Middi

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La mia stanza era come la ricordavo. Il grande letto matrimoniale era ancora al suo posto coperto dal caldo piumone viola e da quattro morbidi cuscini dello stesso colore. I peuche erano ancora dove li avevo lasciati l'ultima volta. tutto sembrava tornato come prima, come se nulla fosse successo o cambiato, come se io non me ne fossi mai andata da li.

Chiusi sbattendo la porta e mi accasciai sul letto ripensando a tutto ciò che mi era successo in così poco tempo.

Il primo incontro con Harry, come avrei voluto non imbattermi in quegli occhi di smeraldo, sarebbe stato tutto diverso, e tutto questo forse non sarebbe successo. O forse l'avrei lo stesso incontrato a quella festa, le sue braccia forto mi sorreggevano con così tanta facilitá che non sarei caduta neanche se qualcuno mi avesse spinto verso il basso. Sarebbe stato tutto più semplice se lui non fosse mai entrato nella mia vita, ora sarei stata con Samuel a prendere un thé con i suoi genitori e magari gli avrei anche fatto conoscere i miei e sarebbero andati d'accordo ovviamente perche a mia mamma piacciono quel tipo di ragazzi, non quelli come Harry. Harry Harry Harry. Tutto girava intorno a lui e si, é vero, tutto sarebbe stato piú semplice se io e lui non ci fossimo mai incontrati, ma non sarebbe stato tutto così bello e intenso. Ogni istante vissuto in quel college era impresso nella mia mente, perché in ogni istante c'era lui.

Cercai di trattenere le lacrime che senza che me ne accorgessi avevano iniziato a scorrere sul mio viso, non volevo mostrarmi debole agli occhi di mia madre, volevo mostrarmi forte e indifferente, come lei era forte e indifferente a qualsiasi cosa intorno a lei.

Non mi mossi dal letto per tutto il giorno e non mi cambiai, mi infilai sotto il piumone con ancora indosso i vestiti di Harry. Il maglione aveva ancora il suo odore e non l'avrei tolto fino a quando non lo avessi riavuto con me.

Eleonor mi aveva chiamato parecchie ma non le avevo mai risposto, non volevo parlare in presenza di mia madre.

Il cellulare iniziò a vibrare ripetutamente facendo vibrare anche il comodino provocando un fastidioso ronzio. presi il cellulare e lessi sullo schermo il nome di El e subito risposi.

"Ehi" Sospirai triste al telefono asciugandomi le lacrime che scivolavano lente lungo le guance.

"Ti giuro che l'ho legato ad una sedia e torturato per più di due ore!" Strillò lei immediatamente senza rispondere neanche ciao. Mi fece sorridere perchè quella era la mia Eleonor, la ragazza pazza ed esuberante che abitava accanto a casa mia, la ragazza che se aveva una casa da dirti te la urlava in faccia cercando di farti capire che stai sbagliando, con lei la dolcezza o la calma non funzionavano, se non eri strano per lei non andavi bene. Forse anche per questo adesso stava con Louis, mai visto ragazzo più strano.

"Tranquilla." sospirai leggermente divertita.

"No! io non sto tranquilla! Quel coglione gli ha anche detto che canti!! adesso chissà cosa farà!" strillò lei ancora più nel panico di come mi aveva risposto. Me la immaginai girare per la stanza guardando in cagnesco Louis che probabilmente era ancora legato alla sedia.

"Non poteva saperlo, io non glielo avevo detto." Cercai di giustificarlo, l'avevo odiato per qualche minuto, è vero, ma subito mi resi conto che io non gli avevo raccontato nulla, ne a lui ne hai ragazzi quindi non potevano sapere niente e io non mi potevo lamentare.

"Non mi importa nulla! sai che c'è?! ti vengo a prendere!" disse convinta. Non volevo che venisse qui e che si mettesse a litigare con mia madre, non volevo che nessuno si intromettesse o che si mettesse nei guai.

"no El resta li!" dissi. Adesso ero io ad essere nel panico.

"no, no, vengo!" Disse e chiuse la conversazione senza neanche farmi protestare. Cercai di chiamarla più volte ma non rispose. Sarebbe venuta e io non sarei riuscita a fermarla, come sempre.

Insegnami Ad AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora