17. best mistake

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«Callisto» gridò Jason sbattendo la porta dell' ingresso. «Callisto» urlò ancora, questa volta più forte.

Il giovane andò in cucina a controllare visto che era ormai ora di pranzo. Nulla, lì non c'era. Per qualche secondo pensò che fosse scappata, ma era impossibile. Le trappole non erano scattate.

Si diresse nella stanza da letto e la trovò inginocchiata sulla tavoletta del wc, vomitando. «Hey, come stai?»

«Secondo te? Passami l' asciugamano» rispose seccata, lavandosi la faccia.

«Non è colpa mia se stai male. Puoi trattarmi meglio, per favore?»

«Togliti dalla mia vista» Callisto lasciò il bagno, stendendosi sul letto. Si coprì il più possibile con le coperte visto il freddo intenso che aveva.

«Hai preso le medicine per la febbre?» le domandò Jason sedendosi sul letto accanto a lei.

«Si le ho prese, ora ti togli? Grazie» sbuffò infastidita, coprendosi con il piumone fino alla testa.

«Perché stai piangendo?» le chiese lui abbracciandola da sopra le coperte.

Alla fine Jason sapeva il motivo. Tutta la situazione andatasi a creare era folle ed è per questo che l' avrebbe riportata a casa da suo marito e dai suoi figli. Anche se pensava di provare qualcosa, il loro amore non era sano. Callisto poteva cambiare Jason, ma prima o poi il suo doppio lato avrebbe preso il sopravvento. Aveva aspettato una donna così ogni singolo giorno della sua vita ed era arrivata alla fine, ma per il suo bene doveva lasciarla andare. Una parte di lui era razionale, ma l'altra seguiva il cuore. Lo faceva stare male il sapere che non avrebbe più assaporato le sue candide e rosate labbra, il non poter più farla ridere come solo lui sapeva fare. Non darsi una possibilità è peccato e Jason avrebbe peccato mille volte al solo fine di stare con lei. Sapeva che poteva perdere il controllo di se stesso in ogni momento e che un giorno l' avrebbe anche potuta uccidere nel sonno.

«Sei bellissima»

«E ora cosa c'entra?» sussurrò lei tirando su con il naso.

«Così, te lo volevo dire» bisbigliò al suo orecchio.

«A cosa stai pensando?» gli domandò Callisto poggiando la testa sul suo petto.

Sto pensando che tra pochi giorni non sarai più nelle mie braccia e che questo inferno sarà finito.

«Non sto pensando a nulla, tranquilla» la calmò alzandosi in piedi. «Forza alzati, andiamo in ospedale» ordinò.

«Ma Jason, potrebbero riconoscermi»

«Non fa nulla. Alzati ho detto, prima che cambi idea» biascicò, cercando le chiavi della macchina.

Il bene di Callisto era sempre stato al primo posto e se questo significava essere arrestato, Jason avrebbe accettato la sua sorte.

Il viaggio non durò molto in quanto erano pochi i km che li separavano dalla città.

***

«Quale è il problema ragazzi?» domandò loro il dottore.

«Sono due giorni che ho dei dolori addominali. All' inizio io e Jason, mio marito, pensavamo fosse a causa della febbre che avevo, ma i dolori persistono» disse lei guardando per tutto il tempo Jason negli occhi.

«Signor McCann, la prego di accomodarsi fuori» il dottore gli indicò la porta con fare gentile.

***

Erano passati più di venti minuti e né il dottore e né Callisto erano usciti dalla stanza, creando ansia ed agitazione nel cuore di Jason.

«Signor McCann» parlò il dottor Rosenberg catturando la sua attenzione. «Ho una bellissima notizia da darle. Sua moglie è incinta» parlò, per poi stringergli la mano in segno di congratulazioni.

«Potrei sapere da quanto tempo?» domandò nervoso.

«Da due-tre settimane» il dottore sorrise. «Altri pazienti mi aspettano...Con permesso» si scusò allontanandosi.

Jason si avvicinò alla stanza di Callisto facendo molta pressione sulla maniglia tanto che le sue nocche divennero bianche. Era chiaro di chi fosse incinta e questo era diventato il motivo principale per riportarla a casa. «Perché non mi hai detto di essere incinta?»

«Pensavo ti saresti arrabbiato, visto che è di Caleb» mentì sapendo che Caleb non potesse avere figli, ergo, il figlio che stava aspettando era di Jason. Già dall' inizio aveva capito che fosse incinta e l'assenza delle mestruazioni ne era stata la prova. Avrebbe mentito, ma non avrebbe mai detto la verità a Jason.

«Se c'è qualche possibilità che sia mio figlio, ti prego di dirmelo» sussurrò il ragazzo sotto pressione.

Jason sorrise pensando che un giorno avrebbe potuto diventare padre.

«Perché non rispondi? Lo so che non posso cancellare i miei errori, ma non è mai tardi. Non è mai tardi per nulla. Ti prometto che cambierò per te e per il bambino, se fosse mio. Odio quando mi mentono e ti prego non mentirmi. Se qualora tu lo facessi, non ti perdonerei mai. Da domani stesso ti porto da Caleb» si sedette su una sedia mentre per la prima volta gli cadde una lacrima.

«Mi dispiace Jason...Sapevo di essere incinta da prima che mi sequestrassi»

"Non ti perdonerò mai"

Le parole di Jason le rimbombavano continuamente nella testa, ma a volte mentire è la scelta giusta.

wake up ➳ jason mccann as justin bieber Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora