatto con me.
Ora ero io ad allontanarli.

ResilienceWhere stories live. Discover now