Chapter 18

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La lezione che devo affrontare è quella d'arte, l'ora passa in fretta e sono felice di aver scelto questo istituto. Il professore sembrava parlare con naturalezza, senza seguire alcun libro o quant'altro, quando aveva accennato di come era nata la sua passione per l'arte aveva chiuso gli occhi, facendosi trascinare dai suoi stesso ricordi.

Sono ancora con la mente dentro l'aula perché ci metto un pò a sentire Dean parlare.

"Ho appuntamento con Zac" annuisco e lo saluto mentre mi dirigo verso la mensa.
Sento prendermi per un braccio.

"Non ti stavo dicendo di andartene, era per avvisarti che stavamo andando da Zac" il mio sopracciglio si alza, come mio solito fare quando una cosa mi sembra molto ironica.

"E se non volessi venire?" alza gli occhi al cielo.

"Dai era per dire" faccio segno di no con la testa e mi volto riprendendo a camminare, ma eccolo di nuovo al mio fianco.

"Okay lo chiamo" lo sento borbottare e cerco di ridere senza fare rumore.

Appena entrati in mensa noto che Zac è qui seduto ad un tavolo dove sono presenti anche Diana e altre ragazze.
Saluto Dean avendo adocchiato un posto in un angolo della mensa lontano da occhi indiscreti.

Dean è rimasto lì dove l'ho rimasto e sembra incerto sul da farsi, continua a guardare me e il tavolo con i suoi amici.
Nel frattempo noto Ania entrare dalla porta che da sul giardino e la chiamo cercando di attirare la sua attenzione, appena mi vede sorride e mi raggiunge.

"Sei seduta nello stesso posto che scelgo da 4 anni, lo chiamano il tavolo sfigato"

"Sfigato?"

"Si, ci mangio solo io per la maggior parte delle volte o qualcuno che non trova posto" lo dice con un sorriso spento e dà una scrollatina con le spalle.

"Beh, ora hai un nuovo membro tavolo degli sfigati! Alyssa Evans diventerà un nuovo culetto da sostenere" la mia amica ride e io intono un assolo di batteria con le dita sul tavolo.
Sento un tonfo vicino a me e noto una persona seduta, anzi due.

"Devo sopportarvi anche qui?" fingo urla di disperazione e il più lontano da me ride.

"Non ridere di me o prendo il borsellino"

"No mamma, per favore!" Zac sporge il labbro mentre Ania e il fratello ci guardano perplessi.
Decido di prendere la parola quando il biondino mi precede.

"Siamo molto amici" fà un occhiolino in direzione di Dean che sembra sbiancare e stringe i pugni.

"Scherzo amico, abbiamo delle ore in comune e avendo individuato la bella rossa di cui mi parli sempre, l'ho torturata un pò" continua a ridere non notando probabilmente le occhiate omicida che gli stanno arrivando.

"Io ho fame, cosa mi consigliate?"

"Ci penso io, e Zac viene con me"

Zac mima un "pregate per me"

"Puoi portare un vassoio anche a me?" Ania fa il suo miglior faccino per scongiurare il fratello, riuscendoci, ovviamente.

"È la prima volta che sono seduti qui e nonostante l'imbarazzo, devo ringraziarti, amo avere mio fratello intorno" e in un sussurro aggiunge "Anche Zac" e faccio finta di non sentirla.

"Ma non ho fatto nulla" ed è vero, sono state le persone ad avvicinarsi a me, e stranamente ne sono per una volta contenta. Sono sempre sulle mie ed è ovvio ma sto cercando di concedermi della libertà.
Come l'ora d'aria che danno ai prigionieri, la prigione resta ma fai finta di non sentirla per un pò.

ResilienceWhere stories live. Discover now