21. madrid

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Erano passati 21 giorni. Tre settimane da quando la vita di tutti era tornata tranquilla. Tre settimane dalla morte di Jason. Il corpo del giovane non fu trovato, risposta plausibile a causa della forte corrente in cui si era gettato. Sicuramente sarà stato trasportato in mare verso chissà quale zona della costa.

Callisto si era presa una pausa dal lavoro. Come avrebbe potuto risolvere i problemi degli altri, se neanche lei era in grado di risolvere i suoi? La pancia stava crescendo ogni settimana di più, ma non era ancora pronta a rivelare la verità a Caleb, il quale nonostante continui ripensamenti aveva preso una pausa anche lui. La missione McCann era andata a buon fine.

Dopo che alla squadra erano stati fatti i migliori complimenti dal loro capo generale, ognuno era ritorno alla vita di sempre: Kaya era tornata a Madrid insieme a Dylan. Pare tra i due fosse nato del tenero. Aria tornò a Barcellona da sua figlia, lasciando a secco Stefan, il quale rimase sempre dell' idea di portarla almeno una volta a cena.

***

«Caleb, io vado a prendere i bambini da mia sorella» sussurrò Callisto prendendo la borsa, per poi posarla a terra dovendosi allacciare le scarpe.

«Amore, tutto bene? È da un po' che ti vedo frastornata. C'è qualche problema?» Caleb la prese per mano, trattenendola dal non farla scappare senza una spiegazione.

«Dopo ne parliamo se vuoi, ora devo andare o farò tardi. Sai che mia sorella ha i turni al ristorante e deve essere in orario» baciò le labbra del marito ed uscì di casa.

Caleb non credeva minimamente a sua moglie. Dalla morte di Jason era diventata irascibile. L'aveva pregata più volte di raccontargli quello che successe in quelle tre maledette settimane, senza successo. Avendo tutto il pomeriggio libero, il poliziotto si sarebbe occupato personalmente di scoprire cosa nascondesse la donna. Salì le scale andando al piano superiore e, nel mentre di respirare a causa del fiatone, aprì la porta della stanza di Callisto. I due coniugi si erano presi una pausa e questo li portò a dormire in camere separate e al non avere nessun tipo di rapporto. Caleb più volte aveva pensato di andare da qualche vecchia amica a soddisfare le sue voglie sessuali, per poi ogni volta schiaffeggiarsi mentalmente per quello che gli passava per il cervello.

«A noi due» biascicò rovistando in ogni cassetto. Spostò calze, reggiseni, mutande, calzini ed ogni sorta di dannato vestito, senza trovare nulla di compromettente.

Si sedette sul letto, sbuffando. «Se fossi una donna dove potrei nascondere le cose?»

Si alzò di scatto correndo verso lo studio di sua moglie. Sapeva perfettamente dove dirigersi: la libreria. Callisto era un amante della lettura e il modo più semplice era nascondere le cose nei luoghi più comuni visto che la mente umana è sempre propensa a cercare nei posti più strani e occulti.

L' uomo sperava solamente di non essersi sbagliato. Guardò l' ora sull' orologio e si mise subito a lavoro. Incominciò dal primo scaffale della libreria e controllò ogni libro, sfogliandoli velocemente. Nulla. Passò al secondo ripiano, vedendo qualcosa cadere dal libro Guerra e Pace di Lev Tolstòj.

Raccolse il foglio e si accorse solo leggendolo che si trattava di un' ecografia. «Cosa cazzo sta succedendo qua?» urlò arrabbiato stropicciando il documento.

«Papà» gridò Sophia interrompendolo, per poi saltargli al collo.

«Amore, siete già arrivati?» accarezzò la bambina sulla guancia mentre la prese in braccio, dirigendosi verso il salone.

«Ho preparato prima da mangiare, venite?» domandò Callisto incoraggiando i bambini.

«Mamma, abbiamo già mangiato da zia» sussurrò Austin salendo le scale per andare a dormire.

«Va bene, allora vi accompagno a letto e vi leggo qualche storia» Callisto prese i bambini per mano e li portò nella cameretta, leggendo ai suoi figli la storia de "La Bella e la Bestia".

«Doveva solo incontrare qualcuno che lo avrebbe potuto salvare» sussurrò sottovoce, per poi dare un bacio ad Austin e Sophia, i quali si erano appena addormentati.

Chiuse la porta alle sue spalle e si diresse in camera sua per fare una doccia veloce ed andare a dormire. Caleb l' aspettava sul letto. «Cosa fai qui?»

«Volevo parlare» lui le illustrò il documento che aveva trovato «Di questo»

«Te lo avrei detto»

«Sappiamo che io non posso avere figli e, sapendo che non hai avuto nessun uomo, non so a chi pensare se non a quel bastardo» Caleb si trattenette dal non gettare tutto quello che era sul comodino per terra. «Cosa cazzo hai fatto in tre fottute settimane lontana da casa? Ti ha violentata o ti sei divertita?» l' uomo prese la moglie per un braccio e la strattonò.

«Lasciami e non gridare, i bambini possono sentirti. E cosa vuoi che ti dica? Io e quel bastardo, come lo chiami, abbiamo fatto l'amore e sai cosa? È stata la notte più bella mia vita. Ha saputo trattarmi come mai tu hai fatto in tanti anni di matrimonio» urlò a sua volta.

«Mi sto trattenendo dal non chiamarti come vengono chiamate le donne di strada, visto che sono un gentiluomo. Sappi che da domani fai le valigie e te ne vai da questa casa» Caleb sbatté la porta alle sue spalle, andandosene.

***

MADRID.

«Può fermarsi qua, grazie» disse un uomo dando la paga al tassista. Si sistemò la giacca e mise il piede fuori dalla macchina. «Finalmente» sussurrò, assaporando l' aria fresca della notte.

wake up ➳ jason mccann as justin bieber Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora