12. philofobia

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«Senti, sai almeno mettere queste cose negli appositi cassetti?» Callisto mise degli alimenti nel frigorifero, chiedendo l'aiuto di Jason.

«No, sono pigro» rispose lui sospirando, sedendosi su una sedia.

«Sei un cretino, la cosa è diversa» rise la donna, mettendosi il grembiule da cucina per poi dirigersi verso i fornelli.

«Parla lei» rise anche Jason, avendo già imparato a non prendersela per le frecciatine che Callisto gli tirava.

«Mangiamo e poi facciamo una cosa, okay?»

«Che cucini di buono?» Jason lasciò la cucina, per dirigersi verso il salone. Per noia accese la TV, prestando molta attenzione ad una notizia che lo stava incuriosendo:

«Un efferato assassino si aggira nella nostra città. Sembra che il killer abbia sequestrato la moglie dell'ispettore DeGress. Per ora la polizia non ha rilasciata nessuna dichiarazione ma quando avremo nuovi dettagli vi informeremo» parlò la giovane reporter alla TV.

Estrasse una Marlboro Light dal pacchetto e la accese. Era nervoso e fumare era l'unica cosa che gli dava conforto per questo non avrebbe mai rinunciato ad esse. Si alzò dal divano dove era seduto ed imprecò. La situazione gli stava letteralmente sfuggendo dalle mani, non solo per Callisto ma per tutto. Aveva commesso troppi passi falsi ed il prossimo poteva essere fatale.

«Fammi fare un tiro» la voce di Callisto fece girare Jason, il quale le dava le spalle.

«Fa male fumare» l'uomo scosse il capo, non cedendole la sua sigaretta.

«E tu mi fai ancora più male se non me la dai» gli fece l'occhiolino. Rabbrividì mentre prese la sigaretta dalla mano di lui e la portò tra le labbra. Era una vita che non fumava. «Non sai così tante cose su di me»

«Dai raccontami» rise, immaginando solo una vita rosa e fiori per una come lei.

«E tu raccontami la tua vita, invece»

«Ma non ci guadagno niente» Jason sorrise, per poi creare un perfetto anello di fumo con una nuova sigaretta.

«Questo devi insegnarmelo»

«Resta con me ed io lo farò» le sussurrò in modo flebile all'orecchio.

Callisto sospirò. «Lo sai che non posso. Aiutarti non significa stare al tuo fianco per sempre. Non voglio né illuderti né deluderti. E poi non eri tu quello che doveva uccidermi?»

«Capisco» Jason prese uno zaino, le chiavi della macchina ed uscì. Si fermò davanti alla Jeep e guardò la strada asfaltata, la quale stava ormai scomparendo dinanzi ai grandi cipressi. Si girò continuamente per studiare i dintorni ed il suo sguardo non incontrò nulla di inusuale.

«Jason» Callisto apparve al suo fianco, facendogli scrollare di dosso la momentanea confusione. «Sei arrabbiato con me?»

«No» disse con tono secco e duro.

Si era ripromesso di non cadere più nelle trappole di Cupido, ma evidentemente soffrire era il suo destino. Non vi era via uscita per quelli come lui. Poteva essere considerato un caso perso, una di quelle persone che non hanno bisogno di nessuno per stare bene. La sua vita era ormai segnata dai crimini e in nessun modo avrebbe potuto salvarsi. Non c'era salvezza per chi sceglie certe strade, sbagliate e senza uscita.

«Cosa è che ti tormenta?»

«È tutta colpa tua. Hai fatto risvegliare in me certe sensazioni che credevo di aver sepolto, ma evidentemente non è così. Odio te e tutto il genere femminile della terra, odio essere sempre la seconda scelta di qualcuno, odio dare tutto me stesso ed essere respinto...Vuoi sapere perché le uccido? Perché ne traggo piacere e amo vedere come si contorcono per il dolore, amo vederle sofferenti mentre mi pregano di salvarle e di non lasciarle morire. Per la prima volta sono io che comando e non sono più il sottomesso» sussurrò mentre la voce della ex moglie gli balenò nella testa, così naturale e famigliare. Poteva sentire ancora i gemiti di quella notte quando la trovò a fare sesso con un altro.

Callisto spalancò gli occhi. Prima che potesse parlare, l'uomo se ne era ormai andato.

C'è una sola cosa che logora più del dolore, ed è l'amore. L'amore è come un altalena dalla quale alla fine vuoi scendere. L' amore umilia, ti rende fragile, debole, ma felice allo stesso tempo. Sei come sotto tortura, è come se fossi rapito e la direzione non è il paradiso, ma l'inferno. Amare significa spogliarsi, gettare la maschera che indossiamo tutti i giorni e rivelare le nostre debolezze. L' amare non è una cotta, né un infatuazione, è donare il proprio essere a qualcuno, essere rispettato, essere sostenuto, ma sopratutto essere libero. Senza libertà non c'è equilibrio nella coppia e non è amore, né paura di perdere quella persona, è una malattia ed è essere ossessionati.

Jason non aveva mai conosciuto l'amore, come neanche Callisto. Non sapevano ancora cosa significasse quella parola tanto facile da pronunciare, ma difficile da provare.

Conoscete la PHILOFOBIA?

È la fobia di essere innamorati. Non amiamo più per non soffrire, per il timore di stare male di nuovo o di essere nuovamente delusi. Tale patologia spesso sfocia in malattie, ed è proprio quello che era successo a Jason. Uccideva per rincuorare il suo cuore. Era rimasto deluso da chi non si sarebbe mai aspettato. La paura di amare è fra le peggiore delle fobie perché ci priva della più bella emozione della nostra vita: quella d'amare e di essere amati.

Lei lo raggiunse in casa e lo trovò su una sedia a mangiare tranquillamente. «E se provassimo a fidanzarci per vedere se posso aiutarti in qualche modo a mettere fine alla patologia di cui soffri?»

wake up ➳ jason mccann as justin bieber Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora